Un ulteriore sviluppo, particolarmente importante in ambito urbano, si è avuto con l’estensione dell’approccio SBAS per l’elaborazione di dati SAR a piena risoluzione spaziale (circa 5-10 m) al fine di rilevare fenomeni deformativi, anche molto localizzati spazialmente, che mostrano uno spostamento relativo rispetto a quello medio del terreno.
L’approccio SBAS consente, quindi, di generare serie temporali di deformazione a due differenti scale spaziali, definite scala regionale e locale. La prima sfrutta i dati SAR a media risoluzione spaziale (dimensione dei pixel intorno ai 90-100 m), che consentono di generare mappe di velocità media e serie storiche di deformazione relative all’intero frame (tipicamente intorno ai 100 x 100 km). Alla scala locale, la tecnica sfrutta gli interferogrammi single-look generati a piena risoluzione spaziale (dimensione dei pixel intorno ai 5-10 m), che permettono di individuare ed analizzare fenomeni deformativi localizzati che possono interessare singoli edifici e strutture isolate. L’approccio SBAS a due scale spaziali necessita, come punto di partenza, dell’informazione di deformazione media del suolo, generata dall’analisi alla scala regionale, la quale viene opportunamente sottratta dagli interferogrammi a piena risoluzione spaziale per isolare la sola componente ad alta frequenza, che deve essere successivamente elaborata per estrarre il segnale di deformazione ad alta risoluzione spaziale.
Un esempio della capacità dell’approccio SBAS-DInSAR a piena risoluzione spaziale di identificare deformazioni molto localizzate alla scala della singola struttura è riportato in Figura 1, dove è rappresentata la mappa di velocità di deformazione a piena risoluzione spaziale, sovrapposta ad un’immagine ottica della diga sul Lago Locone, relativa all’elaborazione dei dati ERS-1/2 ed ENVISAT acquisiti da orbite discendenti nel periodo 1992-2007. E’ da notare la precisione con cui è stato possibile tracciare il campo di deformazione a piena risoluzione della struttura.
In tale ambito, l’attività in corso è principalmente focalizzata sulla generazione di serie storiche di deformazione a piena risoluzione spaziale utilizzando lunghe sequenze di dati SAR acquisiti dai più sensori, in particolare dai sensori europei ERS-1/2 ed ENVISAT. Un risultato di questo tipo consente di sfruttare a pieno l’archivio di dati SAR acquisiti dai sensori ERS ed ENVISAT dell’Agenzia Spaziale Europea dal 1992 fino ad oggi e permette di creare serie storiche di deformazione molto lunghe relative ad un intervallo di studio anche superiore a 15 anni, consentendo, così, di studiare fenomeni deformativi lenti in atto da parecchi anni.

Figura 1. Mappa geocodificata della velocità di deformazione a piena risoluzione spaziale, espressa in mm/anno, sovrapposta ad un’immagine ottica della diga sul Lago Locone (Puglia). L’immagine si riferisce all’elaborazione dei dati ERS-1/2 ed ENVISAT acquisiti da orbite discendenti nel periodo 1992-2007. La serie storica DInSAR a piena risoluzione spaziale di un punto selezionato in corrispondenza della zona di massima deformazione è riportato nel plot sottostante.