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Immagine 100xCNR100Inizia oggi “100xCNR100”, 100 domande per i 100 anni del CNR, il gioco online abbinato all’omonimo libro interattivo incentrato sulla storia del CNR e le sue ricerche.

Il progetto, realizzato dalla rete CREO-CNR (Campania Rete Outreach) in occasione del Centenario dell’istituzione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, è partito ufficialmente il 14 novembre 2023 con la pubblicazione delle informazioni necessarie a risolvere gli enigmi. Nella stessa data l’iniziativa è stata presentata ad alcune scuole di Napoli e all’Ufficio Regionale Scolastico della Campania presso la Sala convegni dell’Area di Ricerca in via Pietro Castellino 111 a Napoli.

Il gioco propone 100 quiz online che potranno essere risolti usando le informazioni contenute in un libro interattivo che racconta la storia del CNR e di alcune delle sue figure più celebri, presenta la sua organizzazione e le ricerche in corso, in particolare negli istituti della rete campana che ha curato l’iniziativa di cui fa parte l’IREA.

Lo scopo è avvicinare il pubblico, soprattutto le nuove generazioni, al più grande ente di ricerca italiano che è stato in questi 100 anni il costante riferimento, nonché uno degli artefici, del progresso scientifico e tecnologico del Paese.

Tutti coloro che supereranno il gioco senza errori riceveranno un attestato e una menzione speciale sul sito di CREO. I tre solutori (singoli o squadre fino a 30 componenti) più veloci ad inviare il file di risultati senza errori saranno ospiti presso un’area di ricerca o un istituto della rete CREO a propria scelta tra quelli indicati sul sito, in una data da concordare.

Il libro interattivo, il gioco e le istruzioni per giocare sono raggiungibili all’indirizzo https://creo.na.cnr.it/100xCNR100.

 



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BiOB2024Si svolgerà nell’incantevole città di Lecce, dal 3 al 7 giugno 2024, la quinta edizione della “Scuola Nazionale di Biosensori Ottici e Biofotonica”, BiO&B.

BiO&B è un evento biennale organizzato dalla Società Italiana di Ottica e Fotonica (SIOF) per promuovere la formazione e la collaborazione di giovani ricercatori che lavorano nel campo del biosensing ottico e della biofotonica.

La scuola, che ha tra i suoi direttori Genni Testa dell'IREA-CNR e tra i membri dell’advisory board Romeo Bernini, è rivolta a un massimo di 35 studenti di dottorato, ricercatori e scienziati post-doc afferenti ad Università, enti pubblici di ricerca e laboratori privati.

I corsi faranno luce sui biosensori, svelando le ultime scoperte nel campo dei biorecettori e delle tecniche di immobilizzazione all'avanguardia, e su metodi ottici innovativi che sfruttano le interazioni fotone-materia biologica, con applicazioni di vasta portata che abbracciano la biomedicina, l’agroalimentare e le scienze ambientali.

La scadenza per l'iscrizione è il 03/04/2024.

Programma

Flyer

Per tutti i dettagli clicca qui
 

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big cover-remotesensing-v16-i17L'articolo “Multiview Multistatic vs. Multimonostatic 3D GPR Imaging: A Comparison” pubblicato dai ricercatori IREA Medhi Masoodi, Gianluca Gennarelli, Francesco Soldovieri e Ilaria Catapano, è stato scelto per la cover story del Volume 16, Issue 17, Settembre-1 2024 della rivista Remote Sensing.

L’articolo riguarda i radar multicanale, ovvero i sistemi costituiti da array di antenne, che rappresentano lo stato dell’arte nell’ambito delle tecnologie non invasive per la diagnostica del sottosuolo. I sistemi georadar multicanale offrono infatti opportunità inesplorate, consentendo di acquisire contemporaneamente dati su più linee di misura parallele con una notevole riduzione del tempo di scansione. Ciò rappresenta un aspetto particolarmente rilevante nel caso di indagini di vaste dimensioni. D’altra parte, tali sistemi permettono di illuminare e di osservare la scena in esame da diverse angolazioni rendendo possibile un miglioramento delle capacità di analisi in termini di risoluzione ed interpretabilità delle immagini.

A fronte dei vantaggi sopracitati, nasce l’esigenza di sviluppare efficienti algoritmi di data processing capaci di trattare la significativa mole di dati forniti da questi sistemi.

In tale contesto, l’articolo presenta uno studio teorico finalizzato ad investigare le caratteristiche dell’imaging radar tridimensionale del sottosuolo mediante approcci di tomografia a microonde, che sfruttino le potenzialità offerte dai sistemi georadar multicanale. In particolare, sono state analizzate le capacità di indagine ottenibili elaborando dati acquisiti con diverse configurazioni di misura caratterizzate da un numero crescente di antenne.

I risultati presentati hanno mostrato il confronto, in termini di capacità di ricostruzione, tra le diverse configurazioni di misura a partire dal caso comune di dati multi-monostatici al caso di dati multivista/multistatici la cui acquisizione è oggi resa possibile dai sistemi radar multicanale. Tali risultati hanno evidenziato che la disponibilità di dati multivista/multistatici consente di ottenere migliori prestazioni in termini di contenuto informativo ricostruibile e ha fornito indicazioni per la scelta del numero di antenne trasmittenti, fissato quello delle antenne riceventi.


 

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Honorary session EGUMartedì 16 aprile, nell’ambito della EGU General Assembly 2024, si terrà una Sessione d'Onore in Memoria della nostra collega Mariarosaria Manzo, scomparsa prematuramente nel 2022.

La sessione si ispira alle tematiche che hanno caratterizzato la ventennale attività di ricerca di Mariarosaria Manzo, che si è concentrata sull’utilizzo dei dati del radar ad apertura sintetica (SAR) per lo studio delle deformazioni della superficie terrestre attraverso l’applicazione della tecnica di interferometria SAR differenziale (DInSAR) e lo sviluppo di metodi DInSAR avanzati focalizzati sulla generazione di serie temporali di deformazione, come l'approccio Small BAseline Subset (SBAS).

La sessione vuole dunque ricordare l’eredità che Mariarosaria ha lasciato. Intelligenza, competenza, passione, coraggio, equilibrio, fermezza, gentilezza, determinazione e dolcezza hanno lasciato un'impronta indelebile nelle persone con cui ha collaborato.


 

 

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Mercoledì, 20 Marzo 2024 15:57

L'IREA al Mediterranean Aerospace Matching 2024

MAM24L'IREA, sezione di Bari, partecipa al Mediterranean Aerospace Matching 2024 (MAM'24) che si svolge dal 20 al 22 marzo presso l’aeroporto di Grottaglie (Ta).

MAM'24 è la seconda edizione di una convention internazionale per l'industria aerospaziale e della mobilità aerea avanzata, con un focus sull'area del Mediterraneo. Nei tre giorni dell'evento si riuniranno esperti nazionali e internazionali del settore, nonché PMI, start-up, giovani studenti e professionisti, per discutere le prossime sfide nei settori della mobilità aerea avanzata e dei sistemi di trasporto spaziale e tracciare nuove prospettive nel campo degli aerei senza pilota e dei servizi aerei innovativi.

Sarà un'occasione per parlare dell’esperienza pluridecennale sviluppata dai ricercatori dell'IREA nell’osservazione della terra da remoto, per mostrare i servizi innovativi sviluppati nell’ambito di svariati progetti nazionali ed internazionali e per presentare le nuove prospettive di ricerca legate alla diffusione dell’uso dei droni.
 

 

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Martedì, 17 Settembre 2024 15:48

7° LAKES Workshop / 20-21-22 Novembre / Milano

LAKES-workshopSono ufficialmente aperte le registrazioni per il 7° Workshop LAKES!

Il 7th LAKES Workshop “Parameterization of Lakes in Numerical Weather Prediction and Climate Modelling” mira a esplorare le interazioni tra i corpi idrici interni, come laghi e bacini, e l'atmosfera, al fine di migliorare l'accoppiamento tra queste due componenti chiave del ciclo idrologico.

Il Workshop, organizzato su tre giorni con sessioni orali e poster, ha l’obiettivo di riunire ricercatori e ricercatrici che lavorano su vari aspetti dei feedback lago-atmosfera e dell'interazione dei laghi con il clima regionale e globale.

La settima edizione del LAKES Workshop si terrà presso l’Area Territoriale di Ricerca di Milano 1 dal 20 al 22 novembre 2024. Il tema principale è la parametrizzazione dei laghi nella Numerical Weather Prediction (NWP) e nei modelli climatici. Il Workshop è aperto anche alla partecipazione di ricercatori e ricercatrici di discipline affini, come la limnologia fisica, il telerilevamento delle acque interne, la fisica atmosferica e l'idrologia.

Il 7th LAKES Workshop 2024 di Milano affronterà le seguenti tematiche:

LAKES & ATMOSPHERIC MODELING: Interazioni lago-atmosfera, processi nei corpi d'acqua dolce legati alla forzante atmosferica e accoppiamento tra modelli di lago e atmosfera.

MODEL VALIDATION & INTERCOMPARISON: Validazione dei modelli atmosferici che includono la parametrizzazione dei laghi e schemi di assimilazione dati dei laghi, oltre alla validazione dei modelli di lago accoppiati all'atmosfera.

ANCILLARY DATA FOR MODELING LAKES: Utilizzo di dataset esterni disponibili su scala locale e globale per supportare la generazione e/o la qualità di parametri esterni richiesti dagli schemi di parametrizzazione dei laghi nei modelli atmosferici, ad es. campi di profondità dei laghi e frazione di lago.

NEW FRONTIERS FOR DATA ASSIMILATION FROM REMOTE SENSING: Informazioni su neve, ghiaccio, temperatura e trasparenza dell'acqua di laghi, bacini e altri corpi idrici da dati telerilevati per studiare i cambiamenti dei laghi e la loro interazione con il clima regionale e globale. I

l Workshop di Milano prosegue la serie di workshop sulla parametrizzazione dei laghi iniziata a Zelenogorsk (Russia, 2008) e seguita dai Workshop tenutisi a Norrköping (Svezia, 2010), Helsinki (Finlandia, 2012), Évora (Portogallo, 2015), Berlino (Germania, 2017) e Tolosa (Francia, 2019).

Per la registrazione e ulteriori informazioni va a questo link https://lakesmilan2024.irea.cnr.it/


 

 

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Modello 3DUn gruppo di ricerca dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli, formato da ingegneri e geofisici, ha messo a punto un modello basato sull’analisi di dati di natura diversa, quali dati satellitari e sismologici, grazie al quale si è stimata la posizione della sorgente responsabile dei recenti fenomeni di sollevamento, sismicità, incremento delle temperature e variazione dei parametri geochimici nei Campi Flegrei.

In particolare l’analisi stima la posizione della sorgente in una regione della crosta terrestre che si estende da una profondità di 3 km a circa 500 m in prossimità dell’area compresa tra Solfatara e Pisciarelli. Tale sorgente, di geometria irregolare, evolve sia nello spazio che nel tempo.

“Mentre sulla sorgente magmatica profonda c’è un buon accordo nella comunità scientifica – spiega Pietro Tizzani, primo ricercatore del CNR-IREA e coordinatore della ricerca - è invece in atto un dibattito scientifico sulla porzione più superficiale del sistema che alimenta le manifestazioni vulcaniche dell’area.”

In questo contesto, il gruppo di ricercatori del CNR-IREA ha messo a punto un approccio innovativo basato sull’imaging tomografico geodetico multi-sorgente, utilizzando principalmente dati di deformazione del suolo rilevati da radar a bordo di satelliti ed elaborati con la tecnica dell'interferometria differenziale con radar ad apertura sintetica. A differenza delle analisi più tradizionali, tale approccio è capace di fornire una visione d’insieme e multiscala di una sorgente unitaria, responsabile del campo di stress attivo sia in profondità che verso la superficie. In particolare, grazie a tale approccio è stato possibile identificare una sorgente sub-superficiale in cui i fluidi in pressione possono interagire con la regione superficiale ad alta fratturazione. L’area interessata da questa sorgente ha una sezione trasversa più ampia in profondità per poi restringersi verso la superficie fino ad una profondità minima di 400-500 metri.

L’interpretazione che ne deriva è che le pressioni prodotte dal sistema magmatico vengono trasferite verso la superficie parzialmente tramite il movimento di fluidi di diversa natura e composizione. Tali fluidi si incanalano in fratturazioni della crosta sub-superficiale della caldera, laddove è stata registrata la sismicità più superficiale, fino ad arrivare ad esercitare una spinta in una zona relativamente a bassa profondità.

A questo link la video intervista ad alcuni autori dello studio.

 

 

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Martedì, 12 Marzo 2024 10:51

13° EARSeL Forest Fire Workshop

13 forest fires wotrkshop text imageIl 19-20 settembre 2024 si terrà a Milano, presso l’Area Territoriale di Ricerca di Milano 1 (AdRMi1), il 13° workshop EARSeL sugli incendi boschivi dal titolo “Remote Sensing of Forest Fires: Lessons learned and future challenges under a changing climate”.

Nei due giorni dedicati alla tematica del monitoraggio degli incendi con dati di Osservazione della Terra in tutte le sue fasi (e.g. rischio e pericolo, previsione, impatti, emissioni) si riuniranno scienziati, esperti di settore, enti locali, manager, nazionali ed internazionali coinvolti nella previsione ed monitoraggio degli incendi boschivi e dei loro impatti sulla biosfera nel quadro della crisi climatica e dei cambiamenti climatici attesi.

Il workshop è organizzato in un’unica sessione plenaria orale e una sessione poster.

La sottomissione degli abstract è aperta fino al 31 marzo 2024 a questo link


 

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Figura VulcanoAnalizzando dati satellitari avanzati e segnali sismici, un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli (CNR-IREA) ha tracciato la mappa della sorgente vulcanica dell’isola di Vulcano, e delineato chiaramente le implicazioni di questa scoperta per la sicurezza dell'area. Lo studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, ha fornito risultati che rappresentano un fondamentale punto di partenza per valutazioni future della pericolosità vulcanica dell’isola.

“L'Isola di Vulcano, patria dell'imponente ‘La Fossa’, ha suscitato attenzione a partire da settembre 2021, manifestando segni di riattivazione vulcanica. Il nostro studio, focalizzato su dati InSAR (Interferometria radar satellitare) e GNSS (sistema satellitare globale di navigazione), ha esplorato questa dinamica, localizzando la sorgente, valutandone le caratteristiche e impatto sulla pericolosità vulcanica” spiega Federico Di Traglia, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e primo autore dell’articolo.

Il focus principale dello studio è stato la comprensione della riattivazione vulcanica e la stima della pericolosità associata. “Analizzando i dati satellitari InSAR e i segnali sismici, abbiamo identificato la sorgente, posizionata a 500 mt sotto l'area craterica di Vulcano, operante tra luglio e dicembre 2021”, aggiunge Valentina Bruno, ricercatrice dell’Osservatorio Etneo dell’INGV e coautrice dell’articolo. “Utilizzando serie temporali InSAR e dati GNSS da Sentinel 1 e dell’Osservatorio Etneo dell’INGV (INGV–OE), abbiamo localizzato e valutato l'evoluzione della sorgente. Gli eventi VLP (Very Long Period, eventi sismici legati alla pressurizzazione dei fluidi nel sistema idrotermale di Vulcano), riscontrati tra luglio e dicembre 2021, hanno supportato l'aumento della dilatazione dell'area vulcanica e sono stati associati al sistema idrotermale sotto il cono de La Fossa".

L'analisi ha ricondotto l'attività del 2021 a manifestazioni vulcaniche legate alla pressione interna del sistema idrotermale, simili a quelle del 1970. “Il lavoro delinea un quadro periferico di pericolosità, focalizzandosi sulle esplosioni freatiche e limitando le valutazioni attuali a tali scenari. I prossimi passi saranno indirizzati allo studio delle proprietà elastiche delle rocce del cono de La Fossa per valutare i livelli di pressione necessari per esplosioni freatiche, aprendo una nuova frontiera nella comprensione e nella prevenzione di potenziali rischi vulcanici”, conclude Francesco Casu, dirigente di ricerca del Cnr-Irea.
 
La ricerca pubblicata ha una valenza essenzialmente scientifica, priva al momento di immediate implicazioni in merito agli aspetti di protezione civile, rappresentando un contributo potenzialmente utile in futuro per affinare gli strumenti di previsione e prevenzione di protezione civile. Al momento i risultati della ricerca non hanno alcuna implicazione diretta su misure che riguardano la sicurezza della popolazione.
 
Leggi qui l'articolo 
 
Ascolta l'intervento di Francesco Casu al TGR RAI "Leonardo" (dal min. 8)
 

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Eruzione TajogaiteUn team internazionale di ricercatori dell'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (CNR-IREA) di Napoli e dell’Instituto Volcanológico de Canarias (INVOLCAN) di Tenerife (Spagna) ha recentemente pubblicato uno studio innovativo sulla più grande eruzione storica mai registrata a La Palma, una delle isole Canarie, avvenuta il 19 settembre 2021. L'eruzione di Tajogaite ha suscitato interesse non solo per i suoi impatti immediati, ma anche per la rilevante quantità di informazioni utili a fini scientifici che sono state ottenute.

Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Scientific Report, ha esaminato dettagliatamente gli otto giorni precedenti e i primi dieci giorni dell'eruzione, rivelando elementi non noti sulla dinamica ed evoluzione del vulcanismo dell’isola.

“Il preludio dell'eruzione è durato 8 giorni ed è stato caratterizzato da segnali precursori manifestatisi a partire dall'11 settembre 2021”, spiega Luca D’Auria, Geofisico e Direttore dell’Area di sorveglianza vulcanica di INVOLCAN. “La sismicità, con migrazione verso ovest e verso la superficie degli ipocentri”, prosegue D’Auria, “ha anticipato l’insorgere dell’imminente evento eruttivo”.

Le stazioni GPS-GNSS permanenti, attive sul lato occidentale dell'isola, hanno altresì registrato, a partire dal 12 settembre, deformazioni del suolo superiori a 15 cm, offrendo indicazioni di rilievo sulla evoluzione della pressione magmatica sottostante. Dopo l’inizio dell’eruzione, le deformazioni del suolo hanno poi raggiunto il picco massimo il 22 settembre, mostrando nei mesi successivi una tendenza alla deflazione. In particolare, le osservazioni realizzate hanno mostrato che Il 27 settembre l'eruzione ha subito una pausa di alcune ore attribuita a un collasso temporaneo del sistema di alimentazione superficiale lungo il sistema di fratturazione attivo.

Per comprendere appieno la dinamica del vulcano, il team di ricercatori ha utilizzato serie temporali GPS-GNSS e dati satellitari della costellazione Europea Sentinel-1, esaminando orbite ascendenti e discendenti. La geometria risultante della sorgente ha rivelato un dicco, ossia una struttura magmatica instrusiva subverticale, spazialmente articolato piegato verso est. Nello specifico, il suddetto sistema di alimentazione ha condizionato l'ascesa del magma lungo due rami principali mostrando una stretta correlazione con la sismicità pre-eruttiva, ed è stata anche influenzata dalla presenza di uno strato duttile e termicamente anomalo al di sotto del vulcano. Analisi approfondite hanno rivelato anche deformazioni superficiali precoci attribuite agli effetti di fluidi idrotermali ascendenti.

Questi risultati sottolineano l'importanza di modellazioni avanzate per la comprensione dei processi pre-eruttivi nei complessi vulcani basaltici. “L'analisi geodetica realizzata” afferma il geofisico Pietro Tizzani, primo ricercatore del CNR-IREA, “ha dimostrato il grande potenziale di questa tecnica nello studio dei processi di ascesa del magma”.

I ricercatori coinvolti nello studio hanno concluso che questi risultati forniscono prove della complessità dei processi di propagazione della fratturazione e dei cambiamenti temporali nel sistema di alimentazione superficiale di un vulcano, aprendo nuove prospettive per la comprensione e la mitigazione dei rischi legati alle future eruzioni.

Leggi qui l'articolo 

In figura: Modello schematico della dinamica del sistema di alimentazione magmatica (Volcano Plumbing System). Le stelle arancioni rappresentano la posizione della bocca vulcanica rispetto ai giorni che hanno preceduto l'eruzione. I simboli del vulcano invece rappresentano la posizione effettiva dell'attuale bocca vulcanica. Le frecce gialle rappresentano le direzioni di risalita del magma, mentre la freccia verde indica l'incipiente collasso del serbatoio di magma. Le linee tratteggiate blu rappresentano il limite del confine reologico del sistema in esame.
 

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