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incendioLa stagione estiva 2021 è stata caratterizzata da eventi estremi legati al cambiamento climatico globale, quali le piogge torrenziali che hanno devastato l’Europa continentale, le ondate anomale di calore che hanno interessato il Nord Europa e la Scandinavia e la serie di incendi di vaste proporzioni che stanno interessando l’intero bacino del Mediterraneo. I fenomeni estremi sopra citati potrebbero essere riconducubili agli effetti dei cambiamenti climatici globali, la cui ampia portata è stata confermata dal 6th Assessment Report dell’IPCC.
In questo contesto un incendio di notevole portata si è sviluppato in Sardegna, nella regione del Montiferru tra il 23 e il 29 luglio, distruggendo quasi 12000 ettari di patrimonio forestale e paesaggistico e creando ingenti danni alle proprietà. L’evento è stato talmente esteso e di severità significativa da richiedere l’aiuto di mezzi aerei di diverse nazioni europee per estinguere i fuochi.
Le tecnologie satellitari rappresentano uno strumento fondamentale per monitorare questi fenomeni, fornire informazioni alle unità di intervento durante l’evento di crisi e valutare i danni arrecati al territorio e patrimonio naturale. In tale ambito, ricercatori dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (IREA) e dell’Istituto per la BioEconomia (IBE) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) hanno elaborato in tempo reale le immagini acquisite dai sensori della costellazione europea Copernicus Sentinel-1 e Sentinel-2, per valutare l’estensione delle aree bruciate e la severità dei fuochi.
top panels incendi
Figura 1. In alto: serie di immagini derivate da dati Sentinel-2 (S-2) e Sentinel-1 (S-1) relative alla zona di Montiferru in Sardegna percorsa da fuochi nel periodo 5 – 30 luglio 2021. Le immagini S-2 sono il risultato di una composizione a falsi colori del segnale riflesso dalle superfici al momento del passaggio del sensore mentre le mappe da S-1 riportano le differenze del segnale radar retro-diffuso dal terreno relative ai periodi di osservazione 18-24 Luglio 2021 e 24-30 Luglio 2021. In basso: distribuzione spaziale dei fuochi attivi come rilevati dal sistema FIRMS (Fire Information for Resource Management System) nell’arco temporale di osservazione.
 
La Figura 1 mostra in alto l’evoluzione dell’area interessata dai fuochi, così come osservata nelle bande del visibile dal sensore Sentinel-2 e nelle microonde dal sensore RADAR Sentinel-1 e, in basso, i fuochi attivi sviluppatesi nella zona come rivelati analizzando i dati messi a disposizione dal “Fire Information for Resource Management System“. Si può notare come i risultati ottenuti dal team del CNR siano in accordo con i dati del FIRMS e forniscano anche informazioni complementari per descrivere la dinamica dell’evento.
 
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Figura 2. In alto: dati satellitari utilizzati per l’analisi dell’evento (Active Fire, immagini Ottiche Sentinel-2 e Sentinel-1). In basso: mappe dei risultati ottenuti (estensione delle aree bruciate e severità dei fuochi 

 

Grazie all’analisi di questi dati è stato possibile realizzare le mappe di estensione delle aree bruciate e severità dei fuochi riportate in Figura 2 e stimare una superficie interessata di più di 11000 ettari con livelli di danno molto intenso e perdita del patrimonio naturale. Lo studio dell'incendio boschivo del Montiferru conferma come l'uso combinato di dati Sentinel 1 e Sentinel 2 rappresenti un potente strumento, ormai maturo, capace di monitorare le aree interessate dal fuoco, mentre l’evento stesso è in corso, e fornendo una rapida valutazione dei danni associati subito dopo che l’evento è terminato. Si noti come in Figura 1 per la data del 25 luglio vi sia un perfetto accordo tra fuochi attivi e mappatura da dati RADAR (le zone più scure sono quelle associate agli incendi). Lo strumento radar si è rivelato in questo caso interessante per lo studio delle fasi di innesco della catena di incendi verificatisi nell’area di interesse e per studiarne i meccanismi di propagazione. Infine, le aree bruciate e le mappe della severità dei fuochi possono fornire preziose informazioni geo spaziali per guidare, ad esempio, indagini sul campo post-evento e quale supporto alla pianificazione delle attività di mitigazione e prevenzione da futuri eventi calamitosi.

 
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Linee guidaIl primo documento relativo alle Linee Guida per l’uso dei dati interferometrici satellitari finalizzato all’interpretazione e alla valutazione del comportamento strutturale delle costruzioni è stato pubblicato il 10 ottobre 2023 ed è attualmente sottoposto a inchiesta pubblica fino al prossimo 15 Novembre per eventuali miglioramenti.
Il documento nasce dall’esigenza da parte del Dipartimento della Protezione Civile Italiana di promuovere e sostenere un’attività volta ad approfondire e chiarire gli aspetti fondamentali sull’utilizzo e sulle possibili applicazioni delle tecniche di Interferometria SAR Differenziale (DInSAR) satellitare nell’ambito dello studio del comportamento strutturale delle costruzioni. Tale attività è stata condotta in sinergia con il consorzio interuniversitario ReLUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica e Strutturale) e un gruppo di ricercatori dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (IREA-CNR).
“Le potenzialità offerte dall’Interferometria SAR satellitare nel campo del monitoraggio dell’ambiente naturale e del patrimonio costruito sono notevoli” spiega l’Ing. Manuela Bonano, primo ricercatore dell’IREA, che ha coordinato il contributo dell’IREA alla stesura delle suddette Linee Guida. “Grazie al numero crescente di immagini SAR acquisite dai sensori satellitari attualmente in orbita, alle loro elevate frequenze di rivisitazione e alla maggior risoluzione spaziale delle corrispondenti immagini RADAR, le tecniche DInSAR avanzate sono sempre più spesso utilizzate per analizzare e monitorare nel tempo le deformazioni del suolo e delle strutture. Tale risultato si ottiene attraverso la generazione di mappe spazialmente dense di velocità media di spostamento e delle relative serie temporali di deformazione alla scala della singola infrastruttura o edificio, con accuratezze millimetriche”, sottolinea ancora l’Ing. Bonano.
La conoscenza dell’evoluzione temporale di tali spostamenti, ottenuti dall’elaborazione di un gran numero di dati satellitari acquisiti su un’area di interesse per periodi anche superiori a 10 anni, può rappresentare un elemento determinante per valutare lo stato di salute delle strutture ed infrastrutture, ma necessita di una chiave interpretativa avanzata per valutare l’impatto di tali deformazioni sul comportamento strutturale delle costruzioni. Da questa necessità scaturiscono le presenti Linee Guida, le quali hanno l’obiettivo e l’ambizione di definire un percorso scientificamente solido per l’uso appropriato e ottimale dell’Interferometria SAR satellitare nella valutazione dei comportamenti delle costruzioni e del loro stato di salute. Ciò permette da un lato il ridimensionamento di aspettative eccessive rispetto a tale strumento, dall’altro il chiarimento che, se correttamente utilizzato e interpretato, esso può fornire un prezioso ausilio alla diagnosi strutturale.
L'IREA è ampiamente coinvolta in diversi progetti scientifici finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finalizzati a potenziare la disponibilità, l’accesso e l’utilizzo delle tecnologie satellitari da parte della comunità scientifica e istituzionale, tramite lo sviluppo di nuovi metodi d’indagine e applicazioni a supporto di comuni, ministeri e del Dipartimento della Protezione Civile, che consentono il controllo del nostro territorio in modo sempre più preciso e frequente. “In tale contesto”, afferma l’ing. Riccardo Lanari, Dirigente di Ricerca dell’IREA-CNR, “la sinergia tra l’attuale costellazione nazionale COSMO-SkyMed di prima e seconda generazione e la futura costellazione satellitare per l’Osservazione della Terra denominata IRIDE, realizzata in Italia su iniziativa del Governo con risorse PNRR, rappresenterà un elemento strategico per l’aumento della resilienza dell’ambiente costruito”.
mappa llggMappa geocodificata (in falsi colori) della velocità media di deformazione in LOS, espressa in cm/anno e ottenuta dall’elaborazione SBAS-DInSAR a piena risoluzione spaziale dei dati CSK/CSG acquisiti da orbite ascendenti nell’intervallo Marzo 2011 – Agosto 2021, relativa all’intera area metropolitana di Roma. A sinistra, dall’alto verso il basso sono riportate le viste zoomate delle velocità di deformazione relative al ponte regina Margherita, a un edificio in Viale Giustiniano Imperatore e all’area del raccordo autostradale A90/A91 Roma-Fiumicino, insieme alle serie storiche di deformazione relative a tre punti localizzati nelle zone di massima deformazione.
 
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L’evento, co-organizzato dal Dipartimento scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente e gli istituti IREA, ISAC e ISMAR del CNR e dalla fondazione IMC, intende proporre una riflessione sui cambiamenti del ruolo della ricerca in un contesto in cui le relazioni tra scienza, politica e società sono oggetto di discussione e ridefinizione globale. Il riferimento, in particolare, è alla Planetary Health che, al concetto di salute dell’OMS come benessere fisico, mentale e sociale, aggiunge i legami di interdipendenza tra sistemi naturali e sociali e promuove una visione olistica e interconnessa del pianeta. La prospettiva è in linea con gli Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che mirano a costruire un mondo più sano e più giusto, per tutti gli esseri viventi, in armonia con l’ambiente.
L’evento sarà anche l’occasione per condividere temi ed obiettivi della nuova Collana edizioni CNR “Scienziati in Affanno?”, il cui primo numero è dedicato interamente alla Scienza post-normale che considera la necessità di ricorrere a tutte le conoscenze disponibili – non solo scientifiche – per governare le crisi che sempre più caratterizzano le società contemporanee. 

Ulteriori informazioni sono sul sito del centenario CNR.

La locandina con il programma della giornata è disponibile a questo link
L’evento sarà anche trasmesso in streaming a questo link
 
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Martedì, 26 Settembre 2023 15:21

Notte Europea dei Ricercatori 2023

Immagine Notte dei ricercatoriTorna venerdì 29 settembre la “Notte europea dei ricercatori”, la manifestazione promossa dalla Commissione Europea a partire dal 2005 per avvicinare la scienza al grande pubblico, sensibilizzare la collettività sul’importanza dell’innovazione e della ricerca per il benessere collettivo e far crescere l’interesse dei più giovani nei confronti delle professioni scientifiche.
Insieme agli altri Istituti della rete CNR-CREO (Campania REteOutreach) l’IREA sarà presente con i suoi ricercatori e ricercatrici in piazza del Gesù a Napoli a partire dalle ore 17.00 per presentare le sue attività di ricerca anche con l’aiuto della realtà virtuale. Nel corso dell’evento, dal titolo “Osserviamo l’ambiente coi radar”, verrà mostrato inoltre il principio di funzionamento di un sistema radar per la localizzazione di oggetti nascosti.
La proposta rientra nella più ampia programmazione del progetto STREETS (Science, Technology and Research for Ethical Engagement Translated in Society) di cui CNR-CREO è partner. Coordinato dall’Università degli studi di Napoli Federico II, STREETS è un progetto multidisciplinare e intersettoriale che, calandosi nella realtà quotidiana e per le “strade” della Campania e del Lazio Meridionale, pone come obiettivo la diffusione della cultura e il racconto dell’impegno, dell’ingegno e della passione dei ricercatori.
Il progetto e il programma completo sono on line su www.nottedeiricercatori-streets.it
Tra le proposte che vedono coinvolti ricercatori dell'IREA ci sono anche due spettacoli che si terranno a Roma a partire dalle 22:00 del 29 e 30 settembre: il primo, dal titolo “Dottò, ma quando scoppia il Vesuvio?” sfrutta il potere di immagini, video e musica, per raccontare l’avvincente storia di uno dei vulcani più imponenti d’Italia; nel secondo,  C’era una volta il pianeta Terra”, racconti e musica dal vivo accompagneranno alla scoperta dei principali eventi geologici accaduti fino ai giorni nostri per interrogarsi su un futuro che sembra segnato dall’impatto dell’uomo. 
 
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MMT-logoIl 24 settembre 2021 torna l’appuntamento con la European Researchers' Night (ERN), promossa dalla Commissione Europea. Nel progetto “Meet Me Tonight”, coordinato dall’Università FEDERICO II di Napoli, in Campania sono coinvolti oltre 50 soggetti pubblici e privati come Atenei, Enti di ricerca, Musei, impegnati nella divulgazione della scienza per una giornata “Faccia a faccia” con la ricerca.
L’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente (IREA) afferente a CREO-CNR (Campania REteOutreach), la neonata rete di divulgazione scientifica di 24 Istituti campani e del Comitato Unico di Garanzia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, partecipa in prima linea all’evento nell'ambito della tematica Planet Earth e propone le sue attività in presenza dalle ore 10.00 alle 20.00 presso il Chiostro del Complesso Monumentale Santi Marcellino e Festo nel cuore del centro storico di Napoli.
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Mercoledì, 29 Settembre 2021 14:15

L’Irea a Expo Dubai 2020

padiglione ItaliaMancano ormai pochi giorni all’avvio di Expo Dubai 2020, l’Esposizione Universale che si terrà negli Emirati Arabi Uniti dal 1 ottobre 2021 al 31 marzo 2022, la prima a svolgersi in un Paese arabo.
All’interno del Padiglione Italia, che mostrerà al mondo le eccellenze del nostro Paese, sarà presente un’ area destinata all’innovazione, l’Innovation Space, un orizzonte sulle ultime frontiere della ricerca italiana. Attraverso filmati riprodotti in loop sugli schermi, gli enti di ricerca, le università e le aziende italiane racconteranno il loro contributo nei due settori fondamentali per uno sviluppo sostenibile e circolare: l’Acqua e lo Spazio.
Tra i 24 video, selezionati dal Commissariato Generale dell'Italia per Expo Dubai e dal CNR, ci sarà anche un filmato realizzato dall’IREA sull’Osservazione della Terra, una disciplina che permette di migliorare le conoscenze del nostro Pianeta per la salvaguardia del suo ambiente e dei suoi abitanti. Il video racconta le innovazioni tecnologiche in ambito spaziale e l’interferometria SAR differenziale, una tecnica all’avanguardia utilizzata per l’elaborazione dei dati satellitari per la quale l’IREA è un centro di riconosciuta eccellenza in ambito internazionale. Tale tecnica consente di misurare le deformazioni del suolo con la precisione del millimetro e ha numerosi campi di applicazione, dalla misura dello spostamento del terreno a seguito di un evento sismico, allo studio delle deformazioni in aree vulcaniche, al monitoraggio di infrastrutture e di edifici, alla salvaguardia del patrimonio artistico.
Il 21 ottobre, nella settimana dedicata allo Spazio, è poi in calendario l'evento "L’Osservazione della Terra dallo Spazio: dai Principi Fisici alle Applicazioni Avanzate". Ricercatori dell’IREA-CNR, insieme a quelli delle Università di Napoli Parthenope, di Pavia e di Trento e della United Arab Emirates University, illustreranno le tecnologie moderne di Osservazione della Terra dallo Spazio approfondendo i principi di funzionamento di sensori radar ed ottici, ed analizzando le applicazioni con particolare riferimento alle aree dell’Italia e degli Emirati Arabi.
 
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marteIl Focus dell’ultimo numero del 2021 dell’Almanacco della Scienza, quindicinale del Consiglio Nazionale delle Ricerche, riporta le attività di ricerca più significative dell’anno per i sette Dipartimenti del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il Dipartimento di Ingegneria, ICT e Tecnologie per l’Energia e i Trasporti (DIITET) ha indicato quale risultato più rilevante nel 2021 gli ultimi sviluppi delle attività di ricerca riguardanti la scoperta di acqua su Marte.

La presenza di acqua liquida presente sotto la calotta polare meridionale di Marte, in particolare nella regione di Ultimi Scopuli, rilevata a partire da osservazioni del radar Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding (Marsis) è stata oggetto di una prima pubblicazione su “Science” nel 2018. La scoperta, da parte di un team di ricerca interamente italiano del quale faceva parte anche l'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente, ha riacceso il dibattito sull'origine e la stabilità di acqua liquida nel sottosuolo marziano. In seguito, il lavoro “Multiple subglacial water bodies below the South Pole of Mars unveiled by new Marsis data” pubblicato su “Nature Astronomy” ha riguardato la scoperta di ulteriori laghi di acqua salata nel sottosuolo del polo sud marziano, rafforzando l'ipotesi della presenza di acqua liquida.

Marsis è un radar che assicura una risoluzione nel ghiaccio puro di circa 50 metri e che investiga il sottosuolo fino alla profondità (per le calotte polari) di circa 3,7 km. Le osservazioni di Marsis sono state analizzate adattando le procedure comunemente utilizzate per l'elaborazione di dati da un radar terrestre al fine di discriminare tra condizioni basali subglaciali umide e secche. Infatti, in Antartide e Groenlandia la combinazione di analisi qualitative (morfologia del substrato roccioso nell'immagine radar) e quantitative (caratteristiche del segnale) viene utilizzata proprio per rilevare la presenza di acqua subglaciale. Va inoltre sottolineato come la metodologia di elaborazione impiegata in tale lavoro sia completamente diversa da quella utilizzata in quello pubblicato su “Science” nel 2018 e rende confidenti nell'affidabilità dei risultati riportati in entrambi gli articoli.

L'analisi ha confermato la presenza del lago già individuato nel 2018 e fornito risultati inaspettati, che mostrano la presenza di tre nuove aree caratterizzate da pozze liquide. È quindi ragionevole supporre che acqua liquida possa essere presente in maniera diffusa alla base del SPLD (South Polar Layered Deposits), anche se potrebbe essere molto difficile rivelarla.

Per quanto riguarda le possibili cause della presenza di acqua liquida, in assenza di dati sul flusso di calore o di prove geologiche, sono state fatte diverse ipotesi in gran parte speculative e che non tengono in conto adeguatamente le osservazioni planetarie fino a oggi effettuate. L'ipotesi presentata nel lavoro si basa sull'esistenza di acqua ipersalina, cioè acqua con un'elevata concentrazione di sali disciolti. La possibilità di estesi corpi idrici ipersalini su Marte è particolarmente eccitante a causa della potenziale esistenza di vita microbica, come organismi estremofili, anaerobi e aerobi. I corpi di acqua alla base del Polo Sud marziano rappresentano quindi aree di potenziale interesse astro-biologico e sarebbe auspicabile che future missioni su Marte si focalizzino su questa regione.

Vai al sito dell’Almanacco della Scienza per leggere l’articolo completo

 

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Logo GRSSLo scorso 3 marzo si è svolta la cerimonia di premiazione del Premio tesi IEEE-GRS29-Italy 2020-21. Il concorso, organizzato anche quest’anno congiuntamente dai Chapter IEEE Geoscience Remote Sensing Central-North Italy (GRS29-CNI) e South Italy (GRS29-SI), ha visto la premiazione delle 3 migliori tesi di dottorato e delle 3 migliori tesi di laurea magistrale, su tematiche di geoscienze e telerilevamento, discusse nel periodo dal 1° giugno 2020 al 31 maggio 2021.

Tra i candidati di quest’anno, è risultata vincitrice Marina Ranghetti, per la tesi di laurea magistrale dal titolo “Hybrid approaches for the estimation of biophysical variables of agronomic interest from hyperspectral and multispectral data: applications for maize crops”, svolta presso IREA e discussa al Politecnico di Milano nell’aprile 2021.

La tesi svolta da Marina ha riguardato l’utilizzo di approcci ibridi per la stima di variabili biofisiche da dati iperspettrali e multispettrali.schema Tra le variabili biofisiche di interesse, sono state scelte l’indice di area fogliare (LAI), nonché il contenuto di clorofilla e azoto nella chioma (CCC e CNC, rispettivamente). Più in dettaglio, un approccio ibrido consiste nell’integrare modelli di trasferimento radiativo (RTM) con algoritmi di machine learning (ML), sfruttando le proprietà di generalizzazione tipiche dei metodi fisicamente basati, come gli RTM, con la flessibilità e l’efficienza computazionale dei ML. Durante la tesi Marina ha utilizzato l’RTM PROSAIL-PRO per simulare un database composto da migliaia di spettri di vegetazione del mais, facendo variare i parametri di input del PROSAIL-PRO per considerare diverse condizioni della vegetazione. Le relazioni tra spettri (input) e parametri biofisici di interesse (output) sono quindi state modellate utilizzando diversi algoritmi di ML: Gaussian Processing Regression, Neural Network, Random Forest, Partial Least Square Regression, Support Vector Regression. I diversi modelli addestrati sono stati testati con dati simulati in configurazione PRISMA e Sentinel-2 a partire da dati aerei iperspettrali. Le performance dei modelli sono state valutate con dati in-situ raccolti durante le campagne di misura contemporanee ai sorvoli aerei. I migliori algoritmi in configurazione Sentinel-2, per ciascuna variabile di interesse (LAI, CCC e CNC), sono stati applicati a dati reali per la creazione delle relative mappe.

Marina, è attualmente borsista di ricerca presso la sede IREA di Milano, dove sta continuando la sua attività di ricerca nell’ambito del telerilevamento ottico applicato all’agricoltura di precisione.

 

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Martedì, 29 Marzo 2022 15:26

Scuola Nazionale Biosensori Ottici e Biofotonica

BiOBSi terrà a Ischia dal 6 al 10 giugno la Quarta Scuola Nazionale Biosensori Ottici e Biofotonica (Bio&B), un'iniziativa italiana per stabilire una piattaforma di istruzione, discussione e scambio fra i giovani ricercatori che lavorano nel settore dei biosensori e della fotonica.

Durante la Scuola saranno descritti i principali tipi di biosensori, i biorecettori più innovativi e le diverse tecniche di immobilizzazione. Saranno anche descritti alcuni metodi ottici basati sull’interazione tra fotoni e materia biologica per applicazioni biomedicali, agroalimentari e ambientali.

La Scuola è rivolta a dottorandi, borsisti ed assegnisti afferenti ad Università, enti pubblici di ricerca e laboratori privati (fino a un massimo di 35 partecipanti). Per partecipare è necessario compilare il modulo di iscrizione entro il 26 Aprile 2022.

Direttori: Ambra Giannetti (IFAC-CNR), Maria Grazia Manera (IMM-CNR), Ilaria Rea (ISASI-CNR), Genni Testa (IREA-CNR).

Programma

Flyer

Per tutti i dettagli clicca qui

 

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IEEE Trans. Medic. Imag

Un importante riconoscimento è stato conferito a Rosa Scapaticci, ricercatrice presso il CNR-IREA, selezionata come Associate Editor della rivista IEEE Transactions on Medical Imaging (IF 10.048), in qualità di esperta del settore “Microwave imaging for medical applications”. L'obiettivo della rivista è dare una visione unificante delle scienze della medicina, della biologia e dell'imaging ed enfatizzare la sinergia tra strumentazione, hardware, software, matematica, fisica, biologia e medicina attraverso nuovi metodi di analisi.

Maggiori dettagli sulla rivista sono disponibili a questo link.

A questo link il gruppo editoriale completo

 

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