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Articolo di ricercatori IREA scelto per la cover story della rivista Remote Sensing
L'articolo “Multiview Multistatic vs. Multimonostatic 3D GPR Imaging: A Comparison” pubblicato dai ricercatori IREA Medhi Masoodi, Gianluca Gennarelli, Francesco Soldovieri e Ilaria Catapano, è stato scelto per la cover story del Volume 16, Issue 17, Settembre-1 2024 della rivista Remote Sensing.
L’articolo riguarda i radar multicanale, ovvero i sistemi costituiti da array di antenne, che rappresentano lo stato dell’arte nell’ambito delle tecnologie non invasive per la diagnostica del sottosuolo. I sistemi georadar multicanale offrono infatti opportunità inesplorate, consentendo di acquisire contemporaneamente dati su più linee di misura parallele con una notevole riduzione del tempo di scansione. Ciò rappresenta un aspetto particolarmente rilevante nel caso di indagini di vaste dimensioni. D’altra parte, tali sistemi permettono di illuminare e di osservare la scena in esame da diverse angolazioni rendendo possibile un miglioramento delle capacità di analisi in termini di risoluzione ed interpretabilità delle immagini.
A fronte dei vantaggi sopracitati, nasce l’esigenza di sviluppare efficienti algoritmi di data processing capaci di trattare la significativa mole di dati forniti da questi sistemi.
In tale contesto, l’articolo presenta uno studio teorico finalizzato ad investigare le caratteristiche dell’imaging radar tridimensionale del sottosuolo mediante approcci di tomografia a microonde, che sfruttino le potenzialità offerte dai sistemi georadar multicanale. In particolare, sono state analizzate le capacità di indagine ottenibili elaborando dati acquisiti con diverse configurazioni di misura caratterizzate da un numero crescente di antenne.
I risultati presentati hanno mostrato il confronto, in termini di capacità di ricostruzione, tra le diverse configurazioni di misura a partire dal caso comune di dati multi-monostatici al caso di dati multivista/multistatici la cui acquisizione è oggi resa possibile dai sistemi radar multicanale. Tali risultati hanno evidenziato che la disponibilità di dati multivista/multistatici consente di ottenere migliori prestazioni in termini di contenuto informativo ricostruibile e ha fornito indicazioni per la scelta del numero di antenne trasmittenti, fissato quello delle antenne riceventi.
Una sessione speciale a EGU 2024 per ricordare Mariarosaria Manzo
Martedì 16 aprile, nell’ambito della EGU General Assembly 2024, si terrà una Sessione d'Onore in Memoria della nostra collega Mariarosaria Manzo, scomparsa prematuramente nel 2022.
La sessione si ispira alle tematiche che hanno caratterizzato la ventennale attività di ricerca di Mariarosaria Manzo, che si è concentrata sull’utilizzo dei dati del radar ad apertura sintetica (SAR) per lo studio delle deformazioni della superficie terrestre attraverso l’applicazione della tecnica di interferometria SAR differenziale (DInSAR) e lo sviluppo di metodi DInSAR avanzati focalizzati sulla generazione di serie temporali di deformazione, come l'approccio Small BAseline Subset (SBAS).
La sessione vuole dunque ricordare l’eredità che Mariarosaria ha lasciato. Intelligenza, competenza, passione, coraggio, equilibrio, fermezza, gentilezza, determinazione e dolcezza hanno lasciato un'impronta indelebile nelle persone con cui ha collaborato.
L'IREA al Mediterranean Aerospace Matching 2024
L'IREA, sezione di Bari, partecipa al Mediterranean Aerospace Matching 2024 (MAM'24) che si svolge dal 20 al 22 marzo presso l’aeroporto di Grottaglie (Ta).
MAM'24 è la seconda edizione di una convention internazionale per l'industria aerospaziale e della mobilità aerea avanzata, con un focus sull'area del Mediterraneo. Nei tre giorni dell'evento si riuniranno esperti nazionali e internazionali del settore, nonché PMI, start-up, giovani studenti e professionisti, per discutere le prossime sfide nei settori della mobilità aerea avanzata e dei sistemi di trasporto spaziale e tracciare nuove prospettive nel campo degli aerei senza pilota e dei servizi aerei innovativi.
7° LAKES Workshop / 20-21-22 Novembre / Milano
Sono ufficialmente aperte le registrazioni per il 7° Workshop LAKES!
Il 7th LAKES Workshop “Parameterization of Lakes in Numerical Weather Prediction and Climate Modelling” mira a esplorare le interazioni tra i corpi idrici interni, come laghi e bacini, e l'atmosfera, al fine di migliorare l'accoppiamento tra queste due componenti chiave del ciclo idrologico.
Il Workshop, organizzato su tre giorni con sessioni orali e poster, ha l’obiettivo di riunire ricercatori e ricercatrici che lavorano su vari aspetti dei feedback lago-atmosfera e dell'interazione dei laghi con il clima regionale e globale.
La settima edizione del LAKES Workshop si terrà presso l’Area Territoriale di Ricerca di Milano 1 dal 20 al 22 novembre 2024. Il tema principale è la parametrizzazione dei laghi nella Numerical Weather Prediction (NWP) e nei modelli climatici. Il Workshop è aperto anche alla partecipazione di ricercatori e ricercatrici di discipline affini, come la limnologia fisica, il telerilevamento delle acque interne, la fisica atmosferica e l'idrologia.
Il 7th LAKES Workshop 2024 di Milano affronterà le seguenti tematiche:
• LAKES & ATMOSPHERIC MODELING: Interazioni lago-atmosfera, processi nei corpi d'acqua dolce legati alla forzante atmosferica e accoppiamento tra modelli di lago e atmosfera.
• MODEL VALIDATION & INTERCOMPARISON: Validazione dei modelli atmosferici che includono la parametrizzazione dei laghi e schemi di assimilazione dati dei laghi, oltre alla validazione dei modelli di lago accoppiati all'atmosfera.
• ANCILLARY DATA FOR MODELING LAKES: Utilizzo di dataset esterni disponibili su scala locale e globale per supportare la generazione e/o la qualità di parametri esterni richiesti dagli schemi di parametrizzazione dei laghi nei modelli atmosferici, ad es. campi di profondità dei laghi e frazione di lago.
• NEW FRONTIERS FOR DATA ASSIMILATION FROM REMOTE SENSING: Informazioni su neve, ghiaccio, temperatura e trasparenza dell'acqua di laghi, bacini e altri corpi idrici da dati telerilevati per studiare i cambiamenti dei laghi e la loro interazione con il clima regionale e globale. I
l Workshop di Milano prosegue la serie di workshop sulla parametrizzazione dei laghi iniziata a Zelenogorsk (Russia, 2008) e seguita dai Workshop tenutisi a Norrköping (Svezia, 2010), Helsinki (Finlandia, 2012), Évora (Portogallo, 2015), Berlino (Germania, 2017) e Tolosa (Francia, 2019).
Per la registrazione e ulteriori informazioni va a questo link https://lakesmilan2024.irea.cnr.it/
Nuovo studio del CNR-IREA sulla sorgente dei fenomeni geofisici ai Campi Flegrei
Un gruppo di ricerca dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli, formato da ingegneri e geofisici, ha messo a punto un modello basato sull’analisi di dati di natura diversa, quali dati satellitari e sismologici, grazie al quale si è stimata la posizione della sorgente responsabile dei recenti fenomeni di sollevamento, sismicità, incremento delle temperature e variazione dei parametri geochimici nei Campi Flegrei.
In particolare l’analisi stima la posizione della sorgente in una regione della crosta terrestre che si estende da una profondità di 3 km a circa 500 m in prossimità dell’area compresa tra Solfatara e Pisciarelli. Tale sorgente, di geometria irregolare, evolve sia nello spazio che nel tempo.
“Mentre sulla sorgente magmatica profonda c’è un buon accordo nella comunità scientifica – spiega Pietro Tizzani, primo ricercatore del CNR-IREA e coordinatore della ricerca - è invece in atto un dibattito scientifico sulla porzione più superficiale del sistema che alimenta le manifestazioni vulcaniche dell’area.”
In questo contesto, il gruppo di ricercatori del CNR-IREA ha messo a punto un approccio innovativo basato sull’imaging tomografico geodetico multi-sorgente, utilizzando principalmente dati di deformazione del suolo rilevati da radar a bordo di satelliti ed elaborati con la tecnica dell'interferometria differenziale con radar ad apertura sintetica. A differenza delle analisi più tradizionali, tale approccio è capace di fornire una visione d’insieme e multiscala di una sorgente unitaria, responsabile del campo di stress attivo sia in profondità che verso la superficie. In particolare, grazie a tale approccio è stato possibile identificare una sorgente sub-superficiale in cui i fluidi in pressione possono interagire con la regione superficiale ad alta fratturazione. L’area interessata da questa sorgente ha una sezione trasversa più ampia in profondità per poi restringersi verso la superficie fino ad una profondità minima di 400-500 metri.
L’interpretazione che ne deriva è che le pressioni prodotte dal sistema magmatico vengono trasferite verso la superficie parzialmente tramite il movimento di fluidi di diversa natura e composizione. Tali fluidi si incanalano in fratturazioni della crosta sub-superficiale della caldera, laddove è stata registrata la sismicità più superficiale, fino ad arrivare ad esercitare una spinta in una zona relativamente a bassa profondità.
A questo link la video intervista ad alcuni autori dello studio.
13° EARSeL Forest Fire Workshop
Il 19-20 settembre 2024 si terrà a Milano, presso l’Area Territoriale di Ricerca di Milano 1 (AdRMi1), il 13° workshop EARSeL sugli incendi boschivi dal titolo “Remote Sensing of Forest Fires: Lessons learned and future challenges under a changing climate”.
Nei due giorni dedicati alla tematica del monitoraggio degli incendi con dati di Osservazione della Terra in tutte le sue fasi (e.g. rischio e pericolo, previsione, impatti, emissioni) si riuniranno scienziati, esperti di settore, enti locali, manager, nazionali ed internazionali coinvolti nella previsione ed monitoraggio degli incendi boschivi e dei loro impatti sulla biosfera nel quadro della crisi climatica e dei cambiamenti climatici attesi.
Il workshop è organizzato in un’unica sessione plenaria orale e una sessione poster.
La sottomissione degli abstract è aperta fino al 31 marzo 2024 a questo link
Isola di Vulcano: individuata la sorgente della riattivazione vulcanica
Analizzando dati satellitari avanzati e segnali sismici, un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli (CNR-IREA) ha tracciato la mappa della sorgente vulcanica dell’isola di Vulcano, e delineato chiaramente le implicazioni di questa scoperta per la sicurezza dell'area. Lo studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, ha fornito risultati che rappresentano un fondamentale punto di partenza per valutazioni future della pericolosità vulcanica dell’isola.
“L'Isola di Vulcano, patria dell'imponente ‘La Fossa’, ha suscitato attenzione a partire da settembre 2021, manifestando segni di riattivazione vulcanica. Il nostro studio, focalizzato su dati InSAR (Interferometria radar satellitare) e GNSS (sistema satellitare globale di navigazione), ha esplorato questa dinamica, localizzando la sorgente, valutandone le caratteristiche e impatto sulla pericolosità vulcanica” spiega Federico Di Traglia, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e primo autore dell’articolo.
Il focus principale dello studio è stato la comprensione della riattivazione vulcanica e la stima della pericolosità associata. “Analizzando i dati satellitari InSAR e i segnali sismici, abbiamo identificato la sorgente, posizionata a 500 mt sotto l'area craterica di Vulcano, operante tra luglio e dicembre 2021”, aggiunge Valentina Bruno, ricercatrice dell’Osservatorio Etneo dell’INGV e coautrice dell’articolo. “Utilizzando serie temporali InSAR e dati GNSS da Sentinel 1 e dell’Osservatorio Etneo dell’INGV (INGV–OE), abbiamo localizzato e valutato l'evoluzione della sorgente. Gli eventi VLP (Very Long Period, eventi sismici legati alla pressurizzazione dei fluidi nel sistema idrotermale di Vulcano), riscontrati tra luglio e dicembre 2021, hanno supportato l'aumento della dilatazione dell'area vulcanica e sono stati associati al sistema idrotermale sotto il cono de La Fossa".
Pubblicato da un team italo-spagnolo uno studio che getta nuova luce sulle eruzioni vulcaniche
Un team internazionale di ricercatori dell'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (CNR-IREA) di Napoli e dell’Instituto Volcanológico de Canarias (INVOLCAN) di Tenerife (Spagna) ha recentemente pubblicato uno studio innovativo sulla più grande eruzione storica mai registrata a La Palma, una delle isole Canarie, avvenuta il 19 settembre 2021. L'eruzione di Tajogaite ha suscitato interesse non solo per i suoi impatti immediati, ma anche per la rilevante quantità di informazioni utili a fini scientifici che sono state ottenute.
Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Scientific Report, ha esaminato dettagliatamente gli otto giorni precedenti e i primi dieci giorni dell'eruzione, rivelando elementi non noti sulla dinamica ed evoluzione del vulcanismo dell’isola.
“Il preludio dell'eruzione è durato 8 giorni ed è stato caratterizzato da segnali precursori manifestatisi a partire dall'11 settembre 2021”, spiega Luca D’Auria, Geofisico e Direttore dell’Area di sorveglianza vulcanica di INVOLCAN. “La sismicità, con migrazione verso ovest e verso la superficie degli ipocentri”, prosegue D’Auria, “ha anticipato l’insorgere dell’imminente evento eruttivo”.
Le stazioni GPS-GNSS permanenti, attive sul lato occidentale dell'isola, hanno altresì registrato, a partire dal 12 settembre, deformazioni del suolo superiori a 15 cm, offrendo indicazioni di rilievo sulla evoluzione della pressione magmatica sottostante. Dopo l’inizio dell’eruzione, le deformazioni del suolo hanno poi raggiunto il picco massimo il 22 settembre, mostrando nei mesi successivi una tendenza alla deflazione. In particolare, le osservazioni realizzate hanno mostrato che Il 27 settembre l'eruzione ha subito una pausa di alcune ore attribuita a un collasso temporaneo del sistema di alimentazione superficiale lungo il sistema di fratturazione attivo.
Per comprendere appieno la dinamica del vulcano, il team di ricercatori ha utilizzato serie temporali GPS-GNSS e dati satellitari della costellazione Europea Sentinel-1, esaminando orbite ascendenti e discendenti. La geometria risultante della sorgente ha rivelato un dicco, ossia una struttura magmatica instrusiva subverticale, spazialmente articolato piegato verso est. Nello specifico, il suddetto sistema di alimentazione ha condizionato l'ascesa del magma lungo due rami principali mostrando una stretta correlazione con la sismicità pre-eruttiva, ed è stata anche influenzata dalla presenza di uno strato duttile e termicamente anomalo al di sotto del vulcano. Analisi approfondite hanno rivelato anche deformazioni superficiali precoci attribuite agli effetti di fluidi idrotermali ascendenti.
Questi risultati sottolineano l'importanza di modellazioni avanzate per la comprensione dei processi pre-eruttivi nei complessi vulcani basaltici. “L'analisi geodetica realizzata” afferma il geofisico Pietro Tizzani, primo ricercatore del CNR-IREA, “ha dimostrato il grande potenziale di questa tecnica nello studio dei processi di ascesa del magma”.
I ricercatori coinvolti nello studio hanno concluso che questi risultati forniscono prove della complessità dei processi di propagazione della fratturazione e dei cambiamenti temporali nel sistema di alimentazione superficiale di un vulcano, aprendo nuove prospettive per la comprensione e la mitigazione dei rischi legati alle future eruzioni.
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L'Irea a Futuro Remoto 2023
Anche quest’anno l’IREA sarà presente a Futuro Remoto, la prima manifestazione europea di diffusione della cultura scientifica e tecnologica giunta ormai alla XXXVII edizione, che affronterà il tema “INTELLIGENZE” illustrando la molteplicità delle forme intellettive ormai riconosciute dalla ricerca, dall’intelligenza delle piante fino alla sfida dell’intelligenza artificiale.
Insieme ad altri Istituti della rete CREO (Campania REte Outreach) del CNR (ICB, IEOS, INO, STEMS, e IGB) e all’Istituto Tecnico Industriale “Augusto Righi” di Napoli, le ricercatrici del BIO-Lab dell’IREA, Olga Zeni, Stefania Romeo, Anna Sannino e Mariateresa Allocca, hanno realizzato una Escape room a tema scientifico dal titolo “Intelligenze CREOattive: in gioco alla scoperta delle intelligenze biologiche e tecnologiche!”
I visitatori che vorranno mettersi alla prova riceveranno una serie di informazioni sugli ultimi risultati della ricerca riguardo le strategie evolutive operanti a tutti i livelli di complessità della vita e le soluzioni sviluppate dai ricercatori per sfruttare o intervenire su questi aspetti. Comprenderanno come le cellule di mammifero sono in grado di reagire all’esposizione ai campi elettromagnetici non ionizzanti, che tanta preoccupazione destano nella popolazione per i rischi che possono arrecare alla salute, attivando meccanismi adattativi che le rendono più forti nei confronti degli effetti dannosi di agenti fisici e chimici. Conosceranno poi nuovi prodotti e materiali, talvolta ispirati a modelli biologici e naturali, dotati di maggiore flessibilità d’uso e sostenibilità ambientale/energetica di quelli tradizionali.
A questo punto si potrà partecipare a una gara contro il tempo, organizzandosi in squadre, per completare un percorso, risolvendo giochi, enigmi ed eseguendo esperimenti basati sulle conoscenze appena acquisite.
Vi aspettiamo dal 21 al 23 novembre, per imparare divertendosi.
Il CNR è qui: gli eventi del CNR alla 37a edizione di Futuro Remoto
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L'Irea a Futuro Remoto per comprendere gli equilibri tra i campi elettromagnetici e l'ambiente, la salute e l'arte
L’Irea partecipa a Futuro Remoto, la storica manifestazione organizzata da Città della Scienza di Napoli, che si terrà dal 22 al 27 novembre con oltre 200 eventi dedicati al tema Equilibri.
I ricercatori dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche condurranno i visitatori in magnifici ambienti di realtà virtuale in ognuno dei quali scopriranno una declinazione della parola “Equilibri” legata alle sue attività di ricerca, dal telerilevamento a microonde al bioelettromagnetismo e alla diagnostica elettromagnetica, tra satelliti e misurazioni di campi elettromagnetici in un viaggio che, partendo dall’analisi del lontano passato, attraversa il presente e guarda al futuro.
Terremoti, eruzioni vulcaniche, fenomeni di dissesto idrogeologico ci ricordano continuamente che la Terra è in continua ricerca di un suo equilibrio e va monitorata con continuità. I sensori montati a bordo di satelliti o utilizzati a terra ci aiutano a comprendere il dinamismo terrestre e acquatico e come esso evolve con lo scorrere del tempo. Un sistema in equilibrio è anche quello che descrive l’interazione tra i campi elettromagnetici e i sistemi viventi: una perturbazione di tale equilibrio può portare a effetti avversi, che possono essere evitati fissando dei limiti all’esposizione, ma anche ad effetti benefici, grazie al loro utilizzo in applicazioni terapeutiche. Equilibri tra geometrie variabili è ciò che descrive poi il rapporto tra umanità e ambiente nei secoli grazie all’analisi non invasiva dei reperti del passato.
L’evento proposto, dal titolo “riCREO Equilibri: Un viaggio virtuale per comprendere gli equilibri dinamici tra i campi elettromagnetici e l'ambiente, la salute e l'arte”, in programma il il 22, 23 e 24 novembre, è stato ideato allo scopo di coinvolgere il pubblico di tutte le età, per imparare divertendosi.
"riCREO Equilibri" è il denominatore comune delle iniziative proposte dai ricercatori di CREO - CampaniaREteOutreach, la rete di divulgazione scientifica degli Istituti campani del Consiglio Nazionale delle Ricerche a cui appartiene anche l’Irea. Attraverso l’impegno, l’inventiva e la collaborazione dei ricercatori afferenti agli istituti coinvolti nelle attività per questa edizione di Futuro Remoto, la rete CREO si popone di coinvolgere il pubblico sulle tematiche di attualità proposte e di stimolare un dialogo vivace e costruttivo con l’obiettivo di rafforzare il legame tra scienza e società.
In che modo la ricerca e l’innovazione spingeranno il “sistema pianeta” verso nuovi equilibri secondo un modello di sviluppo sostenibile? Dinanzi alle sfide globali con cui siamo chiamati a confrontarci di continuo e con uno sguardo verso il futuro, i ricercatori di CREO si metteranno letteralmente “in gioco”. I temi proposti saranno affrontati attraverso un approccio di educazione informale e multidisciplinare, che si avvale delle qualificate competenze in materie quali la chimica, l’ingegneria, la biologia, la fisica, la matematica, la medicina, le scienze della vita e lo sviluppo sostenibile.
L’Irea ha collaborato anche alla realizzazione della mostra Spazio che sarà visitabile anche dopo la conclusione della manifestazione e fino al al 31 luglio 2023. L’immagine di un interferogramma, ottenuto utilizzando la tecnica di interferometria satellitare del Radar ad apertura sintetica, porterà i visitatori a scoprire l’evoluzione del monitoraggio di uno dei siti più affascinanti e interessanti del mondo: l’area vulcanica campana.
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Una delle attività di ricerca irea
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Monitoraggio dello stato del mare
Secondo uno studio della Agenzia Spaziale Europea (ESA) negli ultimi…