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Tecnologie per la navigazione autonoma: l’IREA partecipa ai test in mare dei veicoli del progetto CN-MOST
Il 27 e 28 ottobre, presso la Lega Navale e Circolo Canottieri di Napoli, i ricercatori del CNR-IREA Giovanni Ludeno, Gianluca Gennarelli e Giuseppe Esposito hanno preso parte alle prove in mare dei prototipi di veicoli autonomi marini, di superficie e subacquei, dotati di sensori per l’individuazione degli ostacoli e la prevenzione delle collisioni. Le attività si inseriscono nell’ambito del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (CN-MOST), finanziato con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), e mirano a verificare la capacità dei prototipi di comprendere il contesto operativo, interpretare le informazioni ambientali raccolte dai sensori di bordo, evitare ostacoli e adattare autonomamente la rotta.
I test hanno consentito di valutare l’affidabilità dei sistemi sviluppati in condizioni realistiche, in cui i veicoli devono reagire a variazioni improvvise dello stato del mare e dell’ambiente circostante, garantendo al contempo sicurezza, efficienza e sostenibilità ambientale. Le tecnologie sperimentate includono modelli avanzati per il rilevamento degli ostacoli e l’elaborazione di rotte alternative, supportati da software di navigazione in grado di reagire rapidamente e in modo autonomo agli input ambientali.
Nell’ambito del CN-MOST, oltre all’IREA, sono coinvolti diversi partner accademici ed enti di ricerca, tra cui il CNR con gli Istituti di Ingegneria del Mare (INM) e di Scienze e Tecnologie dell’Informazione (ISTI), insieme alle Università di Napoli Parthenope, Genova, Palermo, Napoli Federico II, e partner industriali come il Gruppo FINCANTIERI.
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Riccardo Lanari nominato Socio ordinario dell’Accademia Italiana di Ingegneria e Tecnologia
Riccardo Lanari, Dirigente di Ricerca dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IREA-CNR), è stato nominato Socio ordinario dell’Accademia Italiana di Ingegneria e Tecnologia (ITATEC), prestigioso riconoscimento che testimonia il suo contributo alla ricerca scientifica e tecnologica nel campo dell’Osservazione della Terra mediante tecniche di telerilevamento radar satellitare e rappresenta un valore aggiunto per l’IREA-CNR.
Fondata nel settembre 2022 con il sostegno dell’Accademia Nazionale dei Lincei, ITATEC è un’associazione indipendente, multidisciplinare e senza fini di lucro, che si propone di promuovere la cultura tecnico-scientifica a livello nazionale e internazionale e di fornire indirizzi strategici e consulenza scientifica al governo e ai decisori politici su tematiche di rilevanza per il Paese.
L’Accademia riunisce studiosi ed esperti di alto profilo provenienti dal mondo accademico, della ricerca e dell’industria, selezionati sulla base dei loro meriti scientifici. Tra i suoi soci fondatori figurano personalità di spicco del panorama scientifico italiano, come il Premio Nobel Giorgio Parisi, la fisica Speranza Falciano (INFN), attuale presidente, Maria Chiara Carrozza, già presidente del CNR ed ex ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Massimo Inguscio, anch’egli già presidente del CNR.
Elemento distintivo di ITATEC è la presenza, accanto ai soci eletti per merito scientifico, dei rappresentanti degli stakeholder del settore tecnologico, tra cui le principali industrie italiane come ENI, Leonardo, Enel Green Power, SNAM, STMicroelectronics, TIM, CINECA ed ENEA, riuniti nel “Collegio dei Consiglieri”. La collaborazione tra consiglieri e accademici favorisce un dialogo costante tra il mondo della ricerca e quello dell’industria, assicurando che le politiche e le innovazioni proposte siano non solo fondate scientificamente, ma anche concretamente attuabili.
A livello internazionale, l’Accademia rappresenta l’Italia presso lo European Council of Applied Sciences, Technologies and Engineering (Euro-CASE), organismo europeo indipendente e senza scopo di lucro che riunisce le principali accademie tecnologiche di 23 Paesi e fornisce consulenza scientifica alla Commissione Europea.
La nomina di Riccardo Lanari a Socio ordinario di ITATEC – che si aggiunge ad altre prestigiose membership in istituzioni scientifiche nazionali e internazionali – rappresenta un importante riconoscimento del valore della sua attività scientifica e del contributo dato nel campo dell’Osservazione della Terra, in particolare nello sviluppo di tecniche radar interferometriche per l’analisi ed il monitoraggio di fenomeni geofisici e ambientali.
A Riccardo Lanari vanno le più sentite congratulazioni da parte dell’IREA-CNR per questo nuovo, prestigioso traguardo, che premia una carriera scientifica di eccellenza, conferma la qualità della ricerca condotta all’interno dell’Istituto e rafforza la sua presenza nei contesti nazionali e internazionali più rilevanti per lo sviluppo della scienza e della tecnologia.
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Francesco Soldovieri nominato Associate Editor della rivista IEEE Geoscience and Remote Sensing Magazine

Francesco Soldovieri, Direttore dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IREA), è stato nominato Associate Editor della rivista IEEE Geoscience and Remote Sensing Magazine (IEEE-GRSM), una delle più prestigiose pubblicazioni scientifiche internazionali nel settore del telerilevamento, risultando l’unico rappresentante di un’istituzione italiana a ricoprire questo incarico.
La rivista, edita dall’IEEE Geoscience and Remote Sensing Society, è attualmente al primo posto nella categoria Remote Sensing del Journal Citation Reports (ISI Web), con un Impact Factor di 16.4, a conferma della sua rilevanza nel panorama scientifico globale.
L’IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers) è la più grande associazione professionale al mondo nel campo dell’ingegneria elettrica, elettronica, dell’informatica e delle tecnologie affini, con una vasta rete internazionale di esperti e ricercatori.
La nomina di Francesco Soldovieri a questo prestigioso ruolo editoriale rappresenta un importante riconoscimento per la sua attività scientifica e per il contributo offerto dal CNR-IREA nei settori del telerilevamento e della diagnostica elettromagnetica.
Francesco Soldovieri è riconosciuto a livello internazionale come uno dei massimi esperti nel campo del radar imaging, con particolare riferimento alle prospezioni subsuperficiali mediante georadar. Ha inoltre già ricoperto il ruolo di Associate Editor per diverse riviste dell’IEEE, tra cui IEEE Geoscience and Remote Sensing Letters (GRSL), IEEE Transactions on Geoscience and Remote Sensing (TGRS) e IEEE Transactions on Computational Imaging (TCI), ed è membro dell’Editorial Board della rivista Remote Sensing of Environment.
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Remote Sensing, Intelligenza Artificiale e Robotica per l’Agricoltura: il workshop IREA-CNR a Innovation Village 2025

In occasione della decima edizione di Innovation Village – la fiera-evento interamente dedicata all’innovazione – l’IREA-CNR propone un workshop focalizzato sull’integrazione di Remote Sensing, Intelligenza Artificiale e Robotica per applicazioni avanzate in ambito agricolo.
L’incontro punta a favorire un dialogo diretto tra ricerca scientifica, imprese fornitrici di tecnologie e servizi e aziende del settore agricolo con l’obiettivo di migliorare l’efficienza produttiva e ridurre l’impatto ambientale delle pratiche agricole. Al centro del workshop vi sono le tecnologie per il monitoraggio ambientale e agricolo basate sull’osservazione della Terra da piattaforme multiple – satelliti, velivoli, droni – integrate con sensori in situ e sistemi robotici avanzati.
L’iniziativa si inserisce nel quadro di un evento promosso da Knowledge for Business e organizzato in collaborazione con ENEA – EEN Consorzio Bridg€conomies, Regione Campania e numerosi partner scientifici e industriali. Obiettivo della manifestazione è favorire il dialogo tra ricerca e impresa, facilitando l’incontro tra domanda e offerta di innovazione e promuovendo il trasferimento tecnologico e la nascita di collaborazioni strategiche tra mondo scientifico e tessuto produttivo.
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Satelliti e cambiamento climatico: il monitoraggio dallo spazio per un futuro più sostenibile
Il cambiamento climatico è uno dei temi più urgenti del nostro tempo, e per affrontarlo servono dati affidabili, aggiornati e su scala globale. È proprio questo il contributo essenziale offerto dai satelliti per l’osservazione della Terra.
Grazie a queste tecnologie, possiamo monitorare in modo continuo e preciso il nostro pianeta, rilevando variazioni spesso impercettibili ma decisive: innalzamento delle temperature, scioglimento dei ghiacciai, variazioni del livello del mare, concentrazione dei gas serra nell’atmosfera. In un’intervista pubblicata sull’Almanacco della Scienza del CNR, Eugenio Sansosti e Simona Verde – ricercatori dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (IREA) – spiegano il ruolo fondamentale dei satelliti nella lotta al cambiamento climatico.
«Il contributo dei satelliti è essenziale per contrastare il cambiamento climatico e raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi del 2015», sottolinea Sansosti. «Offrono una visione globale e continuativa, utile per analizzare le emissioni e gli assorbimenti netti di gas serra, ma anche per individuare emissioni puntuali generate da attività umane, come centrali elettriche e aree urbane».
Come spiega Simona Verde, la varietà di sensori oggi disponibili amplia le potenzialità del monitoraggio: «I satelliti meteorologici osservano le nuvole tramite sensori ottici e infrarossi. Ma esistono anche radar attivi che operano nella banda delle microonde e possono 'vedere' anche di notte o attraverso le nuvole, grazie alla loro fonte di illuminazione interna».
Questi strumenti, sempre più sofisticati, consentono di raccogliere enormi quantità di dati in tempo quasi reale, utili sia per la ricerca scientifica che per la gestione delle emergenze ambientali.
In un contesto globale in continua evoluzione, il monitoraggio satellitare rappresenta una risorsa strategica. Non solo ci aiuta a capire meglio i fenomeni in atto, ma fornisce anche un supporto concreto per guidare le politiche ambientali, misurare i progressi nella riduzione delle emissioni e pianificare interventi di adattamento.
Dal cielo, i satelliti ci offrono uno sguardo unico sullo stato di salute della Terra. Un’osservazione indispensabile per costruire un futuro più sostenibile.
Leggi qui l’articolo completo “Il ruolo dei satelliti nella lotta al cambiamento climatico” di Alessandro Frandi
Un nuovo studio INGV-CNR svela segnali sismici peculiari ai Campi Flegrei: una chiave per comprendere l'attuale fase di instabilità
Uno studio congiunto tra ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IREA) ha identificato segnali sismici peculiari ai Campi Flegrei, fornendo nuove chiavi di lettura sulla dinamica del vulcano. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications.
Dal 2021 si è registrato un aumento degli sciami sismici burst-like, caratterizzati da sequenze rapide di piccoli terremoti, difficili da distinguere con le tecniche tradizionali. Parallelamente, si è osservata un’accelerazione dei fenomeni di sollevamento del suolo, dell’attività sismica ordinaria e delle emissioni di gas, tipici di questa fase di attività. Studi condotti in altri contesti vulcanici hanno associato gli sciami sismici burst-like a esplosioni freatiche e a fasi critiche di unrest (agitazione). Questo suggerisce che i fenomeni sismici osservati potrebbero essere potenziali indicatori di cambiamenti significativi nelle condizioni fisiche del sistema idrotermale della caldera flegrea.
L'analisi ha localizzato queste sequenze nell’area del principale campo idrotermale, evidenziando un’anomalia geodetica presso il Monte Olibano, dove il sollevamento del suolo risulta più lento rispetto alle zone circostanti.
La ricerca integra approcci geofisici, geochimici, geodetici e satellitari, migliorando la comprensione del vulcano e contribuendo al monitoraggio e alla gestione del rischio in un’area densamente popolata.
Leggi il comunicato stampa CNR-INGV
Leggi l'articolo "Burst-like swarms in the Campi Flegrei caldera accelerating unrest from 2021 to 2024", Giudicepietro, F., Avino, R., Bellucci Sessa, E. et al., Nature Communications, volume 16, 1548 (2025)
Per un approfondimento ulteriore sul tema dell'anomalia geodetica vedi anche il recente articolo “First evidence of a geodetic anomaly in the Campi Flegrei caldera (Italy) ground deformation pattern revealed by DInSAR and GNSS measurements during the 2021–2023 escalating unrest phase”, Giudicepietro F., Casu F., Bonano M., et al. International Journal of Applied Earth Observation and Geoinformation, Volume 132, 2024
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Immagine 1 Confronto tra un "burst-like swarm" (pannello d e cerchi rossi nel pannello b) e una sequenza sismica generica caratterizzata da brevi intervalli temporali tra eventi successivi (pannello c e cerchi blu nel pannello b). Si osserva che gli eventi appartenenti alla sequenza di tipo "burst-like" sono prevalentemente localizzati nell’area idrotermale di Solfatara-Pisciarelli, mentre le localizzazioni della sequenza sismica generica si trovano solo nel settore più superficiale del volume sismogenetico
Immagine 2 Velocità media dello spostamento verticale del suolo (pannello a) della caldera dei Campi Flegrei relativa al periodo 2021-2024, dove ogni ciclo di colore corrisponde ad un incremento del sollevamento di 4 cm/anno. Nello zoom in alto a destra si evidenzia l’effetto dell’anomalia geodetica in corrispondenza dell’area del Monte Olibano, a cui si riferisce anche il diagramma in basso (pannello b) dove viene mostrata l’evoluzione temporale, a partire dal 2015, del deficit di sollevamento che diventa evidente dal 2021.
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Uno studio congiunto tra ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IREA) ha identificato segnali sismici peculiari ai Campi Flegrei, fornendo nuove chiavi di lettura sulla dinamica del vulcano. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications.
Dal 2021 si è registrato un aumento degli sciami sismici burst-like, caratterizzati da sequenze rapide di piccoli terremoti, difficili da distinguere con le tecniche tradizionali. Parallelamente, si è osservata un’accelerazione dei fenomeni di sollevamento del suolo, dell’attività sismica ordinaria e delle emissioni di gas, tipici di questa fase di attività. Studi condotti in altri contesti vulcanici hanno associato gli sciami sismici burst-like a esplosioni freatiche e a fasi critiche di unrest (agitazione). Questo suggerisce che i fenomeni sismici osservati potrebbero essere potenziali indicatori di cambiamenti significativi nelle condizioni fisiche del sistema idrotermale della caldera flegrea.
L'analisi ha localizzato queste sequenze nell’area del principale campo idrotermale, evidenziando un’anomalia geodetica presso il Monte Olibano, dove il sollevamento del suolo risulta più lento rispetto alle zone circostanti.
La ricerca integra approcci geofisici, geochimici, geodetici e satellitari, migliorando la comprensione del vulcano e contribuendo al monitoraggio e alla gestione del rischio in un’area densamente popolata.
Telerilevamento e diversità vegetale: un webinar del progetto TERRAQUA-RS
Giovedì 12 dicembre, nel contesto delle attività di TERRAQUA-RS, progetto bilaterale coordinato da IREA-CNR nell’ambito dell’accordo di cooperazione scientifica CNR-MOST (Ministry of Science and Technology, China), la prof.ssa Yuan ZENG e la dott.ssa Zhaoju ZHENG dell’Ecosystem Remote Sensing Lab dell’Aerospace Information Research Institute, Chinese Academy of Sciences (AIR-CAS), cureranno un webinar sul tema delle potenzialità e delle applicazioni del telerilevamento per la caratterizzazione della diversità vegetale.
Tramite la raccolta e l’elaborazione di dati in situ e da remoto, il progetto “Remote sensing of plant species and functional diversity from terrestrial to aquatic systems” (TERRAQUA-RS) mira a sviluppare metodi per stimare la diversità tassonomica e funzionale da dati ottici spettrali in comunità vegetali altamente eterogenee, che spaziano dalla vegetazione acquatica a quella terrestre (prateria e bosco) L’evento si terrà dalle 09:30 alle 11:30 con trasmissione in diretta nella sala multimediale Lorenzo Busetto di IREA Milano (CNR Area Territoriale di Ricerca di Milano 1, Via A. Corti 12 – Milano) e in modalità virtuale su piattaforma Teams.
Per ulteriori informazioni e la registrazione al webinar contattare il Dott. Paolo VILLA ( Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. )
Un approccio innovativo di imaging geodetico 4D svela i segreti del sistema di alimentazione vulcanica della caldera dei Campi Flegrei
Uno studio recentemente condotto da ricercatori dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente di Napoli del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IREA-CNR), dell’Instituto de Geociencias di Madrid del Consejo Superior de Investigaciones Científicas (IGEO-CSIC), dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) - Osservatorio Vesuviano, del Canada Centre for Mapping and Earth Observation (CCMEO) e dell’University of Colorado, ha rivelato dettagli inediti sul sistema di alimentazione vulcanico dei Campi Flegrei e sulla sua evoluzione spazio-temporale.
Il lavoro, pubblicato sulla prestigiosa rivista Remote Sensing of Environment, si basa su un innovativo metodo di imaging 4D e rappresenta un significativo passo avanti nella comprensione delle complesse dinamiche della caldera flegrea, dimostrando come la sinergia tra competenze scientifiche possa produrre risultati di grande rilievo per la comunità scientifica e per la società.
“Abbiamo utilizzato una metodologia di inversione tomografica all'avanguardia che ha permesso di generare un'immagine accurata della sorgente responsabile delle deformazioni del suolo osservate tra il 2011 e il 2022 grazie a una tecnica che aggrega ripetutamente diverse sorgenti di sovrappressione”, spiega Pietro Tizzani, primo ricercatore dell’IREA e coordinatore della ricerca.
In particolare, i ricercatori hanno ottenuto una visione d'insieme della sorgente magmatica e delle regioni crostali sottoposte a stress dovuto alla migrazione del magma e dei fluidi caldi a esso associati, fornendo una rappresentazione 4D del sistema di alimentazione della caldera. Lo studio ha permesso di identificare un corpo magmatico principale tra i 3 e i 4 km di profondità, che, tra il 2018 e il 2020, si è espanso lateralmente a seguito di un nuovo impulso magmatico. Sono state inoltre individuate due regioni aggiuntive in sovrappressione: una, situata più in profondità, collega la sorgente principale con la crosta inferiore; l'altra, più superficiale, si trova tra Solfatara e Pisciarelli, estendendosi fino a circa 400 metri dalla superficie e potrebbe rappresentare il serbatoio dei fluidi idrotermali che alimentano le fumarole di quest’area.
Lo studio si basa su dati di deformazione del suolo acquisiti da costellazioni satellitari e analizzati mediante la tecnica DInSAR (Differential Interferometric Synthetic Aperture Radar), insieme ai dati sismici dell'INGV-Osservatorio Vesuviano. Sono state processate oltre 800 immagini radar da satelliti come Sentinel (ESA-Programma Copernicus) e COSMO-SkyMed (Agenzia Spaziale Italiana), permettendo una ricostruzione dettagliata del campo delle deformazioni della caldera flegrea e una modellazione precisa della geometria del sistema di alimentazione vulcanica nel tempo. I risultati evidenziano anche l'esistenza di una zona di debolezza nella crosta sotto la caldera, costituita da strati fratturati di tufi, sedimenti marini e piroclastiti. Questa regione potrebbe facilitare l'accumulo di fluidi caldi e l'eventuale risalita del magma.
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I dati di osservazione della Terra per il monitoraggio ambientale a Bari per la Notte Europea dei Ricercatori
Bari si trasforma in un laboratorio a cielo aperto per celebrare insieme una notte dedicata alla scienza e all'innovazione. Il 27 Settembre, Piazza Umberto I ospiterà la Notte Europea dei Ricercatori, un'iniziativa promossa dalla Commissione Europea nell’ambito delle azioni Marie Curie per avvicinare il grande pubblico al mondo della ricerca.
In qualità di partner del progetto SHARPER (SHAring Researchers’ Passion for Education and Rights), il CNR sarà protagonista assoluto della manifestazione. Molti ricercatori degli Istituti dell’Area della Ricerca del Cnr di Bari, in collaborazione con quelli di UNIBA, POLIBA, LUM, INFN, ISTAT, CREA, l'Irccs-Istituto Tumori Bari "Giovanni Paolo II" e con il patrocinio del Comune di Bari, hanno contribuito all’organizzazione di un ricco programma di eventi per tutte le età e presenteranno i risultati delle loro ricerche in modo coinvolgente e interattivo, offrendo al pubblico l'opportunità di conoscere da vicino il mondo della scienza e di fare domande ai protagonisti. Tra loro anche i ricercatori dell’IREA, che mostreranno come utilizzano i dati per valutare la qualità dei suoli, monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici e prevenire il dissesto idrogeologico
Sul sito SHARPER Bari è possibile scoprire il programma completo della manifestazione a questo link SHARPER Bari - La Notte Europea dei Ricercatori 2024
Altre informazioni sono reperibili al link Bari si illumina di scienza: una notte per scoprire, sperimentare, domandare | Consiglio Nazionale delle Ricerche
L’appuntamento è per venerdì 27 Settembre dalle 10:00 alle 22:00 in Piazza Umberto I, Bari.
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Incendi Boschivi in Sardegna: la costellazione Copernicus per il monitoraggio in tempo reale e la valutazione dei danni
La stagione estiva 2021 è stata caratterizzata da eventi estremi legati al cambiamento climatico globale, quali le piogge torrenziali che hanno devastato l’Europa continentale, le ondate anomale di calore che hanno interessato il Nord Europa e la Scandinavia e la serie di incendi di vaste proporzioni che stanno interessando l’intero bacino del Mediterraneo. I fenomeni estremi sopra citati potrebbero essere riconducubili agli effetti dei cambiamenti climatici globali, la cui ampia portata è stata confermata dal 6th Assessment Report dell’IPCC. 

Grazie all’analisi di questi dati è stato possibile realizzare le mappe di estensione delle aree bruciate e severità dei fuochi riportate in Figura 2 e stimare una superficie interessata di più di 11000 ettari con livelli di danno molto intenso e perdita del patrimonio naturale. Lo studio dell'incendio boschivo del Montiferru conferma come l'uso combinato di dati Sentinel 1 e Sentinel 2 rappresenti un potente strumento, ormai maturo, capace di monitorare le aree interessate dal fuoco, mentre l’evento stesso è in corso, e fornendo una rapida valutazione dei danni associati subito dopo che l’evento è terminato. Si noti come in Figura 1 per la data del 25 luglio vi sia un perfetto accordo tra fuochi attivi e mappatura da dati RADAR (le zone più scure sono quelle associate agli incendi). Lo strumento radar si è rivelato in questo caso interessante per lo studio delle fasi di innesco della catena di incendi verificatisi nell’area di interesse e per studiarne i meccanismi di propagazione. Infine, le aree bruciate e le mappe della severità dei fuochi possono fornire preziose informazioni geo spaziali per guidare, ad esempio, indagini sul campo post-evento e quale supporto alla pianificazione delle attività di mitigazione e prevenzione da futuri eventi calamitosi.
Una delle attività di ricerca irea
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Sensori distribuiti in fibra ottica
La tecnologia dei sensori in fibra ottica oggi giorno è…

