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I ricercatori CNR IREA incontrano il pubblico del Museo L. da Vinci di Milano
BLUEMED - Promoting the blue growth in the Mediterranean Basin through cooperation
Il progetto BLUEMED è un'azione di coordinamento e sostegno (CSA), finanziata dalla Commissione europea nell'ambito del programma quadro H2020 con 3 milioni di euro, finalizzata a: sostenere l'attuazione dell'iniziativa BLUEMED come riferimento politico chiave per tutti gli attori nel Mediterraneo verso una “crescita blu” (Blue Growth); promuovere l'aggiornamento e l'attuazione dell'agenda strategica BLUEMED per la ricerca e l'innovazione (SRIA) e convertirne i risultati in azioni concrete.
Coordinato dal Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l'Ambiente of CNR (DISAT), che guida un Consorzio di 11 partners, questo progetto ha il privilegio di costruire - per la prima volta in tutto il bacino del Mediterraneo – le condizioni per un efficace coordinamento a lungo termine di attività di ricerca e innovazione nell’ambito marino e marittimo, consolidando reti e mettendo a punto dei meccanismi che possano funzionare oltre della conclusione del progetto. Le quattro BLUEMED Platforms (conoscenza, economia, tecnologia e policy) rappresentano uno strumento chiave sviluppato dal progetto per garantire un costante dialogo e consultazione con gli stakeholder nazionali per raggiungere gli obiettivi dell'iniziativa BLUEMED.
La BLUEMED CSA faciliterà la cooperazione in tutti i paesi del Mediterraneo, al fine di promuovere l'allineamento dei programmi e delle strategie e la messa in comune delle risorse e degli investimenti, creando le condizioni per nuove opportunità di sviluppare attività congiunte. Gli impatti previsti includono anche una maggiore consapevolezza della visione BLUEMED nelle comunità di centinaia di persone.
In questo contesto, IREA collabora con il DISAT per lo sviluppo e la progettazione di attività di comunicazione a supporto della BLUEMED CSA, in particolare attraverso il BLUEMED website, i canali social e il BLUEMED Portal. A questo scopo è stato bandito un assegno di ricerca di 3 anni (2018-2020) con expertise in metodologie di comunicazione della scienza, di public engagement e di policy della scienza sotto il coordinamento scientifico di Alba L’Astorina. Le attività riguardano strumenti innovativi di comunicazione multimediale, coinvolgimento degli stakeholder del settore marino e marittimo e supporto alla produzione e all'editing di documenti strategici
Ente finanziatore: Unione Europea, H2020
Coordinatore: Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l'Ambiente del CNR
Periodo di attività: 2018 - 2020
Personale IREA coinvolto: Alba L'Astorina, Rita Giuffredi
Ambito di ricerca: Modelli di comunicazione pubblica della scienza
I Cammini della Rete LTER-Italia - Il racconto dell’ecologia in cammino
E' stata pubblicata da CNR Edizioni la monografia “I CAMMINI DELLA RETE LTER-ITALIA”, a cura di Caterina Bergami, Alba L'Astorina e Alessandra Pugnetti.
Il volume è dedicato all’omonima iniziativa di comunicazione informale della scienza ideata e realizzata da ricercatrici e ricercatori della Rete di Ricerca Ecologica a Lungo Termine LTER-Italia, di cui anche la Stazione E. Zilioli è parte come sito LTER lacustre, e dell’infrastruttura di ricerca virtuale sulla biodiversità LifeWatch-Italia.
I Cammini LTER sono eventi itineranti che si svolgono in modalità lenta, a piedi, in bicicletta o in canoa, lungo tragitti di durata variabile dai quattro ai dieci giorni che collegano ogni volta due o più siti della Rete, attraverso paesaggi diversi: riserve naturali, siti archeologici, località di rilevanza culturale, piccole e grandi città. Gli itinerari sono aperti al pubblico: appassionati della natura e della ricerca ecologica, cittadini e altri studiosi possono unirsi per osservare insieme la vegetazione e la fauna che si incontrano nei percorsi o collaborare a campagne di studio nei siti della Rete. L’obiettivo è far conoscere le ricerche che la Rete svolge nel territorio italiano e sensibilizzare sull’importanza di studiare gli ecosistemi e la biodiversità in maniera approfondita e continuata nel tempo.
Nei vari capitoli i protagonisti di ciascun Cammino (nove in tutto, realizzati nelle tre edizioni che si sono svolte dal 2015 al 2017), tra cui anche diversi ricercatori dell'IREA, descrivono i percorsi, le tappe, le attività di comunicazione e di coinvolgimento pubblico e gli attori incontrati. Fuori dai laboratori, ricercatrici e ricercatori sperimentano, attraverso la condivisione “in cammino”, nuove risposte ai cambiamenti in atto nella scienza e nell’ecologia, al mutamento di relazioni tra ambienti naturali ed esseri viventi, alle sfide ambientali e sociali che chiedono a tutti, scienziati compresi, di ridefinire ruoli e responsabilità.
Il volume è accessibile online in modalità “open access” a questo link
Un laboratorio universitario per immaginare il futuro di Venezia a seguito dei cambiamenti climatici
E' stata appena pubblicata sul sito dell'Università Ca' Foscari di Venezia, questa notizia relativa ad una collaborazione tra l'istituzione universitaria, l' IREA e il JRC della Commissione Europea di Ispra. La riportiamo qui di seguito.
"Il 4 novembre 1966 Pellestrina finì completamente sommersa dall’eccezionale mareggiata e dall’acqua alta. I ‘murazzi’ cedettero in più punti. Di colpo l’isola finì di essere un orto per Venezia: l’acqua salata aveva compromesso i campi. L’evento estremo ebbe dunque un impatto senza precedenti sulla vita degli isolani, ma cosa potrà accadere quando il livello del mare salirà sospinto dagli effetti a catena dei cambiamenti climatici?
Sugli scenari futuri si sono esercitati gli studenti cafoscarini del corso di laurea magistrale in Scienze ambientali, scoprendo che nel giro di pochi decenni l’innalzamento del livello del mare si ‘mangerà’ 45-50 metri di costa, sia a Pellestrina che al Lido.
Di fatto, potrebbero sparire le spiagge e il mare si infrangerebbe direttamente sulle barriere dei murazzi. Uno scenario che renderà ancora più vulnerabili le due isole, sempre più esposte alle mareggiate anche per la mancanza di manutenzione alle opere difensive (come il sistema di spiagge artificiali di Pellestrina).
Il dato è uno dei risultati di ‘Futuring Venice 2056’, laboratorio proposto agli studenti da Emanuela Molinaroli, geologa docente di Geomorfologia degli ambienti costieri al Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica.
Il laboratorio è il frutto di una collaborazione con un gruppo di ricercatrici del Joint Research Center (JRC) della Commissione Europea (Alessia Ghezzi ed Angela Pereira) e dell'istituto Irea del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Milano (Alba L'Astorina), che hanno introdotto nel corso una metodologia di public engagement già sperimentata altrove sui temi del cambiamento urbano. La metodologia mira a produrre scenari a supporto delle decisioni politiche, non basati solo su pareri di esperti ma anche sulle conoscenze locali e accogliendo le prospettive di chi abita e vive in un territorio.
Gli studenti che hanno partecipato al laboratorio hanno riflettuto sui possibili impatti sociali, etici, culturali e ambientali a partire proprio da quanto accaduto durante l’acqua alta del 1966, episodio di cui la maggior parte di loro ha dichiarato di non aver mai sentito parlare prima. Per produrre lo scenario, non si sono limitati a consultare la letteratura scientifica o a studiare, insieme alla loro docente, le caratteristiche geomorfologiche delle isole, fondamentali barriere tra la laguna veneziana e l’Adriatico. Hanno visitato Pellestrina e il Lido, hanno raccolto materiali audiovisivi e intervistato gli abitanti (ascolta le testimonianze nel video qui sotto); hanno poi discusso con loro i risultati in incontri organizzati con le municipalità, presto ne parleranno anche nelle scuole.
“Abbiamo considerato i residenti delle due isole non solo come destinatari delle politiche pubbliche, ma come co-autori del possibile cambiamento - afferma Emanuela Molinaroli - crediamo infatti che non basti produrre scienza e scenari, ma sia necessario coinvolgere i cittadini per renderli più consapevoli e partecipi”. Oltre alla geologia, dunque, gli studenti hanno messo in campo strumenti di comunicazione dando vita a un innovativo laboratorio didattico. “Per formare i futuri scienziati - continua la professoressa cafoscarina - è importante introdurre precocemente nei programmi formativi prospettive multidisciplinari, transdisciplinari e di comunicazione della scienza.”
Leggere QUI la notizia sul sito dell'Università Ca' Foscari
per vedere il bellissimo VIDEO sull'esperienza universitaria prodotto dagli studenti
ulteriori informazioni sul laboratorio con gli studenti: prof. Emanuela Molinaroli o scrivere a: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Una delle attività di ricerca irea
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Monitoraggio dei livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici in ambiente urbano e occupazionale
La grande diffusione, sul territorio nazionale, di sorgenti di campi…