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Venerdì, 11 Novembre 2016 09:10

L’IREA partecipa al Quiz Scienza

Quiz Scienza è un progetto di divulgazione della scienza sui Social di Renato Sartini, giornalista scientifico ed esperto in comunicazione della conoscenza. Il Quiz viene pubblicato su www.renatosartini.it, Twitter e Facebook in collaborazione con Enti e Istituzioni che si occupano di ricerca scientifica.

Il Quiz Scienza non ha alcuna valenza statistica, ma ha l'intento di creare un cortocircuito virtuale tra il popolo del web e gli scienziati al fine di chiarire alcuni concetti scientifici e di arginare, in parte, il fenomeno delle cosiddette bufale scientifiche. Il tutto con un linguaggio accessibile ai meno esperti.

Alla domanda n. 13 del Quiz Scienza risponde il dott. Eugenio Sansosti, Primo Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, esperto di Sistemi Radar per l’Osservazione della Terra.

 

[#QuizScienza n. 13]

Il #terremoto delle Marche ha deformato un'area di oltre 600 km quadrati.

DOMANDA Com'è stata misurata quest'area?

 

Il quesito ha avuto 108 risposte su Twitter così distribuite:

-       Con misure sul campo: 1%

-       Con sistemi satellitari: 81%

-       Coi dati dei sismografi: 14%

-       Con fotografie aeree: 4%

 

Risposta

L’estensione dell’area che si è deformata in conseguenza dei terremoti del 26 e 30 ottobre 2016 è stata misurata utilizzando satelliti che osservano la Terra mediante sistemi radar. Questi strumenti permettono di misurare deformazioni del suolo anche di piccola entità, spostamenti dell’ordine di un centimetro, ed operano su aree molto estese, da 40 km per 40 km fino a 250 km per 250 km per i satelliti più recenti.   

Queste caratteristiche permettono di delineare l’estensione dell’area in deformazione: fissata una soglia di deformazione del suolo (ad esempio 5 cm), è possibile individuare sulla mappa satellitare l’area che si è spostata di una quantità superiore alla soglia scelta.  

Tutto ciò può essere ottenuto senza alcuna necessità di accedere alla zona in deformazione: un ulteriore vantaggio, in caso di emergenza, rispetto a tecniche più “tradizionali”. Queste ultime si basano su una raccolta di dati da effettuarsi mediante campagne di misura sul territorio, oppure sull’istallazione, in postazioni fisse, di ricevitori GPS (del tutto analoghi a quelli dei navigatori satellitari). In entrambi i casi, però, il numero di punti in cui si può effettuare la misura risulta limitato. 

La tecnica satellitare si basa sull’utilizzo di immagini acquisite da un particolare tipo di radar  denominato Radar ad Apertura Sintetica (SAR), una speciale “macchina fotografica” che, invece di utilizzare la luce, usa una radiazione elettromagnetica a microonde simile a quella utilizzata dai telefoni cellulari o dai forni detti, appunto, “a microonde”. Questo radar è attualmente montato a bordo di diversi satelliti che orbitano intorno alla Terra ad un’altezza compresa tra 600 e 800 km.

La deformazione del suolo viene misurata mediante tecniche cosiddette interferometriche. Si confrontano (si fanno “interferire”) due immagini acquisite dalla stessa posizione prima e dopo il terremoto: se tra le due acquisizioni c’è stata una deformazione del terreno, questa viene visualizzata come una serie di strisce colorate che costituiscono le cosiddette frange di interferenza (o interferogramma). Tali interferogrammi possono essere ulteriormente elaborati per produrre le mappe di spostamento

 

Link suggeriti

Nuovi risultati sul terremoto del 30 Ottobre 2016 ottenuti dai radar dei satelliti Sentinel-1

Il terremoto del 30 ottobre dai rilevamenti satellitari

Il terremoto del 26 ottobre dai rilevamenti satellitari

Interferometria Differenziale Radar ad Apertura Sintetica

Pubblicato in Scienza e società

BaricodeNell’ambito delle celebrazioni per i 100 anni CNR, si è svolta a Bari, dal 23 al 25 ottobre, la prima edizione del Festival Scientifico Cittadino “BARIcode”. Il nome scelto per la manifestazione, evocativo di Bar-code, il codice a barre, fa riferimento a un nuovo codice culturale delle scienze e delle arti, in un rapporto di scambio e dialogo con la società realizzato attraverso attività di divulgazione della scienza, trasferimento di conoscenza e generazione di impatto sul territorio.

L’iniziativa ha compreso attività ed eventi diversificati e diffusi che vanno da laboratori nelle scuole elementari a incontri di divulgazione, da mostre e concerti a salotti letterari. 

ll tema scelto per BARIcode – Edizione zero è stato l’albero come simbolo universale della vita e come metafora di qualsiasi sistema radicato in un territorio che si nutre, si sviluppa e rinnova l’ambiente in cui vive.

Il CNR-IREA (Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente) ha contribuito alla manifestazione organizzando e coordinando i Laboratori Didattici “Mettiamo Radici”, tenuti da ricercatori dei numerosi Istituti CNR presenti in città e indirizzati agli alunni delle scuole primarie distribuite nell’area comunale di Bari con la finalità di avvicinare i bambini al mondo della ricerca scientifica attraverso esperienze pratiche guidate dai ricercatori CNR. Al termine delle attività nel cortile di ciascuna scuola sono stati piantati degli alberi come simbolo universale della vita.

Inoltre, i ricercatori dell’IREA Anna Balenzano, Antonella Belmonte, Annarita D’Addabbo e Davide Palmisano, hanno animato il Laboratorio “Dalla Terra e dal cielo: interpretare le immagini del pianeta Terra acquisite dallo spazio”, una serie di attività ludico-didattiche per avvicinare i piccoli studenti al concetto di Osservazione della Terra.

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