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Ancora Napoli tra le 163 città del mondo in cui si svolgerà, il prossimo 23 e 24 aprile, la quinta edizione dell’International Space Apps Challenge, la grande manifestazione promossa dalla NASA. Grazie all’organizzazione dell’IREA, del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Napoli Federico II e del Consolato Generale USA per il Sud Italia, tanti giovani avranno l’opportunità di partecipare, presso la Scuola Politecnica e delle Scienze di Base in Via Nuova Agnano 11, a una competizione globale di grande prestigio e proporre il proprio progetto ad una delle più grandi istituzioni mondiali quale la NASA.

L’International Space Apps Challenge è un evento in cui team di studenti, tecnologi, scienziati, designer, imprenditori, o semplici appassionati di scienze e tecnologia, interagiscono e collaborano per 48 ore in varie città nel mondo per produrre soluzioni innovative a sfide globali per la vita sulla Terra e nello spazio. La prima edizione ha avuto luogo nel 2012 in 25 città di tutto il mondo. Nel corso degli anni la manifestazione ha coinvolto un numero sempre crescente di Paesi e di partecipanti. L’ultima edizione, nel 2015, ha contato 13.918 partecipanti e 133 città, diventando il più grande hackathon mai realizzato. In 48 ore sono stati ideati 949 progetti per rispondere alle 25 sfide lanciate dalla NASA. Per la prima volta Napoli è entrata a far parte di questo grande evento. L’entusiasmo, la creatività e il talento mostrato dai ragazzi hanno spinto gli organizzatori a riproporre anche per quest’anno l'iniziativa a Napoli.

Le registrazioni sono già cominciate. L’iscrizione è assolutamente gratuita e aperta a tutti. Si inizierà alle 8:30 di sabato, con la registrazione dei partecipanti, la formazione dei team di lavoro e la presentazione delle sfide all'interno delle 6 aree tematiche proposte dalla NASA: Aeronautics, Space Station, Solar System, Technology, Earth, Journey to Mars. Al termine dell’evento, nel pomeriggio di domenica 24 aprile, saranno selezionati due team che rappresenteranno i vincitori locali di Space Apps Challenge 2016 Napoli. Insieme ai due progetti scelti da una giuria locale, ce ne sarà poi un terzo votato da tutti i partecipanti alla manifestazione. Tra tutti i vincitori locali, la NASA sceglierà poi i vincitori per: Best Use of Data, People's Choice, Galactic Impact, Most Inspirational, Best Mission Concept e Best Use of Hardware.

L'evento sarà presentato ufficialmente nel corso della conferenza stampa che si terrà giovedì 21 aprile alle 10.00 presso la sede dell'Università Federico II di via Nuova Agnano. Ospite speciale sarà l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) Luca Parmitano che parteciperà via Skype e risponderà alle domande di giornalisti e studenti.

Per partecipare all’evento e per maggiori informazioni: https://2016.spaceappschallenge.org/locations/napoli-italy

Scarica qui la brochure

Programma della manifestazione

 


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L’iscrizione è assolutamente gratuita e aperta a tutti. 
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Space apps 2024
 
 
Primo appuntamento giovedì 3 ottobre per i partecipanti all’hackathon con il local bootcamp presso l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte dell’INAF, con un programma che prevede anche l’osservazione delle stelle. L’hackathon è in programma il 5 e 6 ottobre al Polo di San Giovanni a Teduccio dell’Università di Napoli Federico II.
 
 
Dopo 2 anni di assenza torna a Napoli Space Apps Challange, l’hackathon più grande del mondo, che quest'anno coinvolgerà circa 600 città nei 6 continenti. 

L’obiettivo dell'evento è proporre idee e soluzioni innovative alle 20 sfide globali selezionate dalla NASA per la vita sulla terra e nello spazio, utilizzando i dati messi a disposizione dall’Agenzia spaziale americana e da 13 agenzie spaziali partner, tra cui l’europea ESA e l’italiana ASI.

La sessione napoletana dell'hackathon è organizzata dal Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Napoli e dal Distretto Aerospaziale della Campania – DAC, in collaborazione con il Center for Near Space dell’Italian Institute for the Future, il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università Federico II, l’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del CNR, e l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte dell’INAF, con il sostegno della Camera di Commercio Irpinia-Sanniola partecipazione di Unina Rockets Intesa Sanpaolo, sotto il patrocinio della Regione Campania.

L'evento si svolgerà presso il Polo Universitario di San Giovanni a Teduccio dell’Università degli Studi di Napoli Federico II i prossimi 5 e 6 ottobre 2024.

Al termine della presentazione dei progetti saranno selezionati tre team vincitori che riceveranno dei premi messi in palio dagli organizzatori locali e parteciperanno successivamente alla selezione internazionale. I vincitori di quest'ultima (10 a livello mondiale) parteciperanno all'evento finale "Winners Celebration" presso il quartier generale della NASA a Washington, USA.

Un bootcamp aperto a tutti coloro che parteciperanno a Space Apps Napoli 2024 si terrà il 3 ottobre presso l'Osservatorio Astronomico di Capodimonte (INAF). Sarà l’occasione per familiarizzare con i Local Lead che guideranno i partecipanti durante le giornate dell'hackathon offrendo preziosi consigli. Ci sarà uno Special Guest e, a valle del Welcome Cocktail, sarà possibile osservare le stelle al telescopio.

Per partecipare occorre registrarsi sul sito di Space Apps Challenge al link href=https://www.spaceappschallenge.org/nasa-space-apps-2024, scegliere l’evento locale di Napoli, formare un team o unirsi a un team già esistente. 

Tutti i dettagli sull’evento e sono disponibili a questo link

https://www.spaceappschallenge.org/nasa-space-apps-2024/2024-local-events/napoli/

Scarica qui la broshure

 

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VincitoriSi è conclusa domenica sera, con proclamazione dei vincitori, la terza edizione napoletana della Space Apps Challenge, il grande hackathon mondiale promosso dalla Nasa e organizzato a Napoli dal Consolato Generale USA per il Sud Italia, dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Napoli Federico IIdall’IREA-CNR.

«I ragazzi sono stati bravissimi, hanno progettato in pochissimo tempo soluzioni molto belle e innovative. Mi auguro che da alcune di queste idee possano venir fuori dei contributi rilevanti», ha commentato Riccardo Lanari, direttore dell’IREA, che ha fatto parte della giuria insieme a Francesco Marulo, ordinario dell’Università Federico II, Shawn Baxter del Consolato degli Stati Uniti in Italia, Francesco Sacerdoti, Apple Academy, Raffaele Savino, Università Federico II e Carlo Noviello, IREA.

Più di 150 quest’anno gli iscritti, 14 i team di studenti e appassionati di scienza e tecnologia che per 36 ore sono stati impegnati alla ricerca di soluzioni innovative alle sfide lanciate dalla NASA per migliorare la vita sulla Terra e nello Spazio, così come è avvenuto in contemporanea in altre 187 città sparse in tutto il mondo tra cui, in Italia, Roma, Milano e Torino.

A vincere sono stati i "Pizza Flyers" con il loro progetto "Sky Tour", un’applicazione che consente a chi viaggia in aereo di visualizzare sul proprio smartphone tutti i luoghi di interesse, bellezze naturali e culturali sorvolate in quel momento, in modalità offline.

BEeSpaceSecondi classificati, i "BEeSpace" che hanno vinto con il loro progetto H.O.M.E. (Hexagonal Open Modular Environment) LAB, un habitat di ricerca costituito da celle esagonali modulari ispirato agli alveari delle api, adatto a qualsiasi ambiente, spaziale o terrestre.

Al terzo posto i "Flying Mice", un gruppo i cui componenti, tranne i due fratelli, non si conoscevano prima. Hanno progettato una unità abitativa adattabile ad ogni tipo di habitat, totalmente ecosostenibile e biodegradabile, prodotta in canapa. Il loro progetto si chiama "Cake House” e consiste in una casa a forma di torta utile in situazioni di disastri ambientali e che si può spostare facilmente, chiudendola come un ombrello.

Oltre a vincere i premi in denaro messi a disposizione dal Consolato degli Stati Uniti per il Sud Italia, i primi due progetti parteciperanno anche alla selezione mondiale della NASA che individuerà i vincitori per ciascuna challenge. Concorrerà al giudizio globale anche il “People's Choice”, il progetto votato da tutti i partecipanti alla manifestazione, che quest’anno è andato a “Animalife” del team “SpaceCowboys”, un’app che mira ad aumentare la consapevolezza sulle specie animali in via di estinzione. La NASA raccoglierà tutte le segnalazioni locali e determinerà i vincitori per ciascuna delle cinque categorie: “Ideate and Create!”, “Our Ecological Neighborhood”, “Warning! Danger Ahead!”, “Planetary Blues” e “The Earth and Us”. In palio l’opportunità di assistere al lancio di un missile spaziale.

Proprio come è accaduto nel 2013 a Chandrakanta Ojha, il giovane ricercatore indiano che per tre anni ha lavorato all’IREA e che fu il vincitore della Space Apps Challenge a Roma e della competizione globale, vincendo così una visita al Kennedy Space Center. È stato proprio lui a proporre di svolgere per la prima volta la competizione anche a Napoli. Oggi lavora all'Arizona State University, e da lì si è collegato via skype sabato mattina per incoraggiare i partecipanti, spingendoli a credere nelle loro idee e nei loro sogni.

astronauti 3D

Nella foto i due 'astronautini' stampati in 3D, tra i gadget realizzati dall'azienda sponsor dell'hackathon partenopeo 3DnA srl

 

«Sono state due giornate molto intense», ha detto Nicola, Leader del team Pizza Flyers che si è classificato al primo posto, «ma ci siamo divertiti moltissimo, E’ stata una bellissima esperienza che vorremo ripetere l’anno prossimo». Anche Arcangelo, 19 anni, studente della Apple Academy a San Giovanni ha espresso la sua soddisfazione per l’esperienza. «Mi sono divertito molto, è stato bello lavorare in gruppo. Conoscere tanti ragazzi con idee diverse ha favorito una crescita professionale e umana. Partecipare a Space Apps Challenge è stata una occasione di crescita.»

È proprio su questi obiettivi che si muove NASA Space Apps Challenge, come ha ricordato Timothy Tawney, rappresentante per la Nasa in Europa, venuto a Napoli per la presentazione dell’hackathon che si è tenuta venerdì mattina presso il nuovo polo di San Giovanni a Teduccio dell’Università Federico II. «L’hackathon è un esercizio di pensiero, un invito alla creatività. Sarà un’occasione per conoscere le proprie potenzialità, lavorare in squadra e proporre soluzioni originali a una delle sfide in palio. Ma è chiaro che l’Agenzia spaziale americana tenga d’occhio ogni progetto proposto e chissà, in base ai budget e alle priorità, magari un giorno potrà decidere di svilupparne uno».

E Mary Ellen Countryman, Console Generale degli Stati Uniti per il Sud Italia, ha aggiunto «Speriamo che questo hackathon possa rappresentare un’opportunità per i giovani al sud Italia per spingerli a considerare l’innovazione e la tecnologia come carriera, elementi chiave per lo sviluppo economico».

foto finale

 


Principale rassegna stampa e web

NASA, sfida a colpi di "app" nel campus della Federico II - Il Mattino - 22 marzo 2017

#SpaceApps, terzo anno consecutivo a a Napoli: Nuova sede all'iOS Academy - Il denaro.it - 21 aprile 2017

Torna a Napoli il "Nasa Space Apps Challenge" - Repubblica.it - 22 aprile 2017 

Space Apps Challenge, a Napoli idee sull'esplorazione spaziale - Pupia Tv -28 apr 2017 

Tre team di risolutori galattici vincono il Nasa Space Apps Challenge - Il Mattino.it - 30 aprile 2017

La Nasa porta Napoli nello spazio con lo Space Apps Challenge - Il Mattino.it - 30 aprile 2017 

Video intervista ai primi classificati: il team "Pizza Flyers" - U.S. Consulate General Naples - 30 aprile 2017

Video intervista ai secondi classificati: il team "BEeSpace" - U.S. Consulate General Naples - 30 aprile 2017

Video intervista ai terzi classificati: il team "Flying Mice" - U.S. Consulate General Naples - 30 aprile 2017

Napoli - Space Apps Challenge 2017. Vince il team “Pizza Flyers" - Aeropolis - 1 maggio 2017 

Nasa Space Apps, vincono i "Pizza Flyers" dell'Apple Academy - Repubblica.it - 1 maggio 2017

Academy sul podio. Ai magnifici 7 l'hackathon NASA - Il Mattino - 3 maggio 2017


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logoIl weekend spaziale si terrà il 20 e il 21 ottobre al polo di San Giovanni a Teduccio dell’Università Federico II
L’astronauta Luca Parmitano si collegherà via Skype con tutte le sedi italiane di Space Apps - Napoli, Roma, Milano, Torino, Vicenza e Trieste - sabato 20, all’apertura dell’hackathon
 

Napoli sta per tornare nello Spazio: appuntamento sabato 20 e domenica 21 ottobre con l’International Space Apps Challenge, il più grande hackathon al mondo, dedicato e aperto a tutti gli appassionati di Spazio e promosso dalla NASA.

A livello locale l’evento è co-organizzato dal Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli insieme al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Napoli Federico II (DII), l’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (IREA-CNR), e il Center for Near Space (CNS) dell’Italian Institute for the Future. Gli sponsor quest’anno sono le aziende Sòphia High Tech e TRANS-TECH.

Si tratta di una sfida internazionale che si basa su un approccio di problem solving collaborativo e open-source: saranno 48 ore dedicate alla tecnologia spaziale e alle sue applicazioni terrestri. I partecipanti degli hackathon che si terranno contemporaneamente in centinaia di città di tutto il mondo – lo scorso anno hanno partecipato più di 25.000 persone in 187 città di sei continenti - lavorareranno a diverse sfide, proponendo soluzioni innovative per vincere il titolo di Galactic Problem-Solver.

I settori di applicazione sono diversi, quindi possono partecipare tutti coloro che hanno la passione per il pianeta Terra e per lo Spazio, e il desiderio di lavorare con un team interdisciplinare sulle varie sfide globali.

Per partecipare, basta registrarsi al link: https://2018.spaceappschallenge.org/auth/signup?location=naples

Non ci sono limiti di età, e la registrazione è totalmente gratuita.

Il tema di Space Apps 2018 sarà Earth and Space, Terra e Spazio, declinato in sei categorie:

1. Can You Build A...
2. Help Others Discover The Earth
3. Volcanoes, Icebergs, And Asteroids (Oh My)
4. What The World Needs Now Is...
5. An Icy Glare
6. A Universe Of Beauty And Wonder

Anche quest’anno, il Consolato Generale degli Stati Uniti a Napoli mette in palio tre premi speciali in denaro per i team vincitori locali:

1.300 Euro per il team primo classificato
1.000 Euro per il secondo
700 Euro per il terzo

In ogni location, i primi due team vincitori locali parteciperanno poi alla fase globale, sottoposti al giudizio degli esperti NASA. Lo scorso anno, il team napoletano BEe Space - si era classificato al secondo posto a #SpaceApps Napoli - era stato poi selezionato per la fase globale della competizione nella categoria ‘Best Mission Concept’ con il progetto ‘H.O.M.E. Lab' (Hexagonal Open Modular Environment). Si trattava di una base di ricerca in isolamento per simulare future missioni su altri pianeti, in particolare su Marte, capace di garantire condizioni di vita confortevoli all’equipaggio al suo interno e progettata con una particolare attenzione all’utilizzo di soluzioni ecosostenibili, anche in vista di possibili applicazioni in ambito civile e nel caso di insediamenti di emergenza a seguito di catastrofi naturali. Tutti i dettagli sull’evento e sui temi selezionati quest’anno sono disponibili sul sito:

https://2018.spaceappschallenge.org/locations/naples/

Per registrarsi: https://2018.spaceappschallenge.org/auth/signup?location=naples

 


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gruppoGrande successo e grande entusiasmo per la seconda edizione napoletana della Space Apps Challenge, il grande evento mondiale promosso dalla Nasa, organizzato a Napoli dal CNR-IREA, dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Napoli Federico II e dal Consolato Generale USA per il Sud Italia con il coordinamento di Chandrakanta Ojha, il giovane ricercatore indiano che studia e lavora all’IREA e vincitore dell’edizione di Space Apps 2013 a Roma.

Circa 90 quest’anno gli iscritti, 17 i team di studenti e appassionati di scienza e tecnologia che per 36 ore sono stati impegnati alla ricerca di soluzioni innovative alle sfide lanciate dalla NASA per affrontare esigenze globali.

Primo premio, selezionato dalla giuria locale, al team dal nome evocativo “Una sfogliatella su Marte”. I 5 ragazzi hanno proposto una soluzione per migliorare l’esplorazione marziana, ideando un mezzo a forma di ragno per velocizzare i movimenti sulla superficie del Pianeta Rosso, tenendo conto delle sue asperità, e la raccolta di campioni nel caso di una futura colonizzazione di Marte.

Al secondo posto si sono classificati gli “Space Kangaroos” con il progetto “Martian Kangaroo”, ancora un dispositivo pensato per aiutare la mobilità su Marte.

Oltre a vincere i premi in denaro, messi quest’anno a disposizione dal Consolato degli Stati Uniti per il Sud Italia, questi due progetti concorreranno per la competizione globale.

Il People’s Choice Award, votato da tutti i partecipanti alla manifestazione, è andato invece al “Team eight”, un gruppo in cui alcuni dei partecipanti avevano già partecipato alla precedente edizione napoletana dello Space Apps risultandone vincitori. 

Durante la conferenza stampa di presentazione ufficiale dell’evento, tenutasi nella sede della Federico II di via Nuova Agnano giovedì 21 aprile, il Console Generale degli Stati Uniti per il Sud Italia Colombia Barrosse aveva definito la manifestazione “Una grande occasione per i giovani studiosi napoletani". "Le bellezze di Napoli - ha poi aggiunto il Console Barrosse - sono tante e sono tutte notissime, ma non sono solo quelle che vediamo nelle cartoline. I giovani di Napoli e del Sud sono tra le eccellenze dell'Italia e dell'Europa e siamo certi che anche in questa occasione riusciranno a dimostrarlo. Questa iniziativa rappresenta una strada verso la prosperità e la stabilità del mondo. La scienza può fungere da ponte tra Paesi diversi».

 


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Space Split Food: è questo il progetto che ha vinto il primo posto a Napoli della quarta edizione dell’International Space Apps Challenge. Il progetto, sviluppato da un team formato da sei ragazzi tra cui due donne, risponde alla sfida Print Your Own Space Food lanciata dalla NASA allo scopo di trovare un nuovo modo di produrre cibo per consentire future missioni spaziali di lunga durata, con evidente beneficio anche per la vita sulla Terra. L’idea proposta è di creare un nuovo modo di produrre e distribuire cibo utilizzando moderne tecnologie di stampa 3D.

Al secondo posto si è classificato il progetto SelfieSat, finalizzato alla realizzazione di un nano-satellite ospitante una fotocamera che può scattare foto e video del satellite madre durante voli planetari.

Insieme a questi due progetti, selezionati da una giuria locale, ce n’è poi un terzo, votato da tutti i partecipanti alla manifestazione, che concorrerà al giudizio globale. La NASA, infatti, raccoglierà tutte le segnalazioni locali e determinerà i vincitori per ciascuna delle quattro aree tematiche proposte: Terra, Spazio, Umanità e Robotica.

Oltre ai premi della NASA, l’IBM – sponsor della manifestazione – ha assegnato il Bluemix Award, un premio consistente in sostegno economico e supporto tecnico alla squadra vincente qualora volesse lanciare una startup, al progetto Hoe Help, un’applicazione studiata per andare incontro ai problemi degli agricoltori.

Tante dunque le idee, tanto l’entusiasmo, la creatività e il talento mostrato dai ragazzi, alcuni addirittura liceali, che hanno dimostrato che quando ci sono le opportunità il talento emerge.

Si è conclusa così la quarta edizione dell’International Space Apps Challenge organizzata a Napoli dall’IREA-CNR e dal Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’ in collaborazione con il Consolato degli Stati Uniti del sud Italia. La manifestazione, che ha avuto luogo presso la sede di Via Nuova Agnano dell'Università Federico II, ha dato la possibilità a tanti giovani di mettersi in gioco e di proporre il proprio progetto ad una delle più grandi istituzioni mondiali quale la NASA, nonché di istruire le nuove generazioni alla crescente cultura spaziale.

Per 48 ore 7 team di studenti e appassionati di scienza e tecnologia si sono impegnati alla ricerca di soluzioni innovative a sfide lanciate dalla NASA per il miglioramento della vita sulla Terra e nello Spazio, lavorando in contemporanea con migliaia di partecipanti disseminati in ben 139 città e 63 Paesi di tutto il mondo.

Napoli è entrata a far parte di questo grande evento promosso dalla NASA grazie all’iniziativa di un giovane ingegnere indiano, Chandrakanta Ojha, studente di dottorato dell’Università La Sapienza di Roma e assegnista di ricerca IREA, già vincitore nel 2013 di una precedente edizione svoltasi a Roma, e alla preziosa collaborazione del prof. Francesco Marulo, docente di ingegneria Aerospaziale dell’Università Federico II, e del Consolato USA per il sud Italia.
 

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Principale Rassegna stampa:

 

Scelto il progetto napoletano su innovazioni aerospaziali che rappresenterà l'Italia alla gara internazionale sull'innovazione promossa dalla NASA
Campania Aerospace News, 13 aprile 2015
 
Campania Aerospace News, 13 aprile 2015
 
Intervista di AEROPOLIS a Chandrakanta Ojha giovane ricercatore indiano che studia e lavora al CNR IREA di Napoli, vincitore della passata edizione italiana e secondo classificato tra i progetti mondiali valutati dalla NASA
Campania Aerospace News, 13 aprile 2015
 
Campania Aerospace News, 13 aprile 2015
 
Il Mattino.it, 11 aprile 2015
 
Video, 11 aprile 2015
 
Il Mattino, 11 aprile 2015
 
Il Mattino.it, 9 aprile 2015
 
Napoli - Repubblica.it, 5 aprile 2015

 


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Avellino

È stata sottoscritta il 23 aprile 2015 dal Comune di Avellino e dall’Irea-Cnr di Napoli la “Convenzione operativa per l'attività di collaborazione tecnico-scientifica nel campo della ricerca e tutela ambientale”.

«L’Intesa – ha dichiarato l’assessore all’ambiente Giuseppe Ruberto nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto che si è tenuta a Palazzo di Città – nasce con lo scopo di tutelare il territorio cittadino, individuando eventualmente fenomeni di dissesto idrogeologico o altri fattori di rischio legati a movimenti della superficie terrestre. Abbiamo sottoscritto con il CNR di Napoli un accordo fondamentale per il Comune di Avellino che si porrà all’avanguardia per il monitoraggio ed il controllo del proprio territorio. Grazie all’innovativa tecnologia resa disponibile dall’Irea, il Comune di Avellino potrà dotarsi di una mappatura delle aree critiche del proprio territorio e potrà così predisporre una conseguente pianificazione degli interventi.»

A illustrare tecnicamente l’attività è stato il direttore dell’Irea, Riccardo Lanari: «Periodicamente, al passaggio dei satelliti, sofisticati radar “fotografano” il territorio dallo spazio. Il ‘Radar ad apertura sintetica’ (SAR) invece di utilizzare la luce, come una comune macchina fotografica, si avvale di una radiazione elettromagnetica a microonde. Ciò consente di acquisire immagini sia di giorno sia di notte, anche quando il cielo è coperto da nuvole, visto che le microonde riescono ad attraversale. Le immagini ottenute vengono successivamente combinate e confrontate tra loro mediante una tecnica altamente innovativa, denominata SBAS, (acronimo di Small BAeline Subset) sviluppata interamente presso l’Irea-Cnr di Napoli. Mediante tale tecnica è possibile combinare le varie immagini radar acquisite nel corso del tempo riuscendo così a seguire l’evoluzione temporale dei movimenti e misurare nel dettaglio deformazioni del suolo anche molto piccole, per esempio dell’ordine del centimetro. Un risultato a dir poco sorprendente se si pensa che viene ottenuto utilizzando satelliti che si trovano a circa 800 km di altezza.»

«Queste misure – ha proseguito Lanari – riescono a coprire aree vaste e non sono limitate a pochi punti, come accade tipicamente con le tecniche di monitoraggio tradizionali. Pertanto è possibile tenere sotto controllo e analizzare fenomeni anche in zone dove non sono presenti sensori delle reti di sorveglianza perché non sono attesi effetti deformativi. Le moderne tecnologie informatiche permettono inoltre un accesso semplice ed intuitivo ai risultati di queste misure. L’Irea-Cnr di Napoli ha sviluppato una piattaforma web (http://webgis.irea.cnr.it), basata essenzialmente su una interfaccia Google Maps, attraverso la quale chiunque abbia una connessione internet può consultare i risultati della tecnica SBAS.» «Il sistema di rilevamento satellitare – ha poi aggiunto il direttore dell’Irea – è stato utilizzato, ad esempio, in occasione del sisma dell'Emilia Romagna per verificare le modificazioni negli assetti del sottosuolo. Ma ha trovato anche applicazione in un progetto di monitoraggio sul territorio di Roma, molto simile a quello che verrà realizzato sulla città di Avellino. »

 


Rassegna stampa:

Irpinia News, 23 aprile 2015
 
Il Ciriaco, 23 aprile 2015
 
Irpinia24, 23 aprile 2015
 
Ottopagine.it, 23 aprile 2015
 
Orticalab
 

 

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