Claudia Giardino
Alcuni parametri bio-geofisici, indicatori qualitativi o quantitativi dello stato delle superfici naturali, possono essere stimati combinando la modellistica del trasferimento radiativo (fisica o emprica) ai dati ottici telerilevati. Le caratteristiche multi- ed iper-spettrali dei sensori satellitari e aviotrasportati, offrono in particolare le prestazioni radiometriche ottimali (elevata numerosità delle bande spettrali, strette bande spettrali, elevato rapporto segnale/rumore) per un’accurata stima dei parametri. Ad oggi sono numerose le attività orientate alla determinazione di grandezze bio-geofisiche, con applicazioni che interessano numerosi comparti ambientali. A tutti gli approcci è la traduzione in misure fisiche (es. riflettanza alla superficie) del segnale registrato dal satellite da cui, in funzione della natura della superficie si possono ottenere i parametri da utilizzarsi in molteplici applicazioni. A titolo d’esempio si ricordano la stima delle concentrazioni dei parametri di qualità dell’acqua (es. clorofilla, solidi sospesi) nel monitoraggio delle superfici lacustri e marine, il calcolo d’indicatori strutturali della vegetazione (es. Leaf Area Index) per la gestione degli ecosistemi arborei, la determinazione della proprietà della copertura nevosa (albedo, grain-size) per applicazioni di carattere idrologico o climatico.
Azioni di monitoraggio, gestione e pianificazione del territorio e dell’ambiente possono essere supportate da mappe di copertura del territorio, o mappe tematiche, la cui generazione rappresenta un'attività tipica del telerilevamento e forse una delle più diffuse e più importanti. Ogni tipo di intervento nel caso di emergenze ambientali, che si verificano in maniera sempre più frequente anche in connessione con i cambiamenti climatici, siano esse alluvioni e frane, terremoti e incendi, si deve basare su cartografia tematica aggiornata sia nella programmazione dei primi interventi, sia nella valutazione dei danni sia nella predisposizione dei piani di recupero con finalità anche di prevenzione. Ma la disponibilità di carte tematiche è importante non solo nel caso di disastri ma anche per la gestione delle risorse dell’ambiente e del territorio. Basti pensare al settore forestale sia per il fenomeno di deforestazione a scala globale con le sue implicazioni sull’ambiente e sul clima sia al settore specificamente agricolo. La politica agricola comune (PAC) è da oltre 40 anni la politica più importante dell’Unione Europea (UE), che investe fra 45 e il 50 % (cioè qualcosa come 55-60 miliardi di euro) del suo bilancio annuale per la spesa agricola (Comunità europee, 2007, ISBN 978-92-79-07312 –0). In molti settori le informazioni derivate dalle immagini da satellite sono la base per la distribuzione delle risorse economiche e per la verifica delle dichiarazioni degli agricoltori.
Anche la panificazione territoriale e urbana, l’identificazione di materiali pericolosi come il cemento amianto, la impermeabilizzazione dei suoli (soil sealing) causata dalla cementificazione del territorio, sono altri esempi dove la produzione di mappe tematiche da satellite riveste un ruolo fondamentale.
A partire dal 1972, anno in cui fu messo in orbita dalla NASA il primo satellite dedicato alle risorse terrestri (Landsat-1) fino agli attuali satelliti commerciali (Ikonos, …) con pixel di 1 metro, i dati e le immagini telerilevati disponibili sono andati sempre più aumentando e differenziandosi sia in termini di risoluzione spettrale che di risoluzione spaziale, richiedendo le sviluppo continuo di metodologie di analisi e interpretazione automatica sempre più raffinate e sempre più affidabili.
Una delle attività di ricerca irea
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Tecnologie SAR per l’ambiente marino
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