Maria Consiglia Rasulo
2021
11 novembre, 9:30 - 16:00, Università degli Studi di Milano-Bicocca, U4, Aula Sironi, Alla ricerca della Cittadinanza scientifica Dialoghi tra ricercatori e cittadini per una scienza condivisa e partecipata. Il convegno sarà trasmesso in diretta streaming sul canale Youtube dell’Università Milano-Bicocca e sul sito www.scienzainrete.it. La partecipazione in presenza è possibile previa prenotazione, fino a esaurimento posti, scrivendo a Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. Programma della giornata
3 novembre, Il contributo della Joint Research Unit EPOS Italia allo sviluppo della infrastruttura europea EPOS. L'evento si svolgerà in modalità remota. Per registrarsi vai qui
14 - 17 settembre, Area della ricerca del Cnr di Milano, Serie di Conferenze How to be a Researcher in the XXI Century - Challenges and new paradigms in a changing society organizzata dal Centro per l'eccellenza e gli studi transdisciplinari (Cest) in collaborazione con la sede di Milano dell'Istituto per il rilevamento Elettromagnetico dell'ambiente (Cnr-Irea), nell'ambito del progetto BRIDGES cordinato da IREA. Per informazioni, leggi qui.
22-26 marzo, 2021 36° ACM Symposium on Applied Computing (SAC), Gwangju, Korea
La rivista nasce nel 2018 dall’intuizione di Nicola Masini e Francesco Soldovieri, dirigenti di ricerca del CNR-ISPC e del CNR-IREA, fondatori ed Editor in Chief della rivista, di creare un forum non solo focalizzato sulle scienze dure, ma anche sulle scienze umane e sul patrimonio culturale che è sempre più un'area di frontiera e di contaminazione di conoscenze, metodi e tecniche. Per tale ragione, Heritage favorisce lo sviluppo di nuovi approcci transdisciplinari e nuove tecnologie da riapplicare anche in altri ambiti, invertendo il paradigma che ha visto fino ad un decennio fa il patrimonio culturale utilizzare in forma mutuata tecnologie e metodi sviluppati in altri campi della conoscenza.
La rivista prevede 6 sottosezioni interdisciplinari quali:
- - Tecnologie di rilevamento per la diagnostica e il monitoraggio del patrimonio architettonico e artistico
- - Soluzioni innovative e migliori pratiche per la protezione del patrimonio naturale
- - Innovazione e Ricerca nel campo della Conservazione e Recupero del patrimonio archeologico e architettonico
- - Geoscienze e tecnologie di osservazione della terra per la valutazione e mitigazione del rischio del patrimonio e lo studio del passato umano
- - ICT per la gestione della CH e Fruition
- - Politiche e contributi delle scienze umane per migliorare il ruolo culturale ed economico della CH nella società
Il successo della rivista è dovuto anche al ruolo significativo dei ricercatori del CNR come autori, revisori e membri dell’Editorial Board, oltre alla partecipazione di ricercatori provenienti da oltre 30 paesi del mondo.
Call for papers per lo special issue "Electromagnetic Applications in Industrial and Medicine" della rivista open access MPDI Electronics (ISSN 2079-9292; IF: 2.397; Cite Score 2.7)
Guest Editors: Dr. Roberta Palmeri (IREA-CNR), Prof. Tommaso Isernia (Università Mediterranea of Reggio Calabria), Dr. Colin Gilmore (University of Manitoba, Winnipeg, Canada).
Obiettivo di questo numero speciale è raccogliere competenze recenti e fornire una panoramica completa delle nuove soluzioni nell'elettromagnetismo applicato. Gli argomenti di interesse includono, ma non sono limitati, a tomografia industriale, agricola e medica, terapia elettromagnetica, metodi computazionali, sistemi di antenne e sensori, lavori teorici e sperimentali, analisi e interpretazione dei dati.
Per informazioni vedi https://www.mdpi.com/journal/electronics/special_issues/electromagnetic_application
La rivista internazionale Plos Biology ha pubblicato recentemente uno studio che individua i ricercatori scientifici più citati al mondo nelle varie discipline nel corso della loro carriera. Lo studio si basa sui dati ricavati da Scopus, il principale database per le pubblicazioni scientifiche, relativi a 7 milioni di ricercatori di università e centri di ricerca di tutto il mondo in 22 aree scientifiche e 176 sottocategorie.
L'elenco, redatto da tre ricercatori della Stanford University, contiene circa 160.000 nomi e include gli scienziati che sono tra i primi 100.000 in tutti i campi e quelli che sono nel 2% al top nelle loro specifiche aree di ricerca.
Nell'elenco dei “Top Scientist” mondiali figurano 6 ricercatori dell’IREA-CNR, a conferma della qualità della ricerca scientifica dell’Istituto. Sono Romeo Bernini, Gianfranco Fornaro, Riccardo Lanari, Francesco Mattia, Francesco Soldovieri ed Eugenio Sansosti.
Romeo Bernini è Dirigente di ricerca presso l’IREA di Napoli. La sua attività di ricerca è rivolta allo sviluppo di sensori in fibra ottica e sensori optoelettronici ed optofluidici integrati per applicazioni ambientali, industriali, biochimiche e biomedicali. E’ stato visiting scientist presso il DIMES (Delft Institute of Microelectronics and Submicrontechnology), Technical University of Delft. Nel 2001 ha vinto il best Doctoral Thesis Award in Optoelectronics del IEEE-LEOS Italian Chapter. E’ autore di oltre 100 pubblicazioni su riviste internazionali.
Gianfranco Fornaro è Dirigente di ricerca presso l’IREA di Napoli e svolge attività di ricerca nel campo dell’elaborazione di dati Radar ad Apertura Sintetica (SAR). Ha tenuto corsi in qualità di Professore Aggiunto in diverse Università nell’area Telecomunicazioni, attualmente presso l’Università Federico II. E’ stato visiting scientist presso l’Ente Spaziale Tedesco ed il Politecnico di Milano, e consulente scientifico per conto delle Nazioni Unite. Ha svolto attività di docenza anche in diverse Scuole di Alta formazione presso Enti di Ricerca internazionali, tra cui l’Agenzia Aerospaziale Giapponese a Tokyo e l’Agenzia Spaziale Argentina per conto della IEEE. E’ stato docente delle Lecture Series della NATO e dal 2013 svolge lezione presso la “Summer School on Radar/SAR” del Fraunhofer Institute a Bonn. Dal 2017 è Fellow della IEEE. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti internazionali tra cui il premio Mountbattern della IEE nel 1997 ed il premio “Best Paper Award” della rivista IEEE Geoscience and Remote Sensing Letters nel 2011.
Riccardo Lanari è Dirigente di ricerca e Direttore del CNR-IREA dal dicembre 2010. I suoi interessi di ricerca riguardano principalmente l’elaborazione numerica dei dati Radar ad Apertura Sintetica (SAR). E’ autore di più di 120 lavori pubblicati su riviste internazionali, di un libro edito dalla casa editrice americana CRC-PRESS e di due brevetti. E’ stato visiting scientist presso l’Istituto per le Scienze Spaziali ed Astronautiche (ISAS, Giappone), l’Istituto per le Radio-Frequenze dell’Ente Spaziale Tedesco (DLR, Germania), il Jet Propulsion Laboratory (JPL, USA); in quest'ultimo caso ha ricevuto dalla NASA una Recognition (nel 1999) ed un Award (nel 2001). E’ Distinguished Speaker della Geoscience and Remote Sensing Society della IEEE (IEEE-GRSS) e Fellow della IEEE society. Nel 2015 ha vinto il premio “Guido D’Orso” per la sezione Ricerca. Nel novembre 2016 è stato nominato dalla European Geosciences Union (EGU) vincitore della Christiaan Huygens Medal 2017 della EGU. E’ stato insignito nel 2020 dell’IEEE GRSS Fawwaz Ulaby Distinguished Achievement Award per gli eccezionali contributi e la leadership nei settori della elaborazione di dati SAR e InSAR.
Francesco Mattia è Primo Ricercatore del CNR-IREA e responsabile della Sede secondaria dell‘IREA di Bari. E’ stato visiting scientist presso la University of California, Santa Barbara (USA) e presso la Ohio State University (USA). E’ stato membro dell’Earth Science Advisory Committee dell'ESA e del Comitato consultivo dell'ASI per le attività di osservazione della terra italiane in ESA. La sua attività scientifica riguarda principalmente l'interpretazione fisica e la modellizzazione dello scattering elettromagnetico da superfici terrestri e l'inversione di dati SAR in parametri biogeofisici come il contenuto di umidità del suolo, la rugosità del suolo e la biomassa della vegetazione.
Eugenio Sansosti è Dirigente di ricerca presso l’IREA di Napoli dove si occupa di tecniche di elaborazione dei segnali SAR e le loro applicazioni alla geofisica. È stato Professore a Contratto di Teoria dei Segnali presso l’Università degli Studi di Reggio Calabria e di Comunicazioni Elettriche e Teoria dei Segnali presso l’Università degli Studi di Cassino. Ha collaborato con l’Agenzia Spaziale Tedesca (DLR, Germania), con il Jet Propulsion Laboratory, Pasadena, California (JPL, USA) ed è stato Image Processing Adviser presso l’Istituto Tecnologico de Aeronautica (ITA), Sao José dos Campos, SP, Brasile, per conto delle Nazioni Unite (ONU). È stato membro del team italiano di supporto scientifico alla Shuttle Radar Topography Mission (SRTM) della N.A.S.A. E’ Senior Member dell’IEEE.
Francesco Soldovieri è Dirigente di ricerca presso l’IREA di Napoli. I suoi principali interessi di ricerca riguardano la diagnostica elettromagnetica, la diffusione elettromagnetica inversa, le applicazioni di radar imaging, la diagnostica di antenne, il monitoraggio dello stato del mare da dati radar. E’ stato Principal Investigator/Technical Manager di progetti nazionali ed Internazionali, tra i quali ISTIMES (FP7), HERACLES (H2020) e AMISS (FP7-Marie Curie Action), e Presidente della Division on Geosciences Instrumentation and Data Systems della European Geosciences Union. Ha fatto parte del team di Marsis coinvolto nell’attività di ricerca che ha condotto alla scoperta dell’acqua liquida su Marte; i risultati sono stati pubblicati su Science e Nature Astronomy. Inoltre, è stato coinvolto nello studio della stratigrafia del sottosuolo, a mezzo georadar, della faccia nascosta della Luna, come testimoniato dal lavoro pubblicato su Science Advances. E’ autore di circa 240 lavori riviste internazionali, di 10 capitoli di libro e curatele ed è stato Editor dei libri “Sensing the Past” e “ICT for Smart Water Systems: Measurements and Data Science”, editi da Springer nel 2017 e 2021.
L’articolo, dal titolo “Updated science-wide author databases of standardized citation indicators” è pubblicato al link:
https://journals.plos.org/plosbiology/article?id=10.1371/journal.pbio.3000918
I dati sono ricavabili dalla tabella Table-S6-career-2019.xlsx scaricabile a questo link: https://data.mendeley.com/datasets/btchxktzyw/2
L’evento si è verificato lungo una faglia trascorrente destra, nota in letteratura come faglia di Petrinja, ed è stato preceduto da due scosse sismiche di magnitudo 4.7 e 5.2, verificatesi il 28 dicembre. Nelle ore e nei giorni successivi si sono inoltre verificate numerose scosse di assestamento che hanno raggiunto una magnitudo massima di 4.8.
Tramite la tecnica dell’Interferometria Differenziale Radar ad Apertura Sintentica (DInSAR), un team di ricercatori dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IREA-CNR) ha studiato il campo di deformazione superficiale indotto dall’evento sismico. In particolare, sono stati utilizzati i dati acquisiti dal satellite europeo Sentinel-1 il 18 e il 30 dicembre 2020 lungo orbita ascendente e il 23 dicembre 2020 e il 4 gennaio 2021 lungo orbita discendente, che hanno permesso di produrre gli interferogrammi mostrati in Figura 1a e 1b. In essi, ogni fascia di colore (frangia) indica uno spostamento del suolo di circa 2.8 centimetri, con una deformazione massima di circa 40 centimetri.
A partire dagli interferogrammi generati, sono state poi derivate le corrispondenti mappe di deformazione (vedi Figura 1c e 1d) tramite appropriate procedure note come phase unwrapping. Nel caso dell’orbita ascendente, la mappa mostra una deformazione caratterizzata da valori negativi fino a un massimo di -32 cm e valori positivi fino a un massimo di 38 cm, che indicano rispettivamente l’aumento e la diminuzione della distanza tra il sensore e il suolo. Nel caso dell’orbita discendente, la mappa mostra una deformazione caratterizzata da valori negativi fino a un massimo di -16 cm e valori positivi fino a un massimo di 29 cm.
Inoltre, combinando le mappe di deformazione ottenute dalle immagini Sentinel-1 ascendenti e discendenti, è stato possibile stimare gli spostamenti, sia per quanto concerne la componente verticale (Figura 1e), sia nella direzione est-ovest (Figura 1f). La mappa di spostamento verticale mostra un’area affetta da una subsidenza massima di -13 cm e da una zona in sollevamento con valori massimi di 19 cm; inoltre, la mappa di spostamento orizzontale mostra spostamenti massimi di 43 cm verso ovest e di 42 cm verso est.
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A seguito del tragico avvenimento, un team di ricercatori dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (IREA, Napoli) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ha condotto uno studio approfondito, basato sull’elaborazione di dati radar satellitari, sui possibili movimenti pre-crollo associati all’area interessata dal disastroso evento nell’ambito delle attività svolte in qualità di Centro di Competenza per il Dipartimento di Protezione Civile Italiana per lo studio da satellite dei fenomeni di deformazione del suolo e del costruito. Tale studio ha dimostrato l’assenza di significativi spostamenti precursori del crollo del ponte Morandi, nelle osservazioni radar satellitari, in evidente contrasto con quanto riportato nel lavoro di Milillo et al. (2019) dal titolo “Pre-Collapse Space Geodetic Observations of Critical Infrastructure: The Morandi Bridge, Genoa, Italy”, pubblicato sulla rivista scientifica Remote Sensing, aprendo così nuovi margini di discussione.
“Le caratteristiche di questi sensori, in particolare la risoluzione spaziale molto spinta (pochi m) e la lunghezza d’onda molto corta (circa 3 cm)” aggiunge l’ing. Diego Reale, ricercatore IREA partecipante al team, “hanno consentito di effettuare un’analisi dettagliata delle deformazioni relative ad un’infrastruttura complessa come il ponte Morandi, in termini di densità di punti di misura e di capacità di monitorare nel tempo il comportamento dell’intera struttura, con accuratezze millimetriche”.
“I prodotti delle elaborazioni interferometriche ottenute utilizzando due approcci indipendenti e alternativi, quali la tecnica Small BAseline Subset (SBAS) e la tecnica di Tomografia SAR, hanno mostrato una significativa consistenza e similarità tra loro in termini sia di copertura spaziale sia di entità della deformazione misurata” sottolinea l’ing. Manuela Bonano, altro ricercatore IREA membro del team, “confermando la sostanziale assenza di movimenti superficiali precursori del crollo del ponte Morandi”.
I risultati ottenuti sono stati presentati nel lavoro dal titolo “Comment on “Pre-Collapse Space Geodetic Observations of Critical Infrastructure: The Morandi Bridge, Genoa, Italy”, by Milillo et al. (2019)", pubblicato a Dicembre 2020 sulla stessa rivista scientifica Remote Sensing.
Foto in copertina: LaPresse
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Sviluppare conoscenza, tutela, conservazione e valorizzazione del Patrimonio Culturale applicando la “Smart Innovation”: è questo il principale obiettivo di PAUN, un progetto finanziato da un bando competitivo POR e sviluppato dal Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali (DATABENC) grazie al contributo di numerosi partner istituzionali e privati, quali l’Università degli Studi di Salerno, l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, Istituti di ricerca del CNR e numerose aziende con specifiche competenze nel settore delle tecnologie applicate ai Beni Culturali.
Il progetto mira a porre le basi per la realizzazione del Parco Archeologico Urbano della Città di Napoli a partire da un contesto unico al mondo per stratificazione e tipologie di rinvenimenti: l’area di Piazza Municipio che unisce il complesso di Castel Nuovo alla sottostante area archeologica in cui è stato individuato l’antico porto di Napoli risalente al II sec. Dc.
L’applicazione di tecnologie innovative e la loro integrazione con le conoscenze di tipo umanistico contribuiranno a migliorare la fruibilità del patrimonio culturale locale e potenziare l’attrattività turistica del territorio.
Ampio spazio nel progetto è dato anche all’analisi dei rischi a cui sono sottoposti i parchi archeologici in termini di usura delle aree e dei monumenti a causa di agenti ambientali (rischi geologici, idrogeologici e sismici) e antropici, compresi quelli derivanti dalla pressione turistica.
In quest’ambito si inseriscono le attività dei ricercatori dell’IREA che contribuiscono allo studio dello stato di conservazione, alla valutazione dei rischi e all’acquisizione di informazioni utili a pianificare interventi di tutela, conservazione e restauro, attraverso la realizzazione di una rete integrata di sensori per il monitoraggio del patrimonio archeologico, monumentale e ambientale del parco.
Vengono utilizzati sensori in fibra ottica per il monitoraggio della temperatura e delle deformazioni di ambienti e strutture; il telerilevamento satellitare per l’analisi delle deformazioni nelle aree di interesse fino alla scala dei singoli edifici e strutture e sono impiegati radar marini per il monitoraggio e le previsioni delle condizioni meteomarine nell’area del PAUN. Inoltre vengono effettuate analisi non invasive per la caratterizzazione dei manufatti di pregio e il rinvenimento di criticità relative alla conservazione.
I dati provenienti dalle reti di sensori dovranno confluire in un’unica piattaforma software che li renderà fruibili per valutare lo stato strutturale e i rischi a cui sono soggetti i vari elementi per pianificare le priorità degli interventi di salvaguardia e quindi garantire la trasmissione del patrimonio culturale alle generazioni future.
Di questo ha parlato Olga Zeni, ricercatrice dell’IREA e responsabile dell’Obiettivo Realizzativo 3 del progetto PAUN - Sistema di acquisizione dati per diagnostica e conservazione del patrimonio archeologico – in una video intervista pubblicata sul sito del progetto PAUN .
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La professoressa Maria Brovelli, docente I fascia del Politecnico di Milano e Associata ad IREA, è stata eletta Chair di un importante organismo di esperti delle Nazioni Unite dedicato alle tematiche e sfide dell’informazione geografica. Si tratta del UN-GGIM Academic Network.
UN-GGIM (Bureau of the United Nations Global Geospatial Information Management) ha lo scopo di indirizzare le sfide globali riguardanti l’uso dell’informazione geografica (GI) inclusa nelle agende di sviluppo, e di supportare l’azione politica nel settore della gestione di tale informazione. Per realizzare i propri obiettivi, il Bureau si appoggia alla rete di esperti accademici che sarà guidata dalla Professoressa Brovelli, e le cui funzioni principali sono le seguenti:
• fornire consulenza e guida a UN-GGIM riguardo a conoscenza strategica, ricerca, formazione e servire come braccio accademico nel raggiungimento degli obiettivi;
• mantenere un forum per il coordinamento e dialogo nella comunità GI con l’idea di far avanzare le attività legate alla gestione ed uso di GI e di identificare e raccogliere le sfide e opportunità che si presentano a UN-GGIM;
• fornire una piattaforma per la condivisione dei bisogni degli stati membri nel settore GI e delle capacità dei partecipanti alla rete accademica;
• contribuire ai Sustainable Development Goals (SDG) delle Nazioni Unite e ad altre aree di importanza fondamentale come l’accesso ai territori, i diritti di proprietà, il degrado del territorio, la rapida urbanizzazione e il cambiamento climatico.
Gli organismi di governo dell’Academic Network sono illustrati nella Figura. Le decisioni esecutive riguardanti la gestione della rete, il suo coordinamento e i meccanismi di adesione sono prese dal Chair e dal Deputy Chair.
L'IREA è uno dei 3 membri italiani dell’UN-GGIM Academic Network, insieme al Politecnico di Milano e all’Università La Sapienza di Roma.
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Una delle attività di ricerca irea
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Utilizzo di piattaforme Cloud per l'elaborazione di dati SAR interferometrici
L’interferometria SAR differenziale (DInSAR) è una tecnica per la stima…