Maria Consiglia Rasulo
L’IREA-CNR è nel team multidisciplinare, autore di una importante scoperta riguardante l’evidenza di acqua liquida nel sottosuolo di Marte alla profondità di circa 1.5 km. Questa scoperta è stata possibile grazie ad un’indagine condotta mediante il radar italiano MARSIS (da Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding) a bordo della sonda europea Mars Express.
MARSIS (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding) è un radar sounder, ovvero un radar che opera a frequenze comprese tra 1.5 e 5 MHz. In virtù delle basse frequenze adoperate, e delle caratteristiche trasparenti dei ghiacci, MARSIS è capace di sondare il sottosuolo di Marte fino alla profondità di 4-5 km e per più di 12 anni il radar ha investigato le calotte polari del pianeta rosso in cerca di indizi di acqua liquida.
Il lavoro che testimonia questa scoperta, di cui è co-autore Francesco Soldovieri dell’IREA-CNR, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Science. Nella pubblicazione il team composto da ricercatori appartenenti a centri di ricerca ed università italiane (INAF, Università degli studi Roma Tre, ASI, Università D’Annunzio Chieti-Pescara, CNR e Sapienza Università di Roma), mostra per la prima volta, la prova dell’esistenza di acqua liquida nel sottosuolo marziano. I dati di MARSIS indicano che probabilmente l’acqua è salata poiché alla profondità di 1.5 km, dove l’acqua è stata identificata, la temperatura è sicuramente ben al di sotto di 0°C. I sali, che probabilmente sono simili quelli che la sonda NASA Phoenix ha trovato nel ghiaccio della zona circumpolare nord, agiscono da “antigelo” aiutando a mantenere l’acqua allo stato liquido. Inoltre, potrebbero esserci altre zone con condizioni favorevoli alla presenza di acqua in profondità su Marte ed il team coinvolto nella scoperta continuerà ad investigare.
Lo studio ha riguardato la regione del Planum Australe, per la quale sono stati analizzati i dati acquisiti da MARSIS nel periodo tra il maggio 2012 ed il dicembre 2015. I profili radar raccolti su questa area hanno mostrato caratteristiche peculiari e permesso di identificare una area di circa 20km quadrati (centrata nella zona con le seguenti coordinate: 193°E e 81°S), nella quale la sottosuperficie è molto riflettente, al contrario di ciò che succede nelle aree circostanti. Nello specifico, l’IREA-CNR ha partecipato all’analisi quantitativa dei segnali radar, mediante modellistica elettromagnetica inversa, per arrivare a determinare la permittività dielettrica dello strato riflettente. Questa parte del lavoro, durata quasi 4 anni, ha consentito di determinare che la permittività dielettrica dell’area altamente riflettente è maggiore di 15, perfettamente in accordo con la presenza di materiali che contengono notevoli quantità di acqua liquida.
Negli ultimi 34 anni l'ACM Symposium on Applied Computing (SAC) è stato uno dei forum internazionali principali per gli informatici, gli ingegneri informatici e gli sviluppatori di applicazioni per raccogliere, interagire e presentare il loro lavoro.
L’Information Access and Retrieval riguarda la teoria, l'implementazione e la valutazione delle tecnologie di accesso alle informazioni in nuove aree di applicazione e in nuovi contesti.
Deadline per la sottomissione di articoli: 10 settembre 2018
Per ulteriori informazioni, scarica la Call for Papers
L'International Journal of Environmental Research and Public Health (IJERPH) - ISSN 1660-4601, Impact Factor 2.145 - copre tutti gli aspetti delle scienze ambientali, della salute pubblica, dell’igiene occupazionale e della ricerca sulla salute in generale. La Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) è tra le società associate con IJERPH.
Questo numero speciale, di cui Maria Rosaria Scarfì e Olga Zeni sono tra i Guest Editors, è dedicato agli studi sperimentali, in vitro, in vivo ed epidemiologici, sulla esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. L’attenzione è rivolta sia ai possibili effetti avversi per la salute sia a quelli benefici, incluse le applicazioni biomedicali, con particolare enfasi ai meccanismi di interazione ai fini delle applicazioni terapeutiche e diagnostiche.
Maggiori dettagli si trovano al link http://www.mdpi.com/journal/ijerph/special_issues/EMEFBM
La scadenza per le sottomissioni è 28 febbraio 2019.
Ciro Liccardi, Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dell’IREA, è improvvisamente venuto a mancare all’affetto della sua famiglia e dei suoi colleghi. Ciro era Collaboratore Tecnico presso l’Istituto di Ricerche sulla Combustione, ma dal 2010 si occupava delle attività di prevenzione e protezione sul lavoro non solo per l’IRC ma anche per l’IREA, diventando presto un punto di riferimento per tutte le problematiche relative alla sicurezza e alla salute dei lavoratori. Con la sua scomparsa il CNR ha sicuramente perso una persona di valore.
Ciro è stato però qualcosa in più. Affabile, gentile con tutti, sempre sorridente, attento e scrupoloso nel suo lavoro, Ciro Liccardi era senza retorica quello che si definisce “una brava persona”.
Grazie alla sua competenza e alle sue qualità umane mancherà a tutti noi dell’IREA come RSPP ma soprattutto come uomo e come amico.
Il nostro Angelo della Sicurezza ... si avvertiva la tua presenza costante e discreta, sapevi tutte le nostre date di nascita e la corrispondenza con il nostri segni zodicali ma avevi anche un pensiero e una parola per i nostri problemi lavorativi e personali... ci mancherai!!!
Nadia Russo
Paola Carrara
Anna Sannino
Enzo De Novellis
Francesca Di Matteo
Lorenzo Crocco
Antonio Pepe
Piero Tizzani
Stefania Romeo
Olga Zeni
Fabiana Calò
Nell’ambito della rete di formazione innovativa EMERALD, finanziata dal programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea Horizon 2020 - MSCA, sono disponibili tredici posizioni con contratti a tempo determinato per 36 mesi con una data di inizio tra ottobre 2018 o gennaio 2019, a seconda dell'istituto ospitante.
EMERALD (ElectroMagnetic imaging for a novel genERation of medicAL Device) è un network che coinvolge i principali gruppi di ricerca a livello europeo attivi nell’ambito dello sviluppo delle tecnologia elettromagnetica (EM) per l'imaging medico e mira alla formazione di un gruppo di ricercatori altamente qualificati, in grado di accelerare l'evoluzione di questa tecnologia "dal banco di ricerca al letto del paziente”. A tal fine, EMERALD costituirà un gruppo di 13 giovani ricercatori che saranno i futuri leader europei in questo settore, attraverso uno speciale programma di ricerca e formazione.
Il consorzio EMERALD coinvolge istituzioni accademiche, partner industriali, ospedali e centri medici universitari. I ricercatori formati da EMERALD guideranno gli sviluppi futuri della tecnologia di imaging EM, grazie alle competenze mirate che otterranno e alle loro connessioni stabilite con medici e parti interessate.
Le specifiche calls sono disponibili su Euraxxes al link: https://euraxess.ec.europa.eu/site/search?keywords=emerald
La scadenza per la presentazione delle domande è il 1 giugno 2018.
In particolare, due posizioni sono disponibili al CNR-IREA di Napoli.
La prima prevede lo sviluppo di algoritmi di imaging a microonde per dispositivi di follow-up clinico. Il principale argomento di ricerca sarà la progettazione, l'implementazione e il collaudo degli algoritmi di imaging a microonde per elaborare i dati raccolti mediante dispositivi sviluppati all'interno della rete EMERALD per il follow-up clinico e il trattamento guidato da immagini a microonde.
L’argomento di ricerca della seconda posizione sarà invece la progettazione, realizzazione e test di un dispositivo di imaging a microonde non invasivo, sicuro, portatile ed economico per monitorare i trattamenti di ablazione termica.
Per ulteriori informazioni contattare Lorenzo Crocco ( Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. )
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Da alcuni anni chiunque voglia presentare un progetto di ricerca in ambito europeo, deve dichiarare di ispirarsi ai principi della Ricerca e Innovazione Responsabili (nota con l’acronimo RRI), anticipando i possibili impatti della sua ricerca e spiegando come il processo proposto produrrà un’innovazione “socialmente desiderabile e accettabile”.
Perché un’attività di ricerca possa definirsi RRI, essa deve prevedere il coinvolgimento attivo di vari pubblici (Public Engagement) per la definizione di obiettivi socialmente condivisi; considerare la dimensione etica (Ethics) e le diverse prospettive ed implicazioni - per uomini e donne - delle sue attività (Gender); garantire opportunità di formazione in grado di costruire una cittadinanza attiva e partecipe ai processi decisionali (Science Education); consentire l’accesso aperto (Open Access) alla conoscenza e ai risultati delle ricerche scientifiche fin dai primi momenti della costruzione di un progetto; tendere verso una più proficua interazione con il mondo politico per garantire un governo maggiormente condiviso dell’innovazione (Governance).
Da quando la RRI è stata formulata, molti progetti hanno cercato di promuoverne un’ampia applicazione, soprattutto in ambito scientifico, ma da alcune indagini risulta che il tentativo di incorporare l’approccio nelle pratiche di ricerca sia stato finora piuttosto debole ed eterogeneo e che molti ricercatori non abbiano una chiara comprensione di cosa implichi assumere un approccio di RRI.
Cosa è la RRI per i ricercatori? È l’ennesimo vincolo burocratico cui sottomettere la propria attività, o un invito a ripensare il modo di fare ricerca e innovazione?
Il volume "Scienziati in affanno? Ricerca e Innovazione Responsabili (RRI) in teoria e nelle pratiche", curato da Alba L'Astorina dell'IREA e Monica Di Fiore, intende esplorare i diversi significati di un approccio complesso come la RRI, ricollocando la sua formulazione nel contesto più ampio della riflessione sui rischi e i benefici connessi all’innovazione tecnoscientifica e sul rapporto tra scienza, società e politica. Lo scopo del volume è di offrire ai ricercatori uno strumento per orientarsi nel nuovo scenario europeo di politiche della ricerca e, nello stesso tempo, fornire alcuni spunti critici sul modo in cui è cambiato il modo di produrre e condividere la conoscenza scientifica e sul nuovo ruolo che gli scienziati hanno in questo processo.
La prima parte del libro, che raccoglie gli interventi di alcuni esperti intervenuti in una serie di workshop organizzati dall’IREA del CNR di Milano nel 2016, ricostruisce il contesto epistemologico, politico e sociale che ha portato alla definizione delle dimensioni chiave della RRI.
A partire dalle questioni emerse durante il dibattito con i partecipanti all’iniziativa del CNR, è stata costruita la seconda parte del volume, che esplora le condizioni che rendono possibile l’introduzione o la valorizzazione di queste dimensioni chiave nelle pratiche di ricerca. Cosa vuol dire aprire la scienza ai valori della società? Come è possibile condividere le domande di ricerca? Qual è il ruolo dei vari attori in un progetto partecipato e inclusivo? A queste domande cercano di rispondere autori che in diverso modo si sono confrontati con la RRI nel corso di progetti di ricerca esplicitamente ispirati a questo approccio o che ne hanno esplorato varie dimensioni nell’ambito di esperienze più ampie. Alcuni contributi si collocano al di fuori dell’accademia e non sono direttamente vincolati dal contesto normativo della RRI, perché il tema della “responsabilità” non è prerogativa di questo approccio, né della sola politica europea.
Il volume si chiude con una conversazione con due studiosi che da anni si interrogano sullo stato critico della relazione tra scienza, società e politica, con lo scopo di allargare la riflessione oltre i confini italiani ed oltre la stessa RRI. Il tema principale del volume diventa così un pretesto per introdurre all'interno della comunità scientifica temi diventati prerogativa delle scienze sociali e contribuire così a ridurre la distanza - che a volte ha i tratti del conflitto - tra chi "fa" scienza e chi "riflette" sui suoi cambiamenti.
Il volume "Scienziati in affanno? Ricerca e Innovazione Responsabili (RRI) in teoria e nelle pratiche" è il più recente risultato delle attività legate all'RRI (Ricerca e Innovazione Responsabili) che l'IREA conduce nell'ambito della linea di ricerca dedicata agli Studi sociali su scienza, comunicazione ed educazione.
Il libro è accessibile e interamente scaricabile al seguente indirizzo web: http://doi.irea.cnr.it/scienziati-in-affanno-ricerca-e-innovazione-responsabili-rri-in-teoria-e-nelle-pratiche/
Nel corso dell’Assemblea generale 2018 della EGU (European Geosciences Union), l'evento europeo più grande e più importante nel campo delle geoscienze tenutosi a Vienna dall' 8 al 13 Aprile, Giovanni Ludeno, Ricercatore a tempo determinato presso l’IREA di Napoli, è stato insignito del "Division Outstanding Early Career Scientists Award", il premio per giovani scienziati che si sono distinti nel loro campo di ricerca, nel settore della Geosciences Instrumentation and Data Systems.
L'attività di ricerca di Ludeno - si legge nella motivazione del suo premio - mette in luce la sua capacità di contribuire in modo significativo ai progressi metodologici nell’impegnativo campo scientifico dell'elaborazione dei dati radar per il monitoraggio ambientale.
Giovanni Ludeno ha conseguito il dottorato in ingegneria elettronica e informatica presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell'Informazione della Seconda Università di Napoli nel 2015. La sua area di competenza riguarda il campo dell'elettromagnetismo applicato, con particolare attenzione allo sviluppo di metodologie di inversione per l'elaborazione dei dati radar. È stato coinvolto nello sviluppo e nella valutazione di strategie innovative per la stima dei parametri dello stato del mare, come le correnti superficiali e la batimetria, mediante uso di dati radar ad alta risoluzione in banda X. Queste metodologie sono state applicate in scenari operativi, come il controllo dei parametri dello stato del mare durante la rimozione del relitto della nave della Costa Concordia all'Isola del Giglio.
Attualmente si occupa di scattering elettromagnetico inverso per l'elaborazione di dati radar nelle indagini del sottosuolo da piattaforme terrestri e da droni. Un altro dei suoi campi di ricerca riguarda l'uso delle onde terahertz per la caratterizzazione dei materiali in diversi campi, dal monitoraggio della vegetazione all'archeologia.
Ha partecipato a numerosi progetti di ricerca europei e italiani, tra cui il progetto bandiera "RITMARE: la ricerca italiana per il mare", il PON HABITAT - Sistema intelligente di ottimizzazione del traffico portuale, e il progetto H2020 HERACLES - Heritage Resilience Against CLimate Events on Site.
“Italia: la bellezza della Conoscenza” è una mostra itinerante che vuole raccontare le eccellenze italiane in ambito scientifico tra passato, presente e futuro e valorizzare la ricerca e la tecnologia italiana nel mondo.
Promossa e finanziata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e realizzata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche con il contributo dei quattro musei scientifici italiani di rilievo internazionale - Fondazione Idis-Città della Scienza di Napoli, Museo Galileo di Firenze, Museo delle Scienze di Trento, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano – “Italia: la bellezza della Conoscenza” intende trasmettere un messaggio al mondo di un’Italia portatrice di scienza, tecnologia e innovazione, e presentare la ricerca italiana come sistema e non come insieme di singole eccellenze.
"Questa mostra”, ha sottolineato il presidente del CNR e della Consulta dei presidenti degli Enti pubblici di Ricerca, Massimo Inguscio, “non è una mostra del Cnr ma del Sistema Italia. Il Cnr, in interazione con tutti gli altri enti di ricerca, le università e con quattro musei della scienza italiani, la ha organizzata con l’intento di portare nel mondo il messaggio di quanto sia bella, utile, fondamentale e ricca la ricerca".
La mostra è stata inaugurata alla Farnesina il 16 aprile in occasione della giornata della ricerca italiana nel mondo alla presenza del ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Valeria Fedeli. Ad accogliere i visitatori la proiezione del film di Stefano Incerti: La Bellezza della Conoscenza, un’emozionante narrazione per immagini del nostro Paese, delle sue bellezza naturali, artistiche e soprattutto di tanti prestigiosi traguardi raggiunti dai nostri ricercatori. Cinque isole tematiche – ambiente, alimentazione, salute, cultura e beni culturali e aerospazio – raccolgono poi ed espongono alcuni pezzi di questa bellezza e di questa scienza.
L'esposizione resterà in Italia fino al 20 aprile. Subito dopo partirà per un tour mondiale con tappe in Egitto, India e Singapore nel 2018 e sarà presentata a Expo Dubai del 2020.
L’IREA è stata felice di condividere questo progetto e contribuire a questa importante iniziativa che fa emergere il valore e la modernità della ricerca italiana.
E’ stato pubblicato da Springer (marzo 2018) il libro “Emerging Electromagnetic Technologies for Brain Diseases Diagnostics, Monitoring and Therapy”. Tra i curatori Lorenzo Crocco, primo ricercatore dell’IREA.
Il volume presenta tecnologie innovative per la diagnosi, il monitoraggio e il trattamento di patologie cerebrali, che offrono interessanti prospettive in ambito medico grazie al loro basso costo, portabilità e sicurezza. Gli autori affrontano malattie cerebrovascolari quali ictus, ischemia, emorragia e vasospasmo, di rilevanza sociale sempre crescente a causa dell'invecchiamento della popolazione globale, descrivendo il potenziale di nuove tecniche come l'imaging a microonde. Vengono presentate poi modalità innovative, quali l’uso di campi elettromagnetici e nano-compositi, per il trattamento di tumori cerebrali nonché per il monitoraggio della temperatura del cervello durante interventi chirurgici.
A formulare questa ipotesi, uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio vesuviano (Ingv-Ov, Napoli), dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente (Irea, Napoli) e dell’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale (Imaa, Potenza) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), in collaborazione con il Dipartimento di protezione civile (Dpc, Roma). I risultati del lavoro, dal titolo "The 21st August 2017 Ischia (Italy) earthquake source model inferred from seismological, GPS and DInSAR measurements", sono stati pubblicati su Geophysical Research Letters.
“La disponibilità dei dati radar satellitari della costellazione Sentinel-1, del programma europeo Copernicus, e quelli della costellazione COSMO-SkyMed, dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) e del Ministero della Difesa", evidenzia Riccardo Lanari, direttore del Cnr-Irea, "ha permesso di rilevare un abbassamento del suolo fino a un massimo di 4 cm, conseguente all’evento sismico, in un’area a ridosso di Casamicciola Terme”.
La faglia, associata all’evento, è localizzata a una piccola profondità nel settore settentrionale dell’isola, alla base del Monte Epomeo. “La sua individuazione è stata possibile grazie a un approccio multidisciplinare che ha permesso di integrare dati sismologici e GPS (global positioning system) delle reti Ingv con i dati radar satellitari elaborati dal Cnr”, sottolinea Francesca Bianco, direttrice dell’Ingv-Ov. “Il terremoto del 21 agosto 2017 è stato il primo evento sismico con effetti distruttivi a Ischia, registrato da reti strumentali moderne”.
L’isola d’Ischia è un campo vulcanico. Il Monte Epomeo, principale rilievo dell’isola, si è formato a causa del sollevamento di rocce depositate sul fondo di una caldera nella parte centrale dell’isola, grazie alla spinta esercitata da una intrusione magmatica. Le rocce dell'Epomeo sono il prodotto della grande eruzione del Tufo Verde del Monte Epomeo, avvenuta 55.000 anni fa. Negli ultimi diecimila anni, l’isola è stata sede di numerose eruzioni; l'ultima risale al 1302. Oggi è caratterizzata da un’attività fumarolica e idrotermale e da una sismicità sporadica. Prima del 2017, l'ultimo terremoto con effetti catastrofici nell’isola è stato il sisma del 1883, che causò oltre 2300 morti e la distruzione dell’80% del patrimonio edilizio nell'abitato di Casamicciola. Quell’evento fu il primo terremoto che l’appena nato stato Italiano dovette gestire. Tra le vittime, anche i genitori e la sorella di Benedetto Croce che, allora diciassettenne, fu estratto miracolosamente vivo dalle macerie.
Questa ricerca, concludono gli autori, mostra il valore della collaborazione tra Enti di ricerca, da sempre promosso dal Dpc su temi di protezione civile. Cnr e Ingv, insieme, hanno studiato il fenomeno, contribuendo alla conoscenza geologica di Ischia. Hanno elaborato un modello esplicativo della dinamica dell’area, fornendo i primi dati strumentali della sismicità di grado moderato a Ischia, mai registrati prima, e calcolando le caratteristiche della sorgente del terremoto del 21 agosto 2017 con parametri quantitativi.
In figura: Vista in 3D della componente verticale degli spostamenti del suolo stimata a partire dai dati Sentinel-1 e COSMO-SkyMed e della superfice di discontinuità che ha generato l’evento sismico del 21 agosto 2017; i punti bianchi rappresentano la principale sismicità registrata.
Una delle attività di ricerca irea
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Modellistica di estrazione di parametri bio-geofisici
Alcuni parametri bio-geofisici, indicatori qualitativi o quantitativi dello stato delle…