Maria Consiglia Rasulo
La rapida crescita di molti indicatori socio-economici (come popolazione, economia, utilizzo dell'acqua, produzione alimentare, trasporti, tecnologia, ecc.) registrata a partire dalla metà del 20° secolo, nota come “La Grande Accelerazione”, si rispecchia nell’impennata quasi simultanea del tasso di crescita dei dati relativi al sistema Terra (temperatura superficiale, acidificazione degli oceani, perdita della foresta tropicale, degrado della biosfera terrestre, ecc.), a testimonianza dell’impatto delle attività umane sull’ambiente e sui suoi ecosistemi.
Per affrontare la sfida scientifica associata ai fenomeni di “Grande Accelerazione” è necessaria la piena integrazione delle migliori metodologie disponibili di osservazione della Terra, combinando il telerilevamento satellitare e i dati in situ per il monitoraggio e la modellazione ambientale e del territorio (aree urbane e infrastrutture).
Lo Special Issue della rivista Remote Sensing "Integration of Space and In-Situ Earth Observing Methodologies for Environmental and Territory Monitoring", che ha tra gli editor Francesco Soldovieri, Direttore dell’IREA, vuole essere uno strumento efficace per promuovere e condividere approcci metodologici e nuove applicazioni basate sull'integrazione delle metodologie di osservazione della Terra multi-sorgente, multisensore e multi-risoluzione per lo studio di problemi ambientali complessi e con grandi impatti sulla società e sulla qualità della vita delle persone.
Accanto a questo, lo Special Issue prenderà in considerazione nuove applicazioni di intelligenza artificiale e metodologie di apprendimento automatico per l'elaborazione e l'analisi dei dati.
Ulteriori informazioni sono disponibili a questo link.
La scadenza per la sottomissione degli articoli è il 31 luglio 2023
Venerdì 28 ottobre, nell’ambito di Innovation Village, la fiera-evento sull’innovazione e la promozione di circuiti collaborativi fra ricerca e imprese, si terrà il convegno “Approcci e tecnologie di monitoraggio delle infrastrutture” a cura dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del CNR e Knowledge for Business, in collaborazione con l’Ordine Ingegneri Napoli. L’obiettivo è presentare le soluzioni più recenti della ricerca per affrontare le problematiche più rilevanti della rete infrastrutturale nazionale, chiamando al confronto policy makers, gestori delle infrastrutture di trasporto e ricercatori, anche con l’obiettivo di identificare tecnologie e approcci trasferibili al sistema delle imprese.
La gestione e la protezione del patrimonio infrastrutturale dei trasporti nazionali rappresenta un’esigenza prioritaria per il sistema Paese. Gran parte delle infrastrutture di trasporto, infatti, è ormai avanti negli anni e inizia a manifestare problemi di degrado e danno che ne possono inficiare la funzionalità e la sicurezza. Inoltre, le strutture da monitorare sono numerosissime ed in alcuni casi i dati e le informazioni disponibili non sono sufficienti per un monitoraggio completamente affidabile. Risulta dunque cruciale lo sviluppo di sistemi di monitoraggio e diagnostica capaci di fornire risultati effettivamente utili alla manutenzione efficiente e sostenibile delle strutture esistenti, in linea con quanto previsto dal PNRR in tema di interventi per la sicurezza e la resilienza di ponti e viadotti, utilizzando soluzioni tecnologiche e digitali con l’obiettivo di sviluppare una rete di infrastrutture di trasporto moderna, sostenibile e sicura.
Una possibile soluzione è rappresentata da un approccio semplificato e sistemico, dove la possibilità di un’investigazione di dettaglio di tutte le strutture (non sostenibile da un punto di vista economico e logistico) possa essere sostituita da una approccio in due tempi, con una visione in prima battuta “globale” e da remoto, finalizzata a visualizzare e categorizzare lo stato, l’età e le modalità costruttive, e rilevarne criticità, che viene poi seguita, laddove necessario, da un’indagine di dettaglio che si avvale di strumenti specifici per ottenere informazioni sul tipo di danno a cui è soggetto la struttura sotto investigazione.I risultati delle tecnologie di osservazione vanno assimilati nei modelli strutturali anche ricorrendo a Digital Twins delle strutture campione.
Aprirà la discussione il Direttore del DIITET-CNR Emilio Campana, che parlerà di Digital Twins, modelli computazionali di simulazione; progetti e competenze CNR. Interverranno, tra gli altri, Riccardo Lanari e Francesco Soldovieri, rispettivamente Dirigente di ricerca e Direttore dell’IREA-CNR, presentando gli ultimi risultati relativi all’Utilizzo dei dati interferometrici satellitari ai fini dell’interpretazione del comportamento strutturale delle costruzioni, e al Monitoraggio in situ con tecnologie non-invasive.
L’evento si terrà dalle 14:30 alle 16:30 presso la Sala Averroè del Centro Congressi di Città della Scienza di Napoli.
Per l’iscrizione all’evento vai a questo link
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La scoperta della presenza di acqua salata sotto la calotta polare meridionale di Marte, resa possibile grazie ad un’indagine condotta con il radar italiano MARSIS dell'ASI montato a bordo della missione Mars Express dell’ESA, risale al 2018. Lo studio, svolto da un team di ricerca interamente italiano, del quale faceva parte anche l'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IREA-CNR), fu pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Science.
Due anni dopo un altro studio, pubblicato su Nature Astronomy da parte di un team multidisciplinare composto da tredici ricercatori tra fisici, geologi ed ingegneri, tra cui anche Francesco Soldovieri dell’IREA-CNR, ha confermato la scoperta fornendo un ulteriore prova dell'esistenza di laghi di acqua salata intrappolati sotto il ghiaccio del Polo Sud marziano.
Arriva ora un nuovo studio, pubblicato Il 28 settembre su Nature Communications da un team internazionale a coordinamento italiano, che fornisce nuove prove sull’esistenza di acqua liquida sotto il polo sud di Marte. In particolare, lo studio è stato coordinato dall’Università di Roma Tre e dall’Istituto di Radioastronomia dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e vede la partecipazione dell’IREA-CNR insieme a University of Southern Queensland (Australia), Southwest Research Institute (USA) e Planetary Science Institute (USA).
La ricerca ha riguardato i depositi polari marziani meridionali (i cosiddetti SPLD - South Polar Layered Deposits). Lo studio approfondito e la valutazione dell’attenuazione del segnale radar nel ghiaccio dei SPLD, già rilevato in corrispondenza della zona investigata nel secondo studio, ha permesso di giungere a due importanti evidenze.
La prima è che l'attenuazione del segnale di MARSIS è costante nella intera regione analizzata, confermando così l'omogeneità composizionale dei depositi polari alla scala di osservazione del radar MARSIS.
Inoltre, i valori stimati dell’attenuazione hanno permesso di ricalcolare il valore del coefficiente di riflessione alla base dei SPLD e stimare la permittività dielettrica relativa, pari a 40 nell’area altamente riflettente, situazione compatibile solo con la presenza di acqua salata.
Infine, a partire dall’attenuazione stimata è stato possibile ottenere importanti informazioni in termini di contenuto di polvere nei depositi polari (SPLD), compreso tra il 5 e il 12%, e che la temperatura alla base dell'SPLD calcolata finora era stata sottostimata e può facilmente raggiungere i 200K (-73°C), assicurando condizioni compatibili con la presenza di acqua salata allo stato liquido.
L’insieme dei risultati sopracitati confermano quindi la presenza di acqua salata alla base dello SPLD come sola causa delle forti riflessioni basali nella regione di Ultimi Scopuli.
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Nel corso della XXIV Riunione Nazione di Elettromagnetismo (RiNEm), tenutasi a Catania dal 18 al 21 Settembre 2022, Roberta Palmeri, ricercatrice presso l’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha ricevuto il Premio Barzilai, il prestigioso riconoscimento conferito dalla SIEm (Società Italiana di Elettromagnetismo) al migliore lavoro proposto alla Riunione da giovani ricercatori di età inferiore ai 35 anni.
Il premio è stato assegnato per il lavoro dal titolo A new phaseless and sparsity-promoting approach to array faults diagnosis from near-field measurements , in collaborazione con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e l’Università della Calabria, nel quale si propone un nuovo approccio per la diagnostica di guasti in schiere di antenne da misure di sola intensità del campo radiato in zona vicina.
Il metodo proposto, che sfrutta il paradigma del Compressive Sensing per la riduzione del numero di misure necessarie a rilevare la presenza e la collocazione dei guasti, è stato validato anche sperimentalmente per la rilevazione di guasti on-off su un array lineare.
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"ACM Symposium on Applied Computing" (SAC) è da 38 anni un forum internazionale di grande importanza per ricercatori nel campo dell'informatica applicata, ingegneri informatici e sviluppatori di applicazioni.
L'ACM Special Interest Group on Applied Computing (SIGAPP) è l'unico sponsor di SAC. Gli atti del convegno sono pubblicati da ACM e sono anche disponibili online tramite la Biblioteca digitale di ACM.
L'Information Access and Retrieval (IAR), in particolare, riguarda la teoria, l'implementazione e la valutazione delle tecnologie di accesso alle informazioni in nuove aree di applicazione e nuovi contesti.
Le scadenze importanti sono consultabili sulla pagina web di SAC 2023.
Per ulteriori informazioni, scarica la Call for Papers
I rapidi avanzamenti degli ultimi anni nel campo delle tecnologie wireless che impiegano campi elettromagnetici a radiofrequenza e l’evoluzione delle loro applicazioni (sistemi di telefonia mobile e wifi) hanno determinato una sempre maggiore preoccupazione per i possibili effetti avversi sulla salute della popolazione esposta, soprattutto nei confronti della tecnologia 5G che da alcuni viene percepita come una seria minaccia per la salute pubblica.
Per fare chiarezza sull’argomento e fornire informazioni attendibili e fruibili da tutti, il progetto NextGEM (Next Generation Integrated Sensing and Analytical System for Monitoring and Assessing Radiofrequency Electromagnetic Field Exposure and Health), finanziato recentemente dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon Europe e che vede coinvolti i ricercatori del gruppo di Bioelettromagnetismo dell’Istituto per il Rilevamento elettromagnetico dell'Ambiente (IREA), fornirà un accesso rapido e affidabile alle conoscenze scientifiche rilevanti sull’argomento.
Grazie alle competenze specifiche delle 20 istituzioni coinvolte, NextGEM, creerà uno strumento di riferimento per le autorità di regolamentazione europee, la comunità scientifica e i cittadini per ciò che riguarda l’esposizione ai campi elettromagnetici e i potenziali rischi per la salute. Nello specifico, NextGEM combinerà la dimensione di ricerca scientifica con quella più propriamente tecnologica. In particolare, la prima è volta ad una stima degli effetti dell’esposizione ai CEM attraverso studi sperimentali sull’uomo, su piccoli organismi e su cellule in coltura. La seconda è volta alla raccolta di informazioni sulle misure di CEM in condizioni realistiche di esposizione, e alla valutazione del rischio per la salute presentati alla popolazione e agli stakeholders attraverso mezzi di comunicazione efficaci.
La rivista open access "Heritage" nasce alla fine del 2018 da un’idea di Nicola Masini, dirigente di ricerca dell'Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (CNR-ISPC) e Francesco Soldovieri, direttore dell'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente (CNR-IREA). L’obiettivo era colmare un vuoto nell’ambito delle riviste dedicate al settore dei beni ambientali e culturali grazie a un approccio olistico che mescolasse conoscenza, conservazione e gestione/protezione dei beni culturali e naturali, mediante una strategia multidisciplinare basata non solo sulle tecnologie ma anche su best practices e aspetti legati alle scienze sociali.
L’obiettivo principale della rivista è, pertanto, quello di incoraggiare lo sviluppo di connessioni sinergiche tra diverse discipline, tecnologie, tematiche, approcci (dal multidisciplinare al trans disciplinare), valorizzando gli ambiti del patrimonio culturale e naturale che rappresentano sempre più un’area di frontiera per nuovi avanzamenti metodologici e tecnologici di interesse anche in altri settori della conoscenza.
Queste le sezioni tematiche:
Il carattere multidisciplinare di "Heritage" si esplicita attraverso la collaborazione di diversi dipartimenti dell'Ente, principalmente Cnr-Diitet e Cnr-Dsu, non solo attraverso la presenza dei due EIC ma anche grazie alla partecipazione attiva di più di dieci ricercatori CNR all’Editorial Board.
A quattro anni dalla sua nascita, il successo della rivista, completamente open access, è testimoniato da diversi importanti risultati:
Infine, la rivista riceverà il suo primo Impact Factor nel 2023 (Giugno 2023).
Si è tenuto lo scorso 30 giugno presso l’Area di ricerca del CNR di via Corti a Milano l’incontro tra ricercatrici e ricercatori del progetto BRIDGES (Building Reflexivity and response-ability Involving Different narratives of knowledGE and Science) e un gruppo di associazioni milanesi e singoli cittadini coinvolti in progetti di difesa e valorizzazione del territorio di Milano.
L’incontro è stato utile a preparare una delle attività centrali di BRIDGES, che partirà ai primi di settembre: un esperimento collettivo che mira a valutare la biodiversità di alcuni suoli nella zona urbana e periurbana di Milano. L’esperimento sarà condotto con modalità che traggono ispirazione dalla citizen science e dalla ricerca-azione, coinvolgendo giovani ricercatrici e ricercatori di varie discipline, artisti, esperti di suolo in esperienze e riflessioni di natura transdisciplinare che ruotano intorno al tema della fertilità del suolo.
BRIDGES mira a riflettere su nuovi modi per affrontare la complessità dell’attuale crisi socio-ecologica globale, stimolando un atteggiamento riflessivo nei giovani ricercatori, verso la costruzione di relazioni e pratiche di ricerca maggiormente inclusive e responsabili.
L’esperimento urbano di BRIDGES sarà orientato alla raccolta di dati sullo stato di salute di alcuni suoli di Milano, attraverso analisi microbiche e metagenomiche che considerino le diverse dimensioni del concetto di fertilità (ecologica, agronomica, sociale, estetica, economica) e le prospettive dei vari attori coinvolti all’elaborazione collaborativa e transdisciplinare di indicatori e di dati. L’incontro del 30 giugno mirava ad attivare un processo di conoscenza reciproca, per identificare e condividere motivazioni, interessi, competenze, aspettative di ciascun partecipante, e concordare le modalità (strumenti impiegati, impegno richiesto, risultati attesi, ecc.) con cui si svolgeranno le attività di settembre.
“È stato un momento molto importante per un progetto che vede nelle relazioni – dentro e fuori la scienza - un punto fondamentale della costruzione collaborativa di conoscenze” afferma Alba L’Astorina, ricercatrice dell’IREA-CNR nonché coordinatrice del progetto BRIDGES. Che la collaborazione con queste reti sia fondamentale lo sottolinea anche Alice Benessia, di Pianpicollo Selvatico, secondo cui “BRIDGES si propone di indagare, insieme ai ricercatori, ai cittadini e ai practioner coinvolti (molti dei quali qui oggi in sala), un nuovo modo di fare scienza, di fare ricerca e di produrre conoscenza rilevante per rigenerare il suolo e la nostra relazione con esso”.
Ciascuna associazione presente ha partecipato attivamente portando sul tavolo la propria expertise e anche il proprio interesse verso le attività per valorizzare e recuperare il suolo milanese. Tra i partecipanti ricordiamo realtà territoriali grandi e piccole, come Parco Nord, Terzo Paesaggio, CasciNet, l’Hub SoulFood ForestFarms, WWF Martesana Sud Milano, Arpa Lombardia, Comune di Milano (progetto Città Resilienti), Università di Milano e Università di Torino, rappresentanti di orti privati e singoli cittadini impegnati nella salvaguardia e nella valorizzazione del territorio della città di Milano.
Durante la giornata, permeata da un grande interesse e una forte partecipazione dei presenti, le ricercatrici e i ricercatori BRIDGES, i partner di Pianpicollo e gli attori intervenuti hanno discusso su cosa significhi “difesa del suolo”, sui “costi”, non solo economici ma anche sociali, connessi ai vari usi e pratiche agricole e al loro impatto sulla fertilità e sulla biodiversità dei vari territori. Si è anche parlato di come si modula il bioma del suolo a seconda del suo utilizzo (o inutilizzo) e di come fare ricerca su questi temi debba diventare un modo per “prendersi cura”: di quello che c’è sopra ma soprattutto al di sotto della superficie del terreno su cui ogni giorno poggiamo i nostri piedi.
L’esperimento urbano di BRIDGES prenderà le mosse dalla seconda settimana di settembre, secondo un calendario che i vari partecipanti a BRIDGES concorderanno nei prossimi giorni.
"BRIDGES" è un progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo – su Fondi di ricerca sociale su Scienza, Tecnologia e Società – che mira a comprendere e migliorare la relazione scienza – società in un’epoca caratterizzata da grandi sfide ambientali e sociali, ma anche da grande complessità, incertezza e prospettive differenti. Il progetto cerca di esplorare questa domanda di ricerca attraverso un fitto programma che comprende indagini sociali, analisi delle narrazioni provenienti dal dibattito pubblico e dalla letteratura scientifica e di settore, workshops transdisciplinari ed esperimenti di citizen science in ambito urbano e rurale.
Diverse tipologie di suolo
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Le litter-bag, delle sonde biologiche fatte di fieno di montagna
rimacinato, che saranno utilizzate durante l’esperienza di citizen science
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È iniziata a Montalbano di Fasano, nella tenuta “Masseria Mozzone”, grazie alla collaborazione con Unaprol, PugliaOlive e Coldiretti, la campagna di raccolta dati per l’anno 2022 per l'individuazione precoce e la mappatura delle piante di ulivo colpite da Xylella fastidiosa in Puglia, nell’ambito del Progetto REDoX “Remote Early Detection of Xylella”, finanziato dal MiSE.
Il progetto vede coinvolti 4 istituti del CNR (IREA; IRSA; IPSP; ISPA), assieme al Distretto Tecnologico Aerospaziale Pugliese (DTA S.C.a.r.l.), con Planetek Italia ed ENAV come partner aziendali.
L’IREA coordina la campagna di acquisizione dei dati ad altissima risoluzione, effettuata attraverso sensori iperspettrali e termici, tra cui quelli messi a disposizione dal Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Palermo, montati su piattaforma UAV. L’IREA si occupa, inoltre, della messa a punto della metodologia per l’individuazione automatica delle piante infette da Xylella a partire dai dati iper-spettrali e termici, acquisiti a differenti risoluzioni spaziali, sia dai sensori montati su UAV sia da sensori montati su aereo, questi ultimi messi a disposizione dal CNR-IRSA e acquisiti anche grazie alla collaborazione tra CNR e GdF.
2022
25-29 aprile, 2022 37° ACM Symposium on Applied Computing (SAC), Brno, Repubblica Ceca
Una delle attività di ricerca irea
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Valutazione degli effetti biologici dei campi elettromagnetici
Nel 2002 i campi elettromagnetici (CEM) di bassa frequenza (0-300…