Alba L'Astorina
E’ da oggi attivo, all’indirizzo http://www.ermes-fp7space.eu il sito web del progetto coordinato dall’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente e finanziato nell’ambito del settimo Programma quadro europeo di ricerca
Il settore agricolo, nazionale ed internazionale, necessita di un approccio produttivo e gestionale sostenibile sia a livello economico sia a livello ambientale. ERMES intende conferire il proprio contributo strumentale e di ricerca in questa direzione: in particolare, il progetto -di durata triennale (2014-2017)- mira alla realizzazione di un prototipo di servizi dedicati al settore agricolo delle produzioni risicole.
ERMES integrerà diversi ambiti di ricerca: dalle innovative tecniche di telerilevamento e Osservazione della Terra (EO), che sfruttano i dati provenienti da sensori satellitari (ottici e radar), fino alle soluzioni di modellizzazione della crescita delle colture, allo scopo di produrre dati geo-referenziati dedicati al settore della risicoltura. Le informazioni prodotte saranno fornite agli utenti finali attraverso servizi web avanzati (Geoportale) ed applicazioni smart. In questo contesto, il progetto intende fornire soluzioni innovative e d’avanguardia utili a diversi soggetti: autorità, responsabili delle politiche agro-ambientali regionali e comunitarie, aziende agricole che devono rispettare criteri di sostenibilità delle produzioni dal punto di vista economico e ambientale e, non ultimo, il settore dell’agro-business, interessato al monitoraggio delle produzioni e dello stato delle colture.
ERMES coinvolge diversi partner con elevata competenza e specializzazione negli ambiti scientifici legati al telerilevamento, alla modellizzazione colturale, all’agronomia e al settore ICT. In particolare, insieme all’Irea-Cnr, partecipano al progetto, quali partner italiani, anche l’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale (Imaa) del Cnr e l’Università degli studi di Milano (Dipartimento di scienze agrarie ed ambientali - produzione, territorio, agroenergia). Il Consorzio di ricerca è inoltre composto da partner spagnoli, greci e svizzeri: per la Spagna partecipano l’Università Jaume I de Castellón (UJI) e l’Università di Valencia (UVEG); per la Grecia, l’Università Aristóteles di Salonicco (AUTH) e l’Istituto di Cerealicoltura di DEMETER ( Organizzazione Greca per l’ Agricoltura); per la Svizzera, la società SARMAP, specializzata nell’elaborazione di dati radar.
“Il sito web di ERMES è stato pensato affinché chiunque, oltre ai ricercatori coinvolti e gli addetti ai lavori, possa seguire l’andamento della ricerca e i risultati ottenuti, e possa inoltre recuperare dati, documenti, mappe, modelli e applicazioni prodotte” spiega Mirco Boschetti (Irea-Cnr), Project Coordinator di ERMES. “La piattaforma, predisposta in versione multilingue e con possibilità di condivisione sui più importanti social network, sarà il principale strumento di comunicazione e disseminazione progettuale”.
Oltre a una sezione generale dedicata alla descrizione degli obiettivi e della struttura organizzativa del progetto, il sito comprende una sezione ‘News ed Eventi’ che seleziona e riporta le notizie di settore più significative, provenienti dall’Italia e dall’estero. Uno spazio apposito sarà inoltre dedicato alla descrizione delle attività di campo svolte dai ricercatori e dalle ricercatrici di ERMES in ciascuna area di studio europea, e dei principali risultati ottenuti nell’ambito del progetto. Infine, nella sezione ‘Geoportale’, gli utenti abilitati avranno la possibilità di visualizzare informazioni rilevanti prodotte nell’ambito del progetto sia per il monitoraggio risicolo a scala regionale (Regional Rice Service) sia per una più sostenibile gestione colturale a scala locale (Local Rice Service).
Indirizzo web del sito di Ermes: http://www.ermes-fp7space.eu
Per informazioni sul Progetto:
Mirco Boschetti, Cnr-Irea, ERMES project coordinator : Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Per informazioni generali e contatti: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
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Inaugurato lo scorso 22 ottobre l’avvio del fotometro della rete ‘AERONET’, posizionato presso l'Area archeologica delle Grotte di Catullo, a Sirmione, sul lago di Garda. La giornata è stata anche occasione per ricordare la figura di Eugenio Zilioli, uno dei primi fondatori dell'IREA del CNR, nonché primo Responsabile della sezione di Milano. Ad Eugenio, prematuramente scomparso 10 anni fa, è dedicata la Stazione Sperimentale dell'IREA di Sirmione.
Il fotometro solare Cimel è uno strumento che serve a misurare i valori dello spessore ottico dell’aerosol presente nell’atmosfera, e che quindi può essere un interessante dispositivo per valutare alcune caratteristiche delle particelle sospese in atmosfera, come la quantità, l’origine, se si tratta cioè di polvere desertica, aerosol marino, prodotti della combustione, ecc. Le misure si ripetono ogni 15 minuti durante l’arco della giornata, in otto diverse lunghezze d’onda.
I dati raccolti vengono automaticamente inviati alla rete AERONET, la rete internazionale fondata da NASA e PHOTONS che raccoglie i dati provenienti da analoghi sensori collocati in tutto il mondo (ad oggi oltre 400 attivi).
“Il fotometro di Sirmione è stato posizionato in un punto strategico sulla punta nord della penisola di Sirmione”, afferma Claudia Giardino, ricercatrice Irea-Cnr e Principal investigator del sito della rete. “In questo modo permetterà di raccogliere dati da un orizzonte visivo abbastanza ampio. Il suo contributo al monitoraggio dell’atmosfera si andrà ad assommare a quello prezioso di altri analoghi fotometri già da tempo posizionati in Pianura Padana, a Venezia, Modena e ad Ispra”.
Le misurazioni a terra del fotometro Cimel potranno, inoltre, essere assai utili per l’utilizzo dei dati derivati dalle misure satellitari riguardanti l’area, permettendo di ‘correggere’ le immagini riprese dal satellite, ‘disturbate’ proprio a causa dell’atmosfera e delle polveri in essa presenti. Il fotometro, in sintesi, permetterà di ‘leggere’ e interpretare meglio le immagini satellitari dell’area Gardesana con una migliore valutazione dei parametri ecologici di questi ambienti.
La stazione AERONET va a supportare le attività di ricerca che fanno capo alla vicina Stazione Sperimentale del CNR “Eugenio Zilioli” di Sirmione, presso Punta Staffalo. Inaugurata nel 2000, la Stazione è una sede distaccata dell’Irea-Cnr e porta il nome del primo direttore dell’Istituto, prematuramente scomparso nel 2004. In collaborazione con il Comune di Sirmione, presso la Stazione vengono condotte sia attività scientifiche legate allo studio della qualità delle acque del Garda, sia attività di divulgazione ed educazione ambientale; dal 2011 la Stazione e fa parte della Rete Italiana ed Europea per le Ricerche Ecologiche di Lungo Termine (LTER).
L’acquisto e il posizionamento della strumentazione sono stati possibili grazie ai finanziamenti della Regione Lombardia nell’ambito del Progetto SINOPIAE ('Sistema prototipale multi-sorgente Integrante tecniche di Osservazione multisPettrale da satellite, aeromobile e a terra per il monitoraggio multi-scala della variazione di Indicatori ambientali legata ai costituenti Atmosferici e dispersione Energetica'), e alla collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia, che ha concesso l’installazione sul tetto del Museo di Sirmione presente nell’area archeologica.
Leggi la notizia sul sito del CNR: http://www.cnr.it/cnr/news/CnrNews?IDn=3106
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Il Progetto Space4Agri (S4A) è finanziato nell'ambito dell'Accordo Quadro Cnr-Regione Lombardia, che mira alla promozione di ricerche e di attività di formazione che abbiano ricadute sul sistema della ricerca e del territorio lombardo. Scopo di S4A è usare le tecnologie aerospaziali a supporto del monitoraggio e della gestione regionale nel settore agricolo. Oltre a rivolgersi a utenti tradizionali, come amministratori pubblici e aziende agricole, il progetto S4A mira a integrare temi e risultati del progetto nel patrimonio di conoscenze comuni di molti soggetti, con speciale interesse per le giovani generazioni. E' per questo che, nell'ambito delle attività di comunicazione progettuali del WP7, Dissemination ed Azioni di Capacity Building, è stato elaborato il percorso di formazione La Ricerca va a Scuola, incentrato proprio sui temi di S4A, indirizzato in particolare agli Istituti Superiori di II grado.
“L'iniziativa La Ricerca va a Scuola mette in relazione il Progetto S4A col mondo della Scuola quale interlocutore particolare che può proficuamente interagire col percorso di ricerca e arricchirlo tramite un reciproco scambio di competenze e di saperi. Un progetto è il luogo per eccellenza in cui si esprime il ciclo stesso di produzione della conoscenza. Seguirlo, attraverso laboratori e incontri ravvicinati, può permettere a studenti e insegnanti di comprendere meglio come i temi e le procedure della ricerca vengono oggi affrontati nella comunità scientifica, spiega Alba L’Astorina, responsabile del WP7 di S4A. “Il titolo del percorso intende però dare l’idea di una reciprocità di scambio tra scuola e ricerca. Il dialogo serve, cioè, anche a rendere i ricercatori più consapevoli delle modalità originali con cui il sapere scientifico viene rielaborato e dibattuto nella scuola e del contributo che possono dare i suoi protagonisti, insegnanti e studenti.”
Tema centrale della giornata sarà l’uso delle tecnologie satellitari e dei sistemi di osservazione della terra per l’agricoltura. L’incontro sarà anche occasione per concordare gli sviluppi del percorso di formazione con i ricercatori, secondo le modalità tipiche dei Kick-off meeting progettuali. Gli altri molteplici aspetti di S4A, come la raccolta e la distribuzione di informazioni in ambito agricolo tramite sviluppo di tecnologie smart web 2.0; l’uso dei droni in agricoltura; le strategie di comunicazione di un progetto di ricerca scientifico, verranno trattati in successivi incontri in classe con i ricercatori.
Attualmente partecipano attivamente al percorso le classi III e IV di 3 Istituti scolastici in Lombardia (l'Istituto Statale - Istituto Agrario Italo Calvino, Noverasco (MI), l'Istituto Tecnico Statale - Liceo Scienze Applicate, A. Mapelli, Monza (MB e l'Istituto E. Breda, Sesto San Giovanni (MI), i ricercatori di 3 istituti del CNR, IREA, ITIA e IDPA, e una rete di soggetti che hanno in vario modo relazioni con il progetto S4A, come amministratori pubblici e decisori politici locali, enti regolatori in ambito agro-ambientale, aziende del settore, organizzazioni di categoria.
Le attività che S4A conduce con la scuola si avvalgono di metodologie partecipative sperimentate nell'ambito delle ricerche che Irea dedica alla comunicazione pubblica della scienza, in quanto membro dell'Unità di ricerca del Cnr Comunicazione della scienza ed educazione (COMeSE). Le attività si avvalgono, a Milano, anche della collaborazione con la rete di scuole Associazione Scienza under 18. Il ruolo del CNR in questo dialogo tra ricerca e scuola, dunque, non si limita ad organizzare il ciclo di incontri ma vuole riflettere e far riflettere anche su nuove modalità di didattica e di comunicazione della scienza che coinvolgano attivamente e in maniera collaborativa tutti i soggetti partecipanti, valorizzando la dimensione culturale della produzione e dello scambio di conoscenza.
La Giornata è uno degli eventi del Cnr di avvicinamento ad Expo 2015.
Accesso: l’iniziativa è ad accesso riservato alle scuole e ai partecipanti al Progetto, i posti sono limitati per cui è obbligatoria la registrazione: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Ulteriori informazioni su questo evento
Organizzato da:
Irea - Cnr
Referente organizzativo:
Alba L'Astorina
CNR - Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente
via Bassini 15
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Modalità di accesso: L'iniziativa è ad accesso riservato alle scuole e ai partecipanti al Progetto, i posti sono limitati per cui è obbligatoria la registrazione: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Vedi anche:
La gestione di prodotti mecatronici ed elettronici a fine ciclo vita rappresenta attualmente una processo di notevole complessità che genera significativi impatti ambientali ed non consente lo sfruttamento di opportunità economiche legate al valore residuo di componenti e materiali che vengono dismessi.
Fra queste tecnologie si considera un sistema dedicato di imaging iperspettrale per la caratterizzazione di materiali in linea, che si configura come parte di nuovi sistemi di automazione e controllo flessibile.
Prime contractor: IREA
Periodo di attività: 2013 - 2015
Finanziamento IREA: € 78.750
Responsabile IREA: Monica Pepe
i principali dati raccolti ogni settimana su tutte le colture S4A studiate, cioè mais, riso e soia, sono relativi alla crescita geometrica e fisiologica delle piante. Nel dettaglio vengono rilevati:
- lunghezza fogliare (espressa in mm);
- larghezza fogliare (espressa in mm);
- altezza della pianta/fusto (espressa in cm);
- numero di foglie per pianta/fusto (conta diretta);
- stato di allagamento del terreno:
- fenologia, ovvero analisi dello stato di sviluppo della singola coltura;
- LAI ( Leaf Area Index, espresso m²/m²) che indica i mq di superificie fogliare presenti in un mq lineare di campo. Per rilevare il LAI, i ricercatori di S4A utilizzano tre principali strumenti: il ceptometro, il fisheye (o camera emisferica) e un'apposita app dedicata alla misurazione, in situ, di questo indicatore agronomico.
Ma cosa avviene durante le campagne? Quali sono gli strumenti e le procedure che i ricercatori utilizzano per ottenere questi parametri? Nell'ambito delle attività di comunicazione del WP7, Irene Tomasoni ha provato a seguire i colleghi durante un'uscita in campo, osservando da vicino lo svolgimento di una campagna di misura, le principali strumentazioni e procedure utilizzate. In questa pagina prova a descrivere alcune operazioni svolte periodicamente dai ricercatori per raccogliere i parametri a cui sono interessati. Le immagini si rifericono allo scorso 9 luglio 2014, la campagna è avvenuta in Lomellina, più precisamente a Rosasco (PV), in una delle aree di studio del progetto. Hanno partecipato Ramin Azar, Alberto Crema, Giacomo Fontanelli, Paolo Villa.
In questo campo Ramin conta il numero di foglie per pianta di mais. Questa operazione viene effettuata a scadenza settimanale, su campi selezionati di riso, mais e soia, per monitorarne la crescita colturale in modo ottimale. |
In risaia a Rosasco, Alberto analizza da vicino una pianta di riso e ne conta le foglie e i fusti per valutarne al meglio lo stato fenologico, vale a dire il livello di sviluppo e di crescita |
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Qui Giacomo misura la lunghezza e la larghezza fogliari delle piante di soia. Anche questa operazione viene effettuata a scadenza settimanale, su campi selezionati di riso, mais e soia, per monitorarne la crescita colturale. |
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Ed ecco una breve descrizione dei due principali strumenti utilizzati per misurare il LAI - Leaf Area Index - sui campi di riso, mais e soia: il ceptometro e la camera emisferica o fisheye.
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Il ceptometro ha la forma di una "antenna" costituita da una serie di sensori fotosensibili che captano la quantità di luce che raggiunge la coltura. Il ricercatore indirizza lo strumento prima sulla superficie e poi alla base della massa fogliare, per calcolare la quantità di luce che viene intercettata dalla pianta. La differenza tra le due misure rilevate produce una stima piuttosto accurata di uno dei parametri che i ricercatori intendono misurare, il LAI, ovvero l'indice della superficie fogliare. |
Utilizzando il fisheye, obiettivo fotografico con un angolo di ripresa di almeno 180°, vengono realizzate foto emisferiche relative alle colture. Queste immagini vengono in seguito processate con un software dedicato che ne ricava il relativo LAI. | |
La presente notizia è tratta dal sito di progetto Space4agri. Puoi leggerla per intero a questo link |
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L'importanza dei droni in agricoltura secondo il MIT
Secondo MIT, gli agricoltori starebbero iniziando a indirizzarsi verso le tecnologie innovative puntando sui droni per migliorare la qualità delle coltivazioni. Grazie alla grande quantità di tipologie di sensori che possono essere caricate a bordo dei droni, come videocamere, sensori multispettrali, GPS, magnetometri, le potenzialità di questi strumenti sono molteplici. I droni possono oggi essere programmati per eseguire voli e rilievi in completa autonomia, senza il supporto di un pilota a terra. Sono molto più economici delle immagini satellitari e hanno la possibilità di rilievi ad alta risoluzione. Inoltre, per il tipo di uso discontinuo, la spesa può essere condivisa fra più agricoltori. Si possono utilizzare per controllare problemi di irrigazione, infestazioni parassitarie, monitorare il raccolto, le malattie delle piante, ecc. Si possono raccogliere, per esempio, immagini all'infrarosso che consentono di vedere i livelli di clorofilla delle colture. (Fonte della notizia: rivista Geomedia, luglio 2014).
L'analisi delle potenzialità dell'impiego dei droni in agricoltura è una delle attività previste dal progetto Space4Agri nell'ambito AERO a cui è dedicato il WP3 di progetto, di cui è responsabile l'ITIA del CNR, che si propone di sviluppare interfacce utente avanzate basate su contenuti visivi 2D/3D, a supporto dell’operatività delle riprese da piattaforma APR/UAV.
Per saperne di più sulle 10 tecnologie applicate emergenti secondo il MIT
Per saperne di più sull'uso dei droni in agricoltura secondo il MIT
La presente notizia è tratta dal sito di progetto Space4agri. Puoi leggerla per intero a questo link
Agricoltura e clima: una relazione sempre attuale
Un recente articolo, apparso sul sito Scienza in Rete durante il mese di giugno 2014, affronta la relazione tra clima e sistemi agricoli; ne riportiamo una breve sintesi.
L’aumento dell’anidride carbonica atmosferica da un lato determina importanti effetti negativi sul clima, e dall’altro si configura come un intervento fertilizzante per le piante e la produzione agricola. In ogni caso, vista l’entità dei cambiamenti attesi nei prossimi decenni, è più che mai necessario studiare come le piante coltivate si adatteranno alle nuove condizioni atmosferiche e selezionare varietà che meglio di altre siano capaci di crescere e produrre nelle nuove condizioni climatiche.
Particolari infrastrutture sperimentali note come FACE (Free Air CO2 Enrichment) permettono di studiare l’effetto dell’aumento della CO2 atmosferica sulla crescita delle piante in condizioni agricole reali e consentono pertanto di avere indicazioni molto precise sull’effetto di questo componente dei cambiamenti climatici sulla produzione agricola. Presso il Centro di Ricerca per la Genomica Vegetale del CRA di Fiorenzuola d’Arda (PC) è stato installato un sistema FACE costruito in collaborazione con l’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze attraverso un progetto finanziato da alcune Fondazioni bancarie tramite il programma “Progetto AGER: ricerca agroalimentare”, progetto a cui partecipano anche l’ENEA- Centro di ricerca della Casaccia ed il Centro di Ricerca per la Cerealicoltura del CRA di Foggia.
Nel corso di due anni di sperimentazione il sistema FACE ha verificato il comportamento di 12 varietà di frumento duro cresciute in condizioni di campo in un’atmosfera contenente circa 570 ppm di CO2 (la concentrazione attesa per il 2050).
Per saperne di più e capire quali sono stati i primi risultati prodotti, trovate qui l'articolo completo dedicato all'analisi del frumento duro, apparso sul sito Scienza in Rete nel mese di giugno 2014
Nell’ambito del Progetto Space4Agri (S4A), i ricercatori di CNR-IREA hanno elaborato le prime mappe che descrivono lo stato delle aree coltivate da quattro aziende agricole lombarde, che collaborano, fin dalle fasi iniziali, con i ricercatori di S4A, ospitando nei propri campi le attività di misura in situ del progetto.
Si tratta di aziende situate in Lombardia, nell'area della Lomellina (provincia di Pavia), che coltivano principalmente mais e riso: Azienda Agricola Carlo Franchino, Società Agricola Costanzo Giovanni&Agostino, entrambe di Rosasco, Azienda Agricola Europa Agricola srl, di Mauro Maregatti presso Castello d'Agogna, infine l’Azienda Agricola di Riccardo Braggio in Zeme.
Le mappe, ad alta risoluzione, sono state elaborate dai ricercatori a partire da dati satellitari, più precisamente usando immagini della zona acquisite dal Satellite Worldview-2 in due momenti della stagione estiva del 2014, il 16 luglio e il 17 agosto. Fotografano lo stato delle coltivazioni di ciascuna azienda, dando informazioni relative a due differenti indici di vegetazione: l’indice EVI (Enhanced Vegetation Index), che esprime il livello di vigore e densità della vegetazione, e l’indice CHL (Chlorophyll Index), correlato al contenuto in clorofilla presente nella parte verde della vegetazione, e che ne esprime, in maniera qualitativa, lo stato nutrizionale.
In questa fase sperimentale della ricerca, le mappe sono state messe a disposizione solo delle aziende agricole coinvolte, che possono esplorarle attraverso una versione prototipale del Geoportale di S4A. Quando la fase di test sarà ultimata, sia il Geoportale sia le mappe verranno rese accessibili ad un pubblico più ampio.
E' possibile leggere l'articolo completo sul sito di progetto di Space4Agri
Dino Ienco, ricercatore dell'IRSTEA - TETIS di Montpellier, in visita ad IREA sede di Milano per una settimana,tiene un seminario dal titolo:
Analisi di serie temporali di immagini ottiche telerilevate con tecniche di data mining: caratterizzazione dei cambiamenti e mappatura delle colture
Il seminario si svolge nell'ambito della collaborazione di IDPA nel progetto Space4Agri. Scarica la locandina.
Riassunto:
Al giorno d'oggi sta diventando sempre più urgente la necessità di trovare metodi nuovi per analizzare la grande quantità di immagini satellitari ad alta risoluzione che verrà prodotta e messa a disposizione della comunità scientifica. La disponibiltà di immagini ad alta risoluzione sia spaziale sia temporale renderà possibile ai ricercatori nel campo delle scienze ambientali di studiare l'evoluzione temporale dei diversi fenomeni naturali e agricoli a livelli di dettaglio mai visti in precedenza.
Per effettuare l'analisi in modo efficacie di serie temporali di immagini abbiamo però bisogno di sviluppare nuove tecniche automatiche per estrarre conoscenze interessanti e utili. In questo scenario, Diro Ienco presenterà due applicazioni in cui l'uso di tecniche di data mining consentono di analizzare i grandi volumi della serie storiche di immagini satellitari, considerando le dimensioni spaziale e temporale dei dati.
La prima applicazione riguarda lo studio di modelli evolutivi di habitat naturali e semi- naturali. In questo ambito consideriamo una serie temporale di immagini telerilevate al fine di caratterizzare e sintetizzare i diversi tipi di evoluzione.
La seconda applicazione è dedicata alla classificazione automatica di uso del suolo. In questo studio, le tecniche di data mining sono impiegate per sfruttare l'aspetto temporale di queste informazioni che i modelli di classificazione standard non considerano nella loro analisi.
Per informazioni contattare Gloria Bordogna 0223699295
email:
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Workshop of Dino Ienco, researcher of IRSTEA – TETIS, Montpellier:
Title: Remote Sensing Time Series analysis under the Data Mining lens: Characterization of Changes and Cropland Mapping
Abstract:
Nowadays, a huge amount of high resolution satellite images are freely available. Such images allow researchers in environmental sciences to study different natural and agricultural phenomena considering their evolution over time.
Recently, the upcoming technology will lead time series analysis of high resolution optical images into a new level of complexity due to the huge volume of information produced. To deal with these constraints we need to develop new automatic techniques in order to extract interesting and useful knowledge from time series images.
Considering this scenario, I will present two applications in which the use of data mining techniques help to analyze big volumes of time series satellite images considering both the spatial and temporal dimensions of the data.
The first application involves the study of evolution patterns coming from natural and semi-natural habitats. In this task we consider a time series of remote sensing images in order to characterize and summarize the different type of evolutions.
The second application is devoted to the automatic classification of land use. In this study, data mining techniques are employed to correctly exploit temporal information since standard classification models fail to consider this dimension in their analysis.
For more info, please contact Gloria Bordogna 0223699295
email:
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Il Progetto mira a usare le tecniche di Osservazione della Terra (spazio, aereo e in situ) per migliorare le capacità del sistema regionale e dei principali attori del settore nella pianificazione e gestione del settore agricolo lombardo. L’obiettivo è di coniugare in maniera innovativa le osservazioni remote da satellite e in situ, le tecnologie aeronautiche per gli UAV (Unmanned Air Vehicles, velivoli senza equipaggio) e le tecnologie internet 2.0 per la raccolta e lo scambio smart di dati e informazioni.
Committente: Regione Lombardia – CNR, nell'ambito dell'Accordo Quadro Regione Lombardia – CNR
sito web: http://space4agri.irea.cnr.it/it (leggi la News del CNR)
Periodo di attività: 2013 - 2015
Finanziamento IREA: € 351.000
Responsabile IREA: Pietro Alessandro Brivio
Personale IREA coinvolto: Paola Carrara, Mirco Boschetti, Alba L’Astorina,Anna Basoni, Alberto Crema, Paolo Villa, Alessandro Oggioni, Monica Pepe, Anna Rampini, Daniela Stroppiana, Gloria Bordogna
Attività:
Sistemi per l'informazione geografica
Comunicazione pubblica della scienza
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
L’agricoltura è uno degli ambiti di applicazione maggiormente studiati dalla ricercatrici e dai ricercatori dell’IREA, che da anni svolgono ricerche sui sistemi agricoli, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, per stimare le produzioni ed individuare eventuali situazioni di criticità a supporto di politiche di intervento. Il monitoraggio delle produzioni di riso nel sud-est Asiatico è, ad esempio, uno dei temi di collaborazione con l’Istituto Internazionale di Ricerche sul Riso (IRRI), nelle Filippine, ma il telerilevamento all’IREA viene usato anche per lo studio dei sistemi di pascolo estensivo dell’Africa Sub-Sahariana dove le produzioni dipendono fortemente dalla variabilità climatica e dall’interazione tra uomo e ambiente.
Si tratta di un argomento di importanza mondiale e su cui a livello europeo si sta investendo molto, facendo affidamento anche sulle tecnologie aerospaziali. Ma l’agricoltura è un tema che interessa fortemente anche l’Italia, e in particolare la Regione Lombardia, la prima regione agricola italiana, che produce il 42% del latte, il 42% del riso e il 39% dei prodotti suinicoli, con una percentuale di agricoltori del 2% di tutta la popolazione lombarda ma che si prende cura dell’80% del territorio nazionale. Qui le esigenze sono varie e vanno dalla necessità di sviluppare un sistema di conoscenze condiviso a livello regionale in grado di monitorare efficacemente i sistemi agricoli alla necessità di fronteggiare lo stress idrico delle colture, anche a fronte degli impatti dovuti ai cambiamenti cimatici che colpiscono sempre più frequentemente il territorio.
In questo quadro l’IREA ha appena avviato un progetto di ricerca dal titolo significativo, Space4Agri - Sviluppo di Metodologie Aerospaziali Innovative di Osservazione della Terra a Supporto del Settore Agricolo in Lombardia, finanziato da Regione Lombardia nell’ambito dall’Accordo Quadro Regione Lombardia – CNR.
In particolare, il Progetto mira a usare le tecniche di Osservazione della Terra (spazio, aereo e in situ) per migliorare le capacità del sistema regionale e dei principali attori del settore nella pianificazione e gestione del settore agricolo lombardo. Tre gli istituti di ricerca del CNR coinvolti, tra cui l’IREA, che coordina il progetto, l’ITIA e l’IDPA, e decine i ricercatori impegnati in questo progetto per 2 anni (2013-2015) intorno all’obiettivo di coniugare in maniera innovativa le osservazioni remote da satellite e in situ, le tecnologie aeronautiche per gli UAV (Unmanned Air Vehicles, velivoli senza equipaggio) e le tecnologie internet 2.0 per la raccolta e lo scambio smart di dati e informazioni.
L’area di studio dove verranno sperimentate e sviluppate le metodologie di Space4Agri è naturalmente individuata nella pianura padana lombarda, dove sono attive 54.333 aziende agricole che rappresentano il 3,3% del totale nazionale ma con una Superficie Agricola Utilizzata (SAU) pari a 986.853 ettari, il 7,7 % di quella nazionale (dati ISTAT).
Ricercatori e ricercatrici CNR coinvolti nel progetto e loro ruoli nei diversi WP (Workpackage):
Pietro Alessandro Brivio, IREA CNR, coordinatore Progetto Space4Agri, responsabile WP0 Gestione e controllo qualità del progetto
Paola Carrara, IREA CNR, responsabile WP1 Analisi dello stato dell’arte, dei bisogni degli utenti e definizione dei requisiti
Mirco Boschetti, IREA CNR, responsabile WP2 SPACE: estrazione di informazioni sullo stato delle colture da dati satellitari
Marco Sacco, ITIA CNR, responsabile WP3 AERO: progettazione e sviluppo di ambienti a supporto delle riprese da piattaforme UAV
Gloria Bordogna, Simone Sterlacchini, IDPA CNR, responsabile WP4 IN SITU: sviluppo di sistemi 2.0 per acquisizione dati e interscambio informazioni
Mirco Boschetti, IREA CNR, responsabile WP5, Test delle metodologie sviluppate per il monitoraggio agricolo lombardo
Paola Carrara, IREA CNR, responsabile WP6 Valutazione dell'impatto delle tecnologie sviluppate sul territorio lombardo
Alba L’Astorina, IREA CNR, Gruppo di ricerca CNR Comunicazione della Scienza ed Educazione, responsabile WP 7, Diffusione dei risultati ed azioni di capacity building
altro personale coinvolto: Anna Basoni, Alberto Crema, Alessandro Oggioni, Monica Pepe, Anna Rampini, Daniela Stroppiana, IREA CNR; Mauro Todeschini, Giampaolo Viganò, Enrica Romano, ITIA CNR
supporto amministrativo e gestionale: Elena Recchia, Enrica Viscardi, IREA CNR
il logo di Space4Agri è stato ideato da Nicola Colosio, ITIA CNR